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NVIDIA traccia i suoi chip IA: ecco la tecnologia anti contrabbando

NVIDIA starebbe testando un software opzionale che permette di localizzare i chip IA per ridurre il rischio di esportazioni in paesi con restrizioni, ma senza introdurre backdoor.

NOTIZIA di Raffaele Staccini   —   10/12/2025
NVIDIA

NVIDIA avrebbe messo a punto una tecnologia in grado di rilevare il paese in cui operano i suoi chip, secondo fonti vicine all'azienda. L'obiettivo principale sarebbe impedire il contrabbando di semiconduttori dedicati all'intelligenza artificiale verso nazioni dove la loro vendita è vietata. La funzione non è ancora stata resa pubblica, ma è stata mostrata privatamente nei mesi scorsi.

Il nuovo strumento si propone come un'opzione software installabile dai clienti. Basandosi sulle capacità di "confidential computing" delle GPU, la soluzione permette di monitorare non solo le prestazioni di calcolo, ma anche di ottenere una stima della posizione dei chip sfruttando i tempi di comunicazione con i server NVIDIA. Questo approccio ricorda quelli già impiegati da altri servizi basati su internet per geolocalizzare dispositivi e connessioni.

Secondo NVIDIA, l'obiettivo del software è consentire ai gestori di data center di tenere sotto controllo lo stato di salute e l'inventario dei processori IA. L'azienda ha sottolineato che il software sfrutta i dati telemetrici delle GPU per fornire informazioni su integrità, efficienza e disponibilità dell'intera flotta di chip.

Rischio backdoor con il tracking dei chip IA?

Inizialmente, la funzione sarà disponibile sui chip di ultima generazione "Blackwell", che includono strumenti avanzati di sicurezza per la cosiddetta "attestazione", assenti nelle generazioni precedenti Hopper e Ampere. Tuttavia, NVIDIA sta valutando possibilità simili anche per i chip più vecchi.

Jensen Huang, CEO di NVIDIA
Jensen Huang, CEO di NVIDIA

L'introduzione di questa tecnologia risponderebbe alle pressioni provenienti dal governo degli Stati Uniti e da membri di entrambi i partiti del Congresso. L'attenzione è concentrata sulla prevenzione del contrabbando di chip verso la Cina e altri paesi in cui le vendite sono limitate. Recentemente, il Dipartimento di Giustizia statunitense ha avviato procedimenti contro reti di contrabbando legate alla Cina, che avrebbero tentato di importare illegalmente semiconduttori NVIDIA per un valore superiore a 160 milioni di dollari.

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Le richieste di sistemi di verifica della posizione hanno sollevato anche dubbi a livello internazionale. L'autorità cinese per la cybersicurezza ha convocato NVIDIA per chiarimenti, sospettando la possibile presenza di backdoor nei chip capaci di aggirare le misure di sicurezza. La questione è tornata in evidenza dopo le dichiarazioni dell'ex presidente Trump sull'autorizzazione all'esportazione in Cina dei chip H200, predecessori dei Blackwell. Gli esperti di politica estera hanno espresso dubbi sulla reale disponibilità delle aziende cinesi ad acquistarli.

NVIDIA ha già respinto con fermezza le accuse di backdoor nei propri prodotti. Secondo specialisti di software, la localizzazione dei chip potrebbe essere implementata senza compromettere la sicurezza delle GPU. L'azienda, pertanto, sembra muoversi verso un equilibrio tra esigenze commerciali, controlli normativi e tutela delle proprie tecnologie.