Secondo un recente rapporto pubblicato da JPMorgan, OpenAI potrebbe non raggiungere la redditività prima del 2029, nonostante una crescita significativa in termini di utenti e ricavi. Il colosso bancario analizza l'attuale posizione della società nel mercato dell'intelligenza artificiale, evidenziando opportunità e rischi legati al contesto competitivo e ai modelli di business adottati.
A pesare sul bilancio dell'azienda sarebbero principalmente i costi operativi elevati, la pressione sui prezzi dei modelli e la difficoltà di mantenere un vantaggio competitivo sostenibile, soprattutto in ambito enterprise. Il report offre anche una panoramica sui possibili sviluppi futuri, stimando un mercato potenziale da 700 miliardi di dollari entro il 2030.
Il rapporto di JP Morgan
Il rapporto di JPMorgan si sofferma in particolare sulla composizione delle entrate di OpenAI: il 75% del fatturato proviene attualmente dagli abbonamenti dei clienti. Nel mese di marzo 2025, la società contava circa 500 milioni di utenti attivi settimanali, un dato che testimonia la forte diffusione della tecnologia tra i consumatori. Tuttavia, mantenere questa posizione in un mercato altamente competitivo, con rivali come Google e sviluppatori emergenti, si preannuncia complesso.
Secondo gli analisti, OpenAI potrebbe trovare maggiori margini di crescita nel mercato consumer piuttosto che in quello enterprise. Quest'ultimo viene definito "più difficile da conquistare" a causa di accessi indiretti ai modelli, esigenze di personalizzazione, sensibilità ai costi e forte concorrenza. Il contesto aziendale mostra segnali contrastanti, con le imprese del settore software in difficoltà nell'integrare efficacemente l'intelligenza artificiale nelle proprie offerte.
JPMorgan sottolinea inoltre che la "commoditizzazione dei modelli" è un esito probabile nella corsa all'IA. In un ambiente dove la differenziazione è sempre più difficile e il vantaggio competitivo tende a ridursi, il prezzo diventa un elemento decisivo. Modelli come Gemini 2.5 di Google, apprezzati per il rapporto costo-prestazioni, e alternative cinesi come DeepSeek-R1, stanno contribuendo a riplasmare l'equilibrio del mercato.
OpenAI viene attualmente valutata 300 miliardi di dollari, un valore che corrisponde a un rapporto 27x rispetto ai ricavi attesi per il 2025. Si tratta di una valutazione decisamente superiore alla media del settore: alla luce di ciò, JPMorgan ritiene che le aspettative degli investitori potrebbero essere messe alla prova, specie considerando che la redditività è attesa non prima del 2027, e realisticamente solo nel 2029.
Il report tocca anche gli sviluppi geopolitici e strategici legati al settore. Viene citato il progetto Stargate, l'iniziativa da 500 miliardi di dollari legata al presidente Trump, che potrebbe offrire a OpenAI un accesso privilegiato a risorse computazionali, posizionandola meglio rispetto ai concorrenti privati. Restano però sul tavolo diverse incognite: dai rischi legati alla gestione dei talenti, alle controversie legali in corso, fino all'incertezza derivante dalla struttura organizzativa della società e dalle trattative in corso con Microsoft.
Voi che cosa ne pensate? Riuscirà OpenAI a sostenere il peso della concorrenza nonostante l'attuale dominio come app IA di ChatGPT?