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Palworld: ha davvero senso confrontarlo con i Pokémon e sorprendersi del suo successo?

Cerchiamo di capire perché Palworld non è un successo venuto dal nulla e perché non ha molto senso confrontarlo con i giochi dei Pokémon.

Palworld: ha davvero senso confrontarlo con i Pokémon e sorprendersi del suo successo?
NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   23/01/2024

Il dibattito nato intorno al successo dirompente di Palworld ha un che di surreale, perché nasce fondamentalmente dalla sottovalutazione (o mancanza di conoscenza) di un intero genere da parte degli addetti ai lavori, e di un'ampia fetta di videogiocatori; snobbato per anni e anni dal discorso pubblico nonostante l'accumulo non indifferente di hit.

Ark: Survival Evolved, Sons of the Forest, Subnautica, The Forest, Conan Exiles, Rust, Minecraft, Terraria, Valheim sono tutti survival, nonché tutti titoli che hanno venduto milioni di copie (a volte anche decine di milioni di copie), su PC in particolare (Minecraft è ormai più trasversale, ma il fenomeno è comunque nato su PC con una lunga fase di accesso anticipato tra versioni alpha e beta).

Chi frequenta Steam li ha spesso visti nella top 10 dei più venduti della piattaforma (ad esempio Sons of the Forest è uno dei giochi che ha prodotto più ricavi nel 2023). Ma diciamo di più: se Bethesda ha introdotto meccaniche da survival in Fallout 4, Fallout 76 e è perché è conscia di quanto il genere attiri i giocatori (tanto che ha voluto gratificarli). Ancora: se The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom ha un sistema come quello dell'Ultramano è perché qualcuno da quelle parti ha guardato e rielaborato con grande intelligenza alcune delle meccaniche specifiche dei survival, sapendo di poter ottenere un buon riscontro (ottimo, nel caso specifico). Questo per chiarire velocemente che se un survival ha successo, non dovrebbe sorprendere davvero nessuno di questi tempi, considerando che parliamo di una tendenza di mercato consolidata da anni, non certo di un'eccezione, come dimostra anche la grande quantità di titoli annunciati e lanciati ogni anno.

Rifocalizzare il dibattito

Palworld ha risuonato con i videogiocatori contemporanei
Palworld ha risuonato con i videogiocatori contemporanei

Altro punto essenziale da chiarire, che nasce dal precedente: Palworld non è un clone dei Pokémon, ma un survival, tanto che fa abbastanza sorridere questo costante confronto con la serie di Game Freak, motivato solo dall'aspetto delle creature che Pocketpair ha copiato spudoratamente (ammettiamolo) e da alcune meccaniche che citano quelle dei Pokémon, ma che vengono usate in modo diverso e sono legate a sistemi completamente differenti.

Ora, chiariti questi due punti c'è da chiedersi come mai il dibattito relativo a Palworld continui a ruotare intorno all'idea che sia un successo venuto dal nulla (lo studio di sviluppo ha lanciato in passato almeno un altro survival, Craftopia, quindi ha una certa competenza nel genere) e al confronto con i giochi dei Pokémon, con tanto di dichiarazione roboanti tipo "hanno fatto quello che dovrebbe fare Game Freaks". Cambiare completamente genere, quindi? Con questo non vogliamo difendere gli ultimi Pokémon, che comunque hanno prodotto vendite che Palworld ancora si sogna (vedremo se le raggiungerà), ma solo provare a rimettere a fuoco la discussione, inserendo il titolo di Pocketpair in un quadro che gli è più proprio, magari ripulito dall'esaltazione delle masse e dalla necessità che molti sentono di saltare immediatamente sul carro dei vincitori per posizionarsi in un discorso che fino al minuto prima non li interessava minimamente (è un modo gentile per dire che vogliono mettersi in mostra).

I survival piacciono per diversi motivi, non per ultimo il fatto che sono titoli spesso ottimi per creare contenuti per i vari YouTube e Twitch, dato l'alto numero di situazioni divertenti che riescono a generare o a cui possono essere piegati, favoriti dalla loro natura sandbox. Un gioco come Palworld da questo punto di vista è praticamente perfetto, considerando che consente di trasformare in contenuto la sofferenza virtuale dei Pokémon, o Pal che dir si voglia, apparendone come la caricatura e scatenando lo stesso coinvolgimento di una bestemmia urlata da un gruppo di ragazzini che vogliono sentirsi finalmente adulti. Stiamo parlando di un titolo che risuona con forza con il pubblico contemporaneo, spesso psichicamente molto infantile anche quando trentenne, realizzato oltretutto con enorme competenza. Ridurre tutto all'uso o meno di IA generative per il design delle bestioline, quando il gioco è uscito in accesso anticipato con pochissimi problemi è davvero ingiusto e un po' miope. Sicuramente era difficile prevedere vendite simili, ma il fatto che avrebbe avuto un certo richiamo era intuibile, considerando quanto se n'era parlato praticamente dal momento dell'annuncio nelle comunità che seguono i survival.