Quando Prey è arrivato sugli scaffali dei negozi videoludici, i fan si sono trovati tra le mani un videogioco di alta qualità con un nome che aveva poco senso: presentato come se fosse una sorta di reboot della serie FPS sci-fi dopo la morte di Prey 2 nel 2014, il Prey di Arkane era invece un immersive sim alla System Shock.
Ora, Pete Hines - un ex-Bethesda ritiratosi nel 2023 - ha detto la propria sulla scelta del nome del videogioco.
Le parole di Hines su Prey
Interrogato al riguardo durante una intervista con DBLTAP, Hines ha affermato: "Non farmi nemmeno iniziare. Ho certamente infastidito un po' di persone internamente riguardo alla questione, perché ho lottato duramente per non far usare quel nome."
"Io ero la punta della lancia, ma avevo alle spalle un sacco di persone del mio team - brand, PR e community - e avevamo la sensazione che stavamo complicando la vita al gioco con un nome che ci costringeva a spendere più tempo a spiegare perché l'avessimo chiamato Prey di quanto ne spendevamo a parlare del gioco stesso".
Hines afferma che si pente di aver perso la battaglia. Proseguendo nell'intervista ripete nuovamente che il team perdeva più tempo a spiegare il nome che ad approfondire il videogioco e a suo dire è stato uno "spreco di eccitazione" e che avrebbero potuto trasformare tutto quel rumore in qualcosa di positivo, con un altro nome.
Alla fine Prey non ha ottenuto un successo commerciale adeguato a garantirne la sopravvivenza, ma negli anni il pubblico l'ha piano piano scoperto e lo ha reso un gioco di culto.
Tra l'altro, Prey ha involontariamente ottenuto un momento di fama in Italia quando Rai 2 pubblicizzando il film Prey si è confusa e ha usato una immagini del videogioco.