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Phil, dobbiamo parlare

A poche ore da una delle giornate più drammatiche di Xbox da diverso tempo a questa parte, urge una riflessione.

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   04/07/2025
Phil Spencer

Phil, dobbiamo parlare. L'idea che il CEO di Microsoft Gaming sia anche un appassionato videogiocatore l'ho sempre molto apprezzata, e non sono sicuramente il solo. Mi sono fatto di te l'idea di una persona perbene, che ci tiene al proprio staff e ai propri dipendenti, che ha lottato con tutte le sue forze per rovesciare una situazione che non poteva essere rovesciata.

Ribadiamolo: Don Mattrick aveva fatto un disastro con Xbox One e sei subentrato per recuperare il recuperabile, ma come tu stesso hai ammesso quella con PS4 è stata la generazione peggiore che si potesse perdere per via del consolidamento delle librerie digitali: un motivo concreto e validissimo per non cambiare piattaforma di riferimento, virtualmente mai più.

Via Kinect con la scusa della "libertà di scelta" (ma tagliando istantaneamente qualsiasi supporto alla periferica), hai provato a rilanciare Xbox One lavorando sul prezzo e sui giochi, puntando anche ad attaccare Sony sul fronte della retrocompatibilità per dare vita a una tecnologia che da questo punto di vista è ancora un entusiasmante riferimento per gli appassionati.

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Visto che però i titoli tripla A che ti fanno svoltare non te li puoi inventare da un giorno all'altro, specie se chi ti ha preceduto non ha investito in tal senso, ti sei trovato a dover fare una scommessa parecchio rischiosa, quella del Game Pass, e a otto anni di distanza, con gli abbonati che non aumentano e le vendite hardware men che meno, mi pare chiaro che tu non l'abbia vinta.

Un'altra strada era possibile?

A pensarci bene, è incredibile che neppure regalare giochi abbia funzionato: la generazione di Xbox One si è chiusa mestamente, ma la pur interessante intuizione di aggredire una doppia fascia di mercato, con Xbox Series X e Series S, non ha ottenuto i risultati sperati e il gap con PlayStation è rimasto praticamente immutato, nonostante Sony in questa generazione abbia fatto ben poco per meritarlo.

Sarah Bond, Phil Spencer e Matt Booty
Sarah Bond, Phil Spencer e Matt Booty

Non avendo il tempo né le persone necessarie per costruire una line-up di grande sostanza e qualità, hai portato avanti un'ambiziosa e costosissima politica di acquisizioni che però non ha dato i frutti sperati; e ora siamo alla resa dei conti, anzi alla liquidazione: esclusive smantellate, identità dell'ecosistema frantumata e un approccio multipiattaforma votato a recuperare più denaro possibile.

C'è un accordo con AMD per le Xbox di nuova generazione, ma mi sto ancora chiedendo che senso abbia produrle, a meno che il progetto della vostra prossima console non includa funzionalità assolutamente rivoluzionarie legate all'impiego dell'intelligenza artificiale, e non sto parlando di upscaling o frame generation.

Ora, intendiamoci: non so se ci fosse una strada diversa da quella che hai scelto di percorrere, specie in un mercato che ha dimostrato di essere così restio a premiare anche le iniziative più virtuose e vantaggiose per i consumatori stessi. E personalmente dubito che qualche altro attuale dirigente di Xbox al posto tuo possa fare di meglio.

Tuttavia quando hanno smentito la notizia delle tue dimissioni francamente non me la sono bevuta: sono convinto che con il passaggio generazionale ci sarà anche un passaggio delle consegne e purtroppo dubito che la situazione di Xbox migliorerà senza di te. Ma che tu voglia andartene, arrivati a questo punto, è del tutto comprensibile.

Questo è un editoriale scritto da un membro della redazione e non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.