Sony sostiene di non poter competere con Call of Duty, nel caso divenisse proprietà di Microsoft ed esclusiva Xbox, attraverso i propri franchise first-party di successo: non in termini di ore di gioco, di ricavi o di budget da spendere per la realizzazione delle proprie esclusive.
La dichiarazione arriva da un documento legato all'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft. Precisamente Sony ha scritto: "SIE [Sony Interactive Entertainment] non può proteggersi dalla perdita di Call of Duty".
"L'esperienza di SIE nello sviluppo di giochi sparatutto/battle royale è limitata e il suo principale franchise di sparatutto attivo è significativamente meno rilevante di Call of Duty", ha scritto Sony. "Destiny, il principale franchise attivo di sparatutto in prima persona di SIE, ha avuto solo [percentuale nascosta] delle ore di gioco e [percentuale nascosta] della spesa di gioco di Call of Duty nel 2021".
Come previsto, Microsoft ribadisce che non cercherà di ostacolare o impedire in alcun modo l'accesso a Call of Duty su PlayStation. "La posizione di Sony deve essere vista per quello che è: un tentativo egoistico di proteggere la propria posizione dominante sul mercato, piuttosto che una posizione fondata su preoccupazioni genuine riguardo alla continuità dell'accesso a Call of Duty, che avrebbe potuto ottenere mesi fa", ha scritto Microsoft.
Sony continua a ripetere che ci sono "pochi franchise così duraturi e così significativi in termini di guadagni e tempo di gioco per PlayStation" tanto quanto Call of Duty, e che qualsiasi tentativo di creare un nuovo rivale avrebbe "scarse possibilità di successo".
Entrando più nel dettaglio, Sony ha dichiarato che i propri costi di sviluppo sono "ridotti rispetto a quelli di Call of Duty". Persino God of War: Ragnarök, che Sony descrive come il suo "più grande titolo first-party di sempre", non può essere paragonato. Call of Duty costerebbe ogni anno 300 milioni di dollari, mentre la cifra di Ragnarok è censurata. Inoltre, Sony ricorda al CMA che Microsoft non ha rispettato degli accordi in passato.
La decisione finale della CMA sarà pubblicata il mese prossimo, entro il 26 aprile 2023.