Ora che il nuovo piano di PlayStation Plus è stato annunciato, è chiaro che le diverse linee di pensiero di Sony (e Nintendo) da una parte e Microsoft dall'altra sono più definite che mai e vanno in direzioni alquanto diverse. Parlando di necessità di proteggere il "circolo virtuoso" adottato ormai da tempo dai PlayStation Studios, che ha portato generalmente a giochi di alta qualità in questi anni, il capo di Sony PlayStation, Jim Ryan, ha spiegato che nel nuovo PlayStation Plus a tre livelli non sono previsti i lanci di esclusive first party al day one in catalogo. Le vendite di giochi secondo il modello standard hanno garantito finora delle grosse entrate a Sony, che hanno consentito di investire nello sviluppo di ulteriori mega-produzioni e così via, e modificare questo assetto potrebbe portare a una "sofferenza" nel livello qualitativo dei giochi da parte di PlayStation Studios. Di fatto, la compagnia fa troppi soldi dalle vendite al lancio (con i giochi PS5 che hanno attualmente il prezzo di 80 euro, in linea di massima) per rinunciare tranquillamente a questo tipo di gettito, cosa alquanto comprensibile.
Tuttavia, il collegamento diretto tra modello di business tradizionale e qualità potrebbe non essere proprio così solido come sostiene Ryan. Di fatto, la vendita di giochi a prezzo pieno non assicura che quelli siano tutti capolavori così come l'inserimento dei giochi al day one su un servizio in abbonamento non determina un loro scarso livello qualitativo, questo è vero sia per i videogiochi che per altri mezzi d'intrattenimento, come il cinema e le produzioni tradizionali contro quelle derivate dalle piattaforme di streaming. È però comprensibile la cautela di Sony, considerando le diverse condizioni in cui si trovano le compagnie in questione: praticamente nessun concorrente ha spalle coperte come Microsoft, l'unica che ha potuto lanciarsi nella nuova avventura del servizio in abbonamento con esclusive al day one partendo praticamente da zero e caricandosi di notevoli rischi che altri, proprio come Sony, non possono correre.
Tanto più se il modello di vendita standard comunque continua ad essere così remunerativo per loro, anche se c'è da dire che molte vendite vengono fatte quando i giochi vanno incontro a ribassi di prezzo, dunque il confronto con gli introiti assicurati dagli abbonamenti andrebbero visti in prospettiva.
Ci sono degli aspetti dubbi nella teoria del "circolo virtuoso": i grandi investimenti solitamente vengono effettuati su progetti dal ritorno sicuro, cosa che tende a restringere l'ambito di sperimentazione e creatività per gli sviluppatori. Sony è stata in grado di lanciare nuove proprietà intellettuali inedite e raggiungere il successo anche con quelle, dunque sono perfettamente in grado di slegarsi dalle dinamiche abitudinarie degli acquirenti su cui si basano solitamente altre grandi serie che hanno successo sul mercato, ma è indubbio che i PlayStation Studios tendano a concentrarsi su un ambito preciso, in termini di genere e taglio dei giochi, oltre ai franchise già stabiliti. Al contrario, come abbiamo detto anche in altri casi, gli introiti più regolari dati dagli abbonamenti consentono un'organizzazione diversa degli investimenti e possono aprire la strada a esperienze di gioco più sperimentali e diversificate. Magari dalla durata più breve o forse tecnologicamente meno avanzate delle produzioni costruite sui grandi investimenti tradizionali, ma questi non sono gli unici elementi da considerare in un eventuale bilancio qualitativo.
D'altra parte, Jim Ryan ha voluto anche lasciare uno spiraglio aperto per il futuro: citando anche il fatto che nessuno avrebbe mai pensato di vedere le esclusive PlayStation su PC, come invece sta accadendo con una certa regolarità con il nuovo corso della compagnia, il capo di SIE ha riferito di voler comunque valutare come si evolverà il mercato ed eventualmente decidere per un nuovo approccio. Di fatto, è probabile che Sony voglia vedere anche come andrà sul lungo termine la strategia di Microsoft e la propria e trarre eventuali conclusioni, cosa che vale anche all'opposto, come è normale che sia. Piuttosto, risulta interessante un'altra considerazione fatta sempre da Ryan: il CEO di PlayStation riferisce di non credere che i servizi su abbonamento onnicomprensivi possano diventare diffusi come Netflix, ma ha affermato di vedere i GaaS assumere sempre maggiore importanza nel mercato del futuro, cosa che si riflette nella recente tendenza di PlayStation a impegnarsi in progetti di questo tipo, con l'acquisizione di Bungie e le collaborazioni con i nuovi team. In questo senso, non è improbabile che alcuni di questi giochi (dovrebbero esserci 10 titoli live service in sviluppo in esclusiva per PS5 al momento) possano essere lanciati direttamente al day one sul nuovo PlayStation Plus, considerando che la loro economia si basa su modelli diversi da quelli del mercato standard.
Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.