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Porno vietato in Italia su internet, una proposta firmata Lega punta alla censura preventiva

Un emendamento alla legge sulla Giustizia attualmente in lavorazione alla Camera, presentato dalla Lega, punta a inserire un filtro preventivo su internet per bloccare porno e violenza su internet.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   19/06/2020

Il porno e i contenuti violenti potrebbero essere vietati in Italia su internet in maniera preventiva e globale secondo una proposta di legge firmata dalla Lega e inserita come emendamento alla nuova legge sulla Giustizia e sulle intercettazioni, che introduce l'idea di un filtro in grado di funzionare come una vera e propria censura preventiva.

Nel testo attuale si legge infatti l'articolo 7 bis, "Sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio", il quale richiederebbe di inserire una sorta di filtro preventivo in grado di bloccare tutti i contenuti relativi alla pornografia su internet.

In pratica, secondo la proposta di legge, solo l'utente maggiorenne titolare del contratto per la connessione a internet potrebbe disattivare il filtro preventivo, attraverso una richiesta esplicita al proprio operatore telefonico.

I contratti di fornitura nei servizi di comunicazione elettronica disciplinati dal codice di cui al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259 devono prevedere tra i servizi preattivati sistemi di parental control ovvero di filtro di contenuti inappropriati per i minori e di blocco a contenuti riservati ad un pubblico di età superiore agli anni diciotto

Questi servizi di parental control sarebbero dunque preattivitati ed estesi a bloccare qualsiasi contenuto inadatto ai minori, dunque si aprirebbe anche la questione su quali contenuti verrebbero bloccati, perché potrebbero essere compresi anche contenuti violenti o sessuali di vario tipo.

La disattivazione del blocco sarebbe comunque gratuita, ma dovrebbe essere richiesta esplicitamente dal titolare del contratto telefonico. Si tratterà dunque di un filtro ampio, in grado di bloccare qualsiasi contenuto non adatto ai minori di default, secondo una proposta del senatore Simone Pillon della Lega il quale ha spiegato che questo progetto "rappresenta la cosa che mi sta più a cuore: l'introduzione dell'obbligo per i fornitori di telefonini, tablet, laptop, tv e altri device di preinstallare gratuitamente sugli apparati un filtro per bloccare contenuti violenti, pornografici o inadeguati per i minori", aggiungendo anche che si tratta di "Un piccolo regalo da parte della grande famiglia della Lega a tutte le mamme e a tutti i papà che vogliono proteggere i loro piccoli dai pericoli del web".

Un "piccolo regalo" che rischia però di creare un grande caos normativo, visto che si avvicina decisamente a una forma di censura di internet che risulterebbe inaccettabile secondo i principi di base della libertà d'espressione, tanto è vero che proposte simili sono state già tentate ma bloccate all'estero, anche negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

Un grosso problema è legato al fatto che la struttura dei contenuti su internet è tale da non consentire di bloccare esclusivamente contenuti estremi come particolarmente violenti o porno senza intaccare anche l'accesso a un'altra ampia quantità di contenuti decisamente più leciti. Se la discriminante dovesse essere semplicemente la fascia d'età a cui sono destinati i contenuti, anche gran parte dei videogiochi, per esempio, risulterebbero inaccessibili di default secondo il filtro.

Un problema ulteriore è dato dalla scelta strategica con cui l'emendamento è stato presentato: il testo è stato consegnato alla commissione della Camera, in attesa di passare all'Aula ma potrebbe non essere possibile intervenire per modificarlo, visto che i lavori devono essere chiusi entro il 29 giugno, pena la possibile crisi di maggioranza nel caso in cui il testo dovesse decadere (essendo un decreto del Governo).

Per questo motivo tecnico, l'articolo probabilmente riceverà un parere favorevole da parte della Commissione, nonostante lo scetticismo generale: "chiediamo al Governo di non rendere il testo immediatamente attuativo, non prima di un passaggio con gli operatori", ha affermato Enza Bruno Bossio (PD), segretario di Commissione, a Repubblica. "Una modifica del testo da parte nostra purtroppo non è fattibile perché non ci sono i tempi prima della scadenza dei termini".

Sembra dunque prospettarsi un notevole pasticcio legislativo, che potrebbe avere influssi di grande impatto anche al di là del porno, come nel mercato dei videogiochi, vista l'ampia presenza di contenuti ufficialmente destinati a un pubblico maggiorenne.

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