Nei giorni scorsi è piovuta su PUBG, al secolo Playerunknown's Battlegrounds, l'accusa di essere pieno di asset comprati dai vari store online (in particolare la mappa Erangel). Brendan Greene, il direttore creativo del gioco, nonché inventore del genere dei battle royale (con H1Z1) ha dichiarato in merito che accuse del genere gli fanno male.
Greene ha parlato dell'argomento nel corso dell'E3 2018, affermando che certe accuse vengono mosse a causa della scarsa conoscenza della creazione delle mappe da parte dei videogiocatori (non solo relativamente a PUBG).
Una mappa di PUBG viene realizzata in nove mesi, tempo che non sarebbe sufficiente senza usare il lavoro di altri artisti. La maggior parte degli oggetti però sono realizzati internamente dal team. Sull'argomento è intervenuto anche Ryan Rigney di PUBG Corp., che ha anzi consigliato ai nuovi team di ricorrere agli asset store per i loro primi progetti. È l'unico modo per realizzare velocemente un prodotto a un prezzo ragionevole:
"Assumere un team di quaranta artisti per 'provare un gioco' e poi valutare se è divertente non è un buon modo per lavorare. È a questo che servono gli asset store. Sono una grande risorsa per team che vogliono lavorare intelligentemente."
Se volete saperne di più di PUBG, leggete la nostra recensione.