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Rainbow Six Siege: nessuna tolleranza verso i giocatori "tossici", dice Ubisoft

La casa francese ha affinato i propri sistemi di tutela per evitare il diffondersi di comportamenti omofobi e razzisti nella community di Rainbow Six Siege

NOTIZIA di Davide Spotti   —   07/09/2018

Ubisoft ha scelto di adottare un approccio intransigente nei confronti dei giocatori che sono soliti avere comportamenti inadeguati durante le partite online di Rainbow Six Siege. Il primo giro di vite è stato dato a luglio, quando il brand director Alexandre Remy ha fatto sapere che gli sviluppatori hanno ideato nuovi criteri per rendere la community il più possibile sana e rispettosa.

"Il sistema di blocco sta andando forte, e siamo molto fiduciosi al riguardo", ha commentato Remy a PC Gamer. "Anche questo criterio è in fase di evoluzione. Qualsiasi giocatore che si esprima con commenti omofobi o razzisti nella nostra chat riceverà automaticamente un ban temporaneo. Dopo tre ban temporanei il ban diventerà definitivo".

"Si tratta di una presa di posizione molto forte da parte di Ubisoft, riguardo al modo in cui vogliamo affrontare la tossicità nel gioco. Questa funzionalità si evolverà con lo sviluppo in futuro, abbiamo in programma di aggiungere filtri per bloccare determinate parole che compaiono in chat, quindi sarà un po' più flessibile", ha proseguito Remy.

Lo sviluppatore ha aggiunto che, a prescindere dai piani futuri, il team di Rainbow Six Siege è molto interessato a eliminare le comunicazioni ostili tra utenti. I giochi basati sul PvP sono per loro stessa natura basati sul confronto, ed è proprio questo fattore che alimenta la tossicità dell'ambiente virtuale. Ciò nonostante Ubisoft dice di non avere alcun rimpianto per quanto riguarda i divieti posti ai giocatori che non si comportano secondo le regole e che essere forti significa bloccare questi atteggiamenti per evitare che si diffondano, in Rainbow Six Siege così come in altri titoli.

Quando gli è stato chiesto se la tolleranza zero rischi di minare la libertà di parola, Remy ha replicato: "c'è un detto che dice qualcosa del tipo 'la tua libertà finisce dove inizia la mia'. Per noi non è una questione di libertà o uguaglianza, è una questione di rispetto. Comportarsi in modo rispettoso non è un requisito che va oltre l'umanità. Il rispetto è tutto quello che chiediamo. Con queste misure che stiamo mettendo in atto credo che siamo sulla strada giusta per creare una community di individui rispettosi gli uni verso gli altri".

Rainbow Six Siege: nessuna tolleranza verso i giocatori 'tossici', dice Ubisoft