Un'altra conseguenza diretta dei dazi di Trump in ambito videoludico la stiamo vedendo a quanto pare con Razer, che sembra abbia interrotto la vendita di alcuni suoi prodotti in USA, almeno momentaneamente, in attesa di una maggiore stabilizzazione della situazione.
In base a quanto riferito da The Verge, sembra che Razer abbia interrotto le prenotazioni e le vendite del suo nuovo laptop Blade 16, per esempio: si tratta di un prodotto che doveva uscire in questi giorni ed era presente sul sito ufficiale fino a poco prima dell'annuncio dell'attuazione dei dazi di Trump, ma è stato ora rimosso.
La compagnia non ha ancora commentato in maniera ufficiale e precisa sulla questione, ma è probabile che la rimozione sia dovuta alla necessità di rivedere il prezzo dell'hardware, che verosimilmente sarà colpito dai cambiamenti economici.
Ancora non c'è un commento ufficiale al riguardo
Contattato da The Verge, il responsabile delle relazioni pubbliche di Razer, Andy Johnston, si è limitato a riferire che la compagnia "non ha ancora un commento in questo momento sullo stato dei dazi", dunque non c'è ancora una spiegazione collegata direttamente alla nuova soluzione adottata dall'amministrazione Trump, ma la connessione è probabile.
Razer, come molti altri produttori di accessori e hardware, ha ovviamente stabilimenti per la produzione in molte parti del mondo, soprattutto in Asia e in Cina in particolare. Questa tipologia di azienda, si sospetta, potrebbe essere tra le più colpite dalla soluzione adottata da Trump, dunque attendiamo di vedere i risultati di questa sul mercato.
Nelle ore scorse abbiamo riportato anche del caso di Arduboy, che davanti ai dazi è sostanzialmente costretto a chiudere o trovare soluzioni alternative essendo una produzione in scala molto piccola, ma anche aziende grandi dovranno correre ai ripari, perché la produzione su ampia scala in Cina, dove i dazi hanno raggiunto il 104% dei costi, possono rendere la situazione insostenibile.
Come risultato diretto di questi, abbiamo visto anche che Nintendo ha bloccato le prenotazioni di Nintendo Switch 2 in USA e Canada, in attesa forse di una revisione del prezzo della console.