Secondo un nuovo report dell'organizzazione britannica Internet Matters, i bambini stanno formando legami emotivi con i chatbot basati sull'intelligenza artificiale, come ChatGPT, Google Gemini e Snapchat My AI. Il rapporto, intitolato Me, Myself and AI, ha rilevato che due terzi dei giovani tra i 9 e i 17 anni nel Regno Unito hanno già utilizzato chatbot IA, con un incremento significativo negli ultimi 18 mesi.
L'elemento che, però, rende questo utilizzo in un certo qual modo preoccupante è la tendenza ad instaurare, come detto in apertura, dei legami emotivi e dunque delle vere e proprie relazioni emotive con i chatbot, individuandoli come amici o come dei "soggetti" con cui potersi confidare.
Un "compagno virtuale"
L'uso è particolarmente diffuso tra i bambini "vulnerabili" (71%) - quei bambini che risultano avere dei problemi con la socialità -, rispetto al 62% dei coetanei non vulnerabili. Inoltre, questi bambini sono quasi tre volte più propensi a usare chatbot pensati come "compagni" virtuali. L'IA, per molti giovani, non è solo uno strumento per fare ricerche, ma un interlocutore emotivo: un quarto dei bambini ha ricevuto consigli dai chatbot, e un terzo afferma che conversare con l'IA è simile a parlare con un amico.
Tra i bambini vulnerabili, queste percentuali salgono rispettivamente al 50% e oltre. Preoccupante è anche il fatto che un bambino su otto dichiara di usare chatbot perché non ha nessuno con cui parlare nella vita reale - e tra i vulnerabili la cifra raddoppia a uno su quattro.
Manca una guida adulta
Il report segnala come i bambini spesso esplorino l'IA senza un'adeguata guida adulta. Sebbene due terzi dei genitori vogliano parlare di IA con i figli, solo un terzo discute la questione dell'accuratezza. Anche le scuole sono poco coinvolte: solo il 57% degli studenti ha parlato dell'IA in classe, e appena il 18% ha avuto più di una conversazione al riguardo.
Questo tema, quello dei rapporti tra essere umani e IA, sta entrando sempre di più nei meandri dei possibili utilizzi dei vari sistemi: su tutti, ricordiamo quello relativo all'uso dell'intelligenza artificiale in terapia.