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Sony PlayStation: altre 8 donne si uniscono alla causa per discriminazione di genere

Altre 8 dipendenti ed ex-dipendenti si sono unite alla causa legale contro Sony per presunte discriminazioni di genere ai danni delle donne all'interno degli uffici PlayStation.

NOTIZIA di Stefano Paglia   —   10/03/2022

Altre 8 donne dipendenti ed ex-dipendenti di Sony si sono unite alla causa legale per discriminazione di genere all'interno degli uffici PlayStation.

Per chi non lo sapesse, lo scorso novembre Emma Majo, ex-analista della sicurezza PlayStation IT, ha accusato Sony di aver violato le leggi sul lavoro, pagando le dipendenti donna meno degli uomini per lavori simili o identici, negandogli addirittura delle promozioni. Lo scorso mese gli avvocati di Sony hanno chiesto l'annullamento della causa, in quanto la Majo non sarebbe, a loro dire, in grado di "dichiarare fatti a sostegno" delle sue rivendicazioni.

Stando al report pubblicato da Axios, ora altre otto donne si sono unite alla causa legale iniziata dalla Majo contro Sony, con le loro testimonianze che parlano di commenti umilianti contro le dipendenti di sesso femminile, avance sgradite, mancanza di attenzione al proprio lavoro o idee e la sensazione costante che per una donna sia più difficile avanzare di carriera all'interno degli uffici PlayStation.

Sony
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Marrie Harrington, veterana di Sony Online Enterainment e Sony PlayStation da oltre 16 anni, cita l'assenza di donne per ruoli senior durante le "sessioni di calibrazione". In una di queste, ad esempio, sono state prese in considerazione 70 uomini e solo 4 donne. In aggiunta sono stati fatti commenti sulla vita privata delle dipendenti, cosa che invece non è accaduta per quelli di sesso maschile.

Kara Johnson, ex program manager, afferma invece "credo che Sony non sia in grado di gestire adeguatamente gli ambienti di lavoro tossici", citando il fatto che prima di lei altre 10 donne hanno rassegnato le dimissioni presso gli uffici di Rancho Bernando, in California, a riprova dei problemi interni della compagnia.

La dichiarazione della Johnson include anche una lettera che ha condiviso con le colleghe quando ha lasciato Sony, in cui parla di ripetuti tentativi di informare i superiori sui pregiudizi di genere all'interno della compagnia, della presunta discriminazione contro le donne e di resistenze da parte di un responsabile delle risorse umane nel prendere provvedimenti nonostante le segnalazioni.

Al momento Sony non ha ancora commentato in via ufficiale le nuove accuse.