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Steam: supporto tecnico conferma che non è possibile lasciare l'account in eredità, quindi non morite

Il supporto tecnico di Steam ha confermato a un utente che non è possibile lasciare in eredità il proprio account Steam.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   20/05/2024
Il logo di Steam

Il supporto tecnico di Steam ha confermato a un utente, che gli ha posto la questione per mera curiosità, che non è possibile lasciare in eredità il proprio account. Sì, in caso di morte bisogna portarsi i giochi nella fossa e figli o parenti vari non hanno alcun diritto di accedervi.

L'utente in questione ha chiesto al supporto tecnico se fosse possibile lasciare l'account Steam facendo testamento. In fondo non sarebbe bello che un figlio riavviasse un gioco che avete amato e trovasse i vostri salvataggi cloud, con magari i vostri personaggi salvati e i progressi fatti? Non vi piacerebbe che un nipote scoprisse i vostri gusti studiando quali titoli avete amato di più? O che un vostro fantasma virtuale rimanesse in qualche modo accessibile?

In linea pratica, purtroppo, non è semplicemente possibile farlo, come spiegato dalla risposta di Valve, che va considerata ufficiale: "Sfortunatamente, gli account e i giochi di Steam non sono trasferibili. Il Supporto di Steam non può dare accesso a un account o fonderne i contenuti con un altro. Mi dispiace informarti che il tuo account Steam non può essere trasferito facendo testamento."

Problemi di preservazione

Che ne è di Steam Deck in caso di morte del possessore dell'account collegato all'hardware?
Che ne è di Steam Deck in caso di morte del possessore dell'account collegato all'hardware?

La digitalizzazione completa dei videogiochi sta sollevando non pochi problemi a livello di preservazione e di tutela degli acquisti degli utenti, che spesso scoprono di non avere alcuni diritto, pur avendo pagato. Prendete il caso recente di The Crew per avere un esempio di ciò che vogliamo dire. Vero è che viene specificato nei vari accordi di licenza che il giocatore sostanzialmente non possiede niente, a parte il diritto di installare e usare il software, ma è chiaro che certe questioni non possono essere risolte in modo così semplice, quantomeno nella percezione collettiva.

In qualche modo si sente la necessità di una forma di tutela di ciò che si paga, spesso anche a caro prezzo, e che certe evoluzioni tecnologiche sembrano remare in senso contrario rispetto a quelle che sono le esigenze degli utenti, vere o percepite che siano. Vedremo in futuro se ci saranno evoluzioni dal punto di vista legale rispetto a questioni simili. Intanto cerchiamo di campare il più a lungo possibile.