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Uno streamer cinese è morto, si dà la colpa alle troppe ore di lavoro impostegli

Dalla Cina arriva la notizia che uno streamer è morto a causa dell'esagerata mole di lavoro che gli è stata imposta. Vediamo cosa è stato svelato fino a questo momento.

Uno streamer cinese è morto, si dà la colpa alle troppe ore di lavoro impostegli
NOTIZIA di Nicola Armondi   —   28/11/2023

A Zhengzhou, in Cina, uno studente del college è stato trovato morto. Secondo le prime analisi, la colpa pare essere lo sfinimento e la mancanza di sonno, in seguito a cinque streaming notturni consecutivi della durata di oltre nove ore ciascuno.

Lo studente, Li Hao, lavorava come streamer online per la Henan Qinyi Culture and Media Co. e aveva l'obbligo di trasmettere 240 ore di streaming in 26 giorni (ovvero circa 9 ore al giorno), oltre a caricare 15 video al mese. Il tutto per guadagnare il salario minimo di circa 400 euro.

Il 10 novembre Li è stato trovato da alcuni amici in casa sua: il ragazzo non reagiva agli stimoli e all'arrivo in un ospedale locale è stato dichiarato morto. È stato affermato che Li Hao ha lavorato fino allo sfinimento e la colpa viene data al fatto che è stato trasferito al "turno di notte" cinque giorni prima dai suoi datori di lavoro per ottenere maggiori guadagni. Secondo le prime dichiarazioni del padre, il ragazzo non voleva lavorare di notte, ma è stato convinto dalla compagnia.

La risposta della compagnia cinese

Streaming ed eSport richiedono spesso tante ore di lavoro
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In un articolo pubblicato da China Daily, è stato rivelato che l'azienda sta sfidando attivamente le accuse, negando di essere responsabile della morte di Li Hao. Un rappresentante dell'azienda ha sottolineato che: "Noi forniamo la location e prendiamo una commissione dalle sue mance, ed è solo una semplice collaborazione".

È stato affermato che i dipendenti possono scegliere i propri orari e la durata delle dirette streaming, e che Li Hao si è sovraccaricato di lavoro cercando di lavorare e studiare in contemporanea.

Secondo quanto riportato, l'azienda ha offerto volontariamente alla famiglia di Li Hao l'equivalente di circa 640€ come risarcimento, ma qualsiasi ulteriore richiesta dovrà passare attraverso i canali legali.

Tuttavia, l'azienda ha anche ammesso che i live streamer spesso faticano a trovare un equilibrio tra il cercare di guadagnare il più possibile e al tempo stesso non esagerare con il lavoro. Detto questo, il rappresentante ha comunque ribadito che l'azienda non è responsabile di quanto accaduto a Li Hao. Per il momento non è chiaro se la famiglia abbia intenzione di fare causa alla compagnia, ma sta cercando una compensazione monetaria tramite l'assicurazione.