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Telegram a rischio blocco anche in Russia a seguito dei fatti di Mosca

La Federazione Russa ha espresso preoccupazione nei confronti dell'app di messaggistica dopo i recenti fatti di Mosca, richiedendo più controllo.

Telegram a rischio blocco anche in Russia a seguito dei fatti di Mosca
NOTIZIA di Luigi Cianciulli   —   28/03/2024

Il 22 marzo scorso, la Russia è stata scossa da un grave e violento atto terroristico perpetuato presso una sala concerti nella periferia di Mosca.

Tra le conseguenze dell'attacco alla Crocus City Hall sono arrivate anche le esortazioni del Cremlino rivolte a Pavel Durov, il proprietario di Telegram.
La richiesta sono state di prestare maggiore attenzione alle conversazioni che avvengono sulla piattaforma, siccome, secondo gli enti di intelligence, sembra che il reclutamento dei terroristi sia avvenuto tramite la popolare applicazione.

Telegram, con sede a Dubai e un team di circa 50 dipendenti, è stata fondata nel 2013 da Durov insieme a suo fratello.

Chiamata alle responsabilità

Pavel Durov CEO Telegram
Pavel Durov CEO Telegram

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato in un'intervista recente ai media russi che al momento non è in programma il blocco dell'app all'interno del paese, come già stava accadendo in Spagna.

Tuttavia, ha rivolto un messaggio al CEO di Telegram in merito agli accadimenti:

"Pavel Durov dovrebbe mostrare maggiore attenzione, poiché questa risorsa tecnologica unica e straordinaria, che è cresciuta di fronte agli occhi della nostra generazione, sta diventando sempre più uno strumento utilizzato per scopi terroristici".

L'agenzia di stampa RIA Novosti ha riferito che i terroristi coinvolti nell'attacco al Crocus sarebbero stati reclutati tramite un canale Telegram radicale appartenente all'ISIS-K.
Uno dei membri dell'attacco avrebbe confessato personalmente di essere stato reclutato tramite l'applicazione.

Possibili vie

Durov attualmente risiede a Dubai
Durov attualmente risiede a Dubai

In tempi recenti, Durov aveva annunciato l'intenzione di introdurre chatbot basati sull'intelligenza artificiale per migliorare il servizio clienti e di investire nell'IA per affrontare i numerosi problemi di moderazione sulla piattaforma, spesso criticata per la presenza di contenuti criminali ed estremisti.

In risposta a ciò, Anton Gorelkin, membro della Commissione per la politica dell'informazione della Duma, ha esortato Durov a dare quanto prima una prova dell'efficacia di queste tecnologie per contrastare l'uso di Telegram da parte di gruppi malintenzionati.
Un suggerendo proposto sarebbe stato di vietare la ricezione di messaggi da contatti sconosciuti che contengono parole sospette.

Attualmente, non è stata fornita una risposta da parte del fondatore di Telegram.
L'applicazione, che conta oltre 900 milioni di utenti attivi al mese, sta generando notevoli profitti attraverso sottoscrizioni premium e annunci sponsorizzati.
Pavel Durov, con cittadinanza sia negli Emirati Arabi Uniti che in Francia, è stimato possedere un patrimonio di circa 15,5 miliardi di dollari.
Il CEO era fuggito dalla Russia nel 2014 dopo aver rifiutato di condividere i dati degli utenti di VKontakte (VK), un social network russo simile a Facebook che aveva fondato, con l'agenzia di sicurezza russa.