I processori a 2 nanometri non saranno fabbricati negli Stati Uniti nel prossimo futuro, ma rimarranno esclusiva delle fabbriche TSMC a Taiwan: questa è stata la notizia condivisa dalla compagnia, come a mettere le mani avanti soprattutto vista la rielezione di Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti d'America. Nonostante l'Arizona già ospiti stabilimenti TSMC operativi per la produzione a 5 nanometri e presto a 3 nanometri, l'accesso alla tecnologia a 2 nanometri è vincolato dalla legge taiwanese e sembra andare in conflitto con l'idea del nuovo governo di avere autonomia tecnologica sul suolo americano.
Norme di protezione e l'accordo con Apple
Apple, partner chiave di TSMC, è già pronta a utilizzare questi chip per i propri prodotti futuri, ma il Ministero degli Affari Economici taiwanese ha confermato che questa produzione resterà esclusiva dei siti produttivi locali per via di norme di protezione tecnologica. Il ministro J.W. Kuo ha spiegato che Taiwan deve salvaguardare le proprie tecnologie più avanzate, impedendo quindi la produzione all'estero di semiconduttori a 2 nanometri. Secondo Kuo, solo quando a Taiwan sarà disponibile un nodo tecnologico ancora più avanzato si potrà pensare a un'espansione internazionale di queste capacità.
Secondo il piano industriale di TSMC, i chip a 2 nm prodotti negli Stati Uniti dovranno attendere fino al 2028, quando sarà pronto anche un secondo stabilimento in Arizona. Questo cronoprogramma, approvato dagli investitori, rispecchia la volontà del gruppo di mantenere una rigorosa protezione delle proprie tecnologie. Nonostante le eventuali pressioni dell'amministrazione americana, TSMC non intende modificare la propria roadmap, proteggendo così la leadership tecnologica taiwanese in attesa di una nuova generazione di processi produttivi.
Sicurezza nazionale
Il nodo della produzione dei semiconduttori, infatti, non è solo una questione economica: Taiwan è al centro di una complessa rete di alleanze e conflitti geopolitici. Pur non esistendo accordi formali di difesa tra gli Stati Uniti e Taiwan, la presenza di TSMC e delle sue tecnologie all'avanguardia rende l'isola un asset strategico. In caso di una crisi con la Cina, la posizione americana potrebbe essere influenzata anche dall'esigenza di proteggere le capacità produttive di TSMC e il suo impatto su scala globale.