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Ubisoft: nuove testimonianze parlano di un ambiente di lavoro tossico

Emerse delle nuove testimonianze di ex-dipendenti di Ubisoft che hanno confermato le storie emerse nelle scorse settimane sulla tossicità dell'ambiente lavorativo.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   14/08/2020

Chris Kerr di Gamasutra ha raccolto delle nuove testimonianze sulla tossicità di Ubisoft come ambiente lavorativo, riportandole in un lunghissimo articolo. Da notare che i racconti provengono da diversi uffici dell'editore francese, Ubisoft Singapore, Ubisoft Montreal e Ubisoft Quebec, quindi pare che si possa parlare di malcostume diffuso e non di casi sporadici.

Secondo i racconti fatti a Kerr, dentro a Ubisoft sono diffusissimi maltrattamenti, omofobia, sessismo, razzismo, bullismo e comportamenti manipolatori.

Tra le personalità peggiori spiccano Jonathan Dumont, il creative director di Assassin's Creed Odyssey, definito una persona abusiva che pare incarni il grosso dei problemi di Ubisoft. Come lui Hugo Giard, il creative director di Gods & Monsters, considerato un bullo che distrugge le persone che collaborano con lui, in particolare donne e nuovi assunti.

Per Ubisoft Quebec si parla di una politica interna dominata dal bullismo e da un diffuso nepotismo che premia soltanto chi rientra nella cerchia dei capi. Pare che i maltrattamenti, con minacce e intimidazioni varie, ricevuti dagli altri non siano un mistero. La stessa situazione si vivrebbe a Ubisoft Singapore, dove dominano sessismo, insensibilità verso i problemi razziali, maltrattamenti e abusi vari.

Secondo Jill Murray, ex narrative designer di Ubisoft Quebec, per uscire da questa situazione Ubisoft deve ripartire da zero.