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Un gruppo anti porno si è intestato le censure dei giochi porno su Steam, rimossi articoli che ne parlavano

Un gruppo anti porno australiano ha reclamato le censure di Steam come un suo successo: alcuni articoli che ne parlavano sono stati rimossi da Vice.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   21/07/2025
Un gioco porno di Steam

Collective Shout, un gruppo anti-pornografia australiano, si è attribuito il merito della recente rimozione da parte di Steam di un gran numero di giochi sessualmente espliciti e del varo delle nuove e più severe linee guida sulla pubblicazione di tale materiale, che dà ai gestori dei sistemi di pagamento il diritto di rifiutare l'accesso di un gioco al negozio di Valve. Sarebbero stati proprio questi ultimi a fare pressioni sullo studio di Half-Life per ottenere più potere, come dichiarato dalla compagnia, che accontentandoli ha voluto evitare che molti non potessero più acquistare giochi su Steam.

Pressioni

Collective Shout ha però pubblicato una lettera aperta in cui ha vantato il suo operato, spiegando di aver fatto pressione sui gestori dei sistemi di pagamento per costringere Valve a cedere sul punto.

Su Steam comandano le carte di credito e i gruppi conservatori?
Su Steam comandano le carte di credito e i gruppi conservatori?

La notizia è stata riportata per prima dalla testata Waypoint, che è stata poi costretta dal suo editore a ritirare gli articoli, senza dare spiegazioni. L'autrice degli articoli, Ana Valens, ha affermato che la società madre di Vice, Savage Ventures, ha rimosso gli articoli a causa delle preoccupazioni dovute alle possibili controversie, pur ammettendo che erano giornalisticamente impeccabili. Insomma, li avrebbe censurati per non avere problemi.

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Collective Shout è un gruppo nato nel 2009, co-fondato dalla femminista pro-vita di destra Melinda Tankard Reist. Viene descritto come "un movimento nato dal basso contro l'oggettivazione delle donne e la sessualizzazione delle ragazze nei media, nella pubblicità e nella cultura popolare". Tra le sue varie campagne, spiccano quella per il bando di Snoop Dogg ed Eminem dall'Australia, quella per impedire a Tyler the Creator di andare in tour in Australia e quella di pressione sulle catene Target e Kmart per fermare la vendita di Grand Theft Auto 5. Loro è anche la campagna mediatica contro il gioco pornografico No Mercy, che ha portato alla rimozione dello stesso da Steam.

Il 7 luglio, Collective Shout ha aggiornato proprio la campagna di No Mercy, chiedendo ai suoi sostenitori di fare pressione sui circuiti di credito (inclusi PayPal, MasterCard, Visa e Discover) per "tagliare i legami con Steam e itch.io", dove è possibile acquistare "centinaia di giochi a tema stupro, incesto e abusi sui minori". A ciò è seguita una lettera aperta di Collective Shout che chiedeva loro di "cessare immediatamente l'elaborazione dei pagamenti su Steam e itch.io e qualsiasi altra piattaforma che ospita giochi simili".

Pare che siano stati in 1.067 a inviare email come parte di questa campagna. Le purghe di Steam sono iniziate il 15 luglio, dopo l'aggiornamento delle linee guida.

"Tutti questi feticisti dei videogiochi pedofili dal cervello marcio e malato di porno, così disperati di mettere le mani su giochi di incesto stupra-la-mia-sorellina, ora si scambiano indizi su come trovarli in modo che non muoiano tutti da un giorno all'altro," ha scritto Melinda Tankard Reist il 18 luglio in un post al vetriolo su X contro i videogiocatori che acquistano questi titoli. Successivamente ha vantato di aver vinto contro Steam.

I due articoli di Waypoint censurati sono stati tra i primi a collegare Collective Shout ai cambi di politiche di Steam, partendo proprio dalle affermazioni del gruppo. Nel frattempo Ana Valens e due altri redattori di Waypoint, Shaun Cichacki e Matt Vatankhah, si sono licenziati dal sito, affermando che la stampa di settore dovrebbe essere più attenta a questi casi di censura, che sono molto più gravi di quanto possano sembrare.