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Un'intelligenza artificiale può essere titolare di un brevetto?

La questione è stata posta all'Alta Corte britannica da un uomo che auspicava il riconoscimento ufficiale della macchina come vera inventrice di alcune creazioni.

NOTIZIA di Luigi Cianciulli   —   22/12/2023
Un'intelligenza artificiale può essere titolare di un brevetto?

Questo è il quesito che è stato posto da Stephen Thaler, al quale è seguita in risposta una determinazione dall'Alta Corte nel Regno Unito.
L'uomo ha a lungo cercato di ottenere brevetti per due invenzioni create da DABUS, un'intelligenza artificiale che lui stesso ha definito come la sua "fonte della creatività".

Thaler sperava che la macchina fosse riconosciuta a tutti gli effetti come inventrice delle creazioni, ma la sentenza della corte ha affermato che i brevetti non possono essere concessi se è DABUS a venire designata come l'inventore.

Il dibattito si concentra sull'essenza dell'intelligenza artificiale: dato che non è umana e non può rappresentare una persona fisica con tutte le implicazioni che questo comporta, l'IA non può essere considerata l'autore di un'invenzione, almeno secondo l'ufficio brevetti nel Regno Unito.

I diritti di una macchina

Il notevole avanzamento dell'IA sta spingendo gli Uffici di Proprietà Intellettuale di tutto il mondo a esaminare le implicazioni di questo progresso per quanto riguarda brevetti, marchi e copyright
Il notevole avanzamento dell'IA sta spingendo gli Uffici di Proprietà Intellettuale di tutto il mondo a esaminare le implicazioni di questo progresso per quanto riguarda brevetti, marchi e copyright

Stephen Thaler, imprenditore americano, sin dal 2018 ha cercato di registrare brevetti designando come inventore il suo sistema IA chiamato DABUS (Device for Autonomous Bootstrapping of Unified Sentience).
Il frutto delle invenzioni presentate comprendeva un contenitore di alimenti e un segnalatore luminoso lampeggiante.

Il giudice Elisabeth Laing ha però affermato in modo schietto che una macchina non può rivendicare i diritti di cui solo una persona può godere.

Secondo la Corte, la base della decisione si fonda su una clausola della legge sui brevetti nel Regno Unito, la quale recita che "l'inventore deve essere una persona fisica".

Di conseguenza, Thaler ha mestamente ritirato la richiesta, non senza contestare la decisione ricorrendo inizialmente all'Alta Corte e successivamente alla Corte d'Appello.

L'Intellectual Property Office (IPO), l'ufficio brevetti britannico, aveva precedentemente respinto la stessa richiesta nel 2019, con le ultime decisioni e sentenze nel 2020 e 2021, sempre a sostegno dell'idea che solo le persone possono richiedere brevetti per le loro invenzioni.

Gli avvocati di Thaler hanno risposto con delusione alla sentenza, accusando: "essa stabilisce che la legislazione attuale sui brevetti nel Regno Unito non è affatto adatta a proteggere le invenzioni generate autonomamente dalle intelligenze artificiali".

Casi da Asimov

Le due richieste di brevetto presentate dal Dottor Thaler sono state considerate conformi al Patents Act dall'Ufficio Sudafricano
Le due richieste di brevetto presentate dal Dottor Thaler sono state considerate conformi al Patents Act dall'Ufficio Sudafricano

Questo non è il primo caso in cui a Thaler, cittadino degli Stati Uniti, viene negata la possibilità di registrare brevetti a nome di DABUS.

Anche negli Stati Uniti, Thaler ha perso la causa contro l'ufficio brevetti nel 2020, per la stessa ragione: presentando come inventore una macchina, i requisiti legali non venivano esauditi.

Il caso è stato portato davanti al Tribunale Distrettuale di Columbia, dove il giudice Beryl Howell ha dichiarato: "L'autore umano è un requisito fondamentale per i diritti d'autore".
Thaler considera questa sentenza una violazione della costituzione, ma la Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto il suo caso, ponendo fine a ulteriori possibilità di sostenere la sua posizione.

La versatilità delle macchine può risultare sorprendente da un lato, ma è importante approfondire la natura delle creazioni e considerare anche chi ne risente.

Non sembra che Stephen Thaler abbia trovato pace in questi epiloghi visto che ha intenzione di proseguire la sua battaglia, intraprendendo ricorsi e azioni legali: nel 2021, il Sudafrica sembra aver infine riconosciuto DABUS come inventore per la prima volta.

Saranno le intelligenze artificiali gli inventori del domani?