Il blue screen of death o schermata blu della morte che dir si voglia è una cosa tremenda, non solo perché interrompe d'improvviso tutto quello che stiamo facendo, ma perché può essere sintomo di errori hardware o comunque di grossi problemi del sistema. Allo stesso tempo, però, è un'icona di Windows, leggermente diversa nel caso delle prime versioni del sistema operativo ma quasi sempre caratterizzata da un intenso colore blu. Questo fino a Windows 11 che ha cambiato strada, puntando su un lapidario nero, almeno fino all'aggiornamento alla build ufficiale 22000.346 che sarà disponibile per tutti nelle prossime settimane e ha riportato il buon vecchio bsod alla sua tinta tradizionale.
Il blue screen of death, comunque, è già stato nero in passato, dopo gli inizi blu navy delle schermate di errore piene di caratteri ascii di Windows 1.0 e Windows 2.0. A quel punto, con l'importantissimo passaggio a Windows 3.0, la schermata di errore si è finalmente popolata di scritte comprensibili, virando però verso nero, almeno fino al primo aggiornamento importante. Già con Windows 3.1 siamo infatti tornati al blu con una schermata che sarebbe rimasta invariata, nelle versioni per desktop di Windows, fino a Windows XP.
Il blu, comunque, è rimasto anche nel caso di Windows XP. A cambiare è stato il testo che è tornato a modificarsi con Windows 8 diventando, grazie all'aggiunta della faccina dispiaciuta su uno sfondo dalla tonalità più delicata, il blue screen of death che conosciamo oggi, con la piccola aggiunta di un QR code a partire da Windows 10. Ed ecco che con Windows 11, che per fortuna ha portato novità ben più rilevanti, Microsoft ha tentato un ritorno al nero, comunque colore classico dell'avvio e di mille altre schermate, trovandosi però a dover affrontare quella meravigliosa bestia chiamata nostalgia.