Sembra ormai assodato che Xbox avrà un futuro senza esclusive, il che a pensarci è un po' un ossimoro. Ormai da mesi Phil Spencer cerca di difendere la nuova strategia della divisione gaming di Microsoft, ma la realtà dei fatti è che questo approccio rappresenta una scelta obbligata, non voluta.
È da quando esistono le console che esiste il concetto di esclusiva: sono quei contenuti a cui è possibile accedere unicamente laddove si decida di acquistare quel determinato sistema; e proprio per questo vanno a caratterizzare la piattaforma, a donarle un'identità precisa, una sua riconoscibilità.
Vuoi giocare a Super Mario Bros. o The Legend of Zelda? Compra una console Nintendo. Vuoi giocare a Horizon, God of War o The Last of Us? Compra una console PlayStation. Vuoi giocare a Halo, Gears of War o Forza Horizon? Compra una console Xbox. Vuoi scaricare l'ultimo aggiornamento di sistema e scoprire che i titoli Ubisoft non funzionano più? Compra un PC.
Ogni sistema ha la sua identità, dicevamo, e il concetto resta valido anche con l'adozione di architetture identiche. Tuttavia è chiaro che l'interfaccia utente, le funzionalità del controller e la qualità dell'esperienza online da sole non bastano a vendere una console: è il software a svolgere questa funzione, ed è buffo che sia proprio Microsoft a ignorare il motivo principale del suo successo a partire dalla prima versione di MS-DOS.
La domanda dunque è molto semplice: laddove Game Pass e, in generale, le esclusive Microsoft fossero disponibili anche su PS5 e Nintendo Switch 2, per quale motivo qualcuno dovrebbe acquistare una Xbox?
PlayStation e Nintendo tirano dritto
Che l'acquisizione di Activision Blizzard sia stata un'arma a doppio taglio ci sembra ormai chiaro: l'investimento si è rivelato troppo impegnativo perché Microsoft potesse aspettare di recuperarlo, e così ecco la graduale cessione di esclusive da parte degli Xbox Game Studios per fare cassa.
Tuttavia che quella incensata nelle ultime settimane da Phil Spencer sia una strategia obbligata e non effettivamente desiderata lo dimostrano gli approcci di PlayStation e Nintendo, che non hanno bisogno di portare i propri titoli first party su Xbox e infatti continueranno a mantenere la linea di sempre.
A questo punto l'unica cosa che potrebbe salvare il concetto di Xbox come piattaforma hardware è l'arrivo nel 2026 di una console talmente potente, versatile e peculiare da convincere tutti ad acquistarla a prescindere dal fatto che i giochi che ci girano saranno disponibili anche altrove.
Vi sembra uno scenario plausibile? Parliamone.