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Xbox: il cloud gaming è un fallimento o è tutta tattica?

Le dichiarazioni di Microsoft sul futuro incerto del cloud gaming potrebbero avere molto a che fare con la decisione della CMA su Activision Blizzard.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   10/05/2023
Xbox: il cloud gaming è un fallimento o è tutta tattica?

Ha fatto parecchio discutere l'editoriale emerso ieri su Windows Central riguardante il presunto fallimento generale di Xbox Cloud Gaming, o quantomeno i suoi risultati al di sotto delle aspettative che getterebbero diverse ombre anche sul suo futuro. La questione parte dai dati forniti dalla stessa Microsoft alla CMA, all'interno della lunga indagine sull'acquisizione di Activision Blizzard, e già questo ci dice che sono posti in una luce particolare, come abbiamo visto diverse volte in passato, per cercare di non far emergere dei possibili vantaggi palesi della compagnia all'interno del mercato videoludico. Insomma, i dati sono probabilmente reali e concreti, ma la prospettiva in cui vengono messi potrebbe avere a che fare con un bel po' di tattica da parte di Microsoft per non influenzare negativamente la decisione della CMA, la quale comunque - come abbiamo visto - ha deciso di bloccare l'operazione proprio per il potenziale rischio di monopolio che verrebbe a crearsi in tale settore.

Per questo motivo, bisognerebbe tarare sempre le affermazioni di Microsoft in questo periodo, così come bisognerebbe soppesare bene le parole dette da Phil Spencer nel corso della recente intervista a Kinda Funny, che hanno portato a interpretazioni quasi deliranti da quanto abbiamo potuto leggere online. Tuttavia, non c'è dubbio che i numeri del cloud gaming parlino di un mercato ancora molto limitato in termini di ampiezza e quantità di utenti, tanto da rendere difficile pensare a una sua totale esplosione nel giro di pochi anni, sebbene l'evoluzione tecnologica porti probabilmente in quella direzione. In questa prospettiva, possiamo dire che la decisione della CMA risulti alquanto priva di basi logiche, perché si incentra su un costrutto del tutto ipotetico - ovvero di una crescita enorme del mercato cloud - che al momento sembra decisamente smentito dai dati attuali e dalle possibili prospettive sensate sugli sviluppi in base alla situazione odierna.

Anche per questo è possibile che le prospettive così fosche sul cloud gaming da parte di Microsoft siano una sorta di tattica per cercare di smontare la teoria della CMA, che punta totalmente sul successo di questa forma di fruizione dei videogiochi per giustificare il suo blocco all'acquisizione di Activision Blizzard. Considerando quanto la casa di Redmond ha investito nella sua infrastruttura Azure e nel cloud in generale è difficile pensare, in ogni caso, che abbia intenzione di tirarsi indietro da questo mercato, tuttavia i precedenti in questo senso non mancano: la chiusura di Google Stadia, per esempio, era difficilmente prevedibile considerando il supporto tecnologico su cui poteva contare la compagnia e l'investimento iniziale fatto per lanciare il servizio.

Per quanto riguarda il cloud gaming su piattaforme mobile, c'è un elemento che effettivamente porta a dubitare di un tasso di crescita enorme per il prossimo futuro: la grande evoluzione tecnologica che stanno attraversando i dispositivi tenderà a rendere sempre più semplice la possibilità di giocare a delle versioni native di titoli anche complessi in futuro. Tra queste e la fruizione in cloud, un giocatore tenderà sempre a evitare quest'ultima, dunque è veramente difficile prevedere con certezza che il cloud gaming sia destinato a raggiungere enormi bacini di utenza nel giro di pochi anni, considerando anche come la velocità di evoluzione delle infrastrutture che forniscono la connessione a internet è probabilmente minore rispetto a quella dell'evoluzione tecnologica di smartphone e tablet. Insomma, i dubbi di Microsoft vanno probabilmente soppesati bene nell'ottica del loro voler mantenere un profilo basso, ma le visioni sul futuro della CMA, su cui hanno incentrato tutta la teoria che ha portato al blocco dell'acquisizione di Activision, sembrano almeno altrettanto dubbie.