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Dante Reloaded

Capcom rispolvera il suo ultimo Devil May Cry per le console di nuova generazione, con una riedizione che propone qualche nuovo contenuto e una ripulitura generale alla grafica

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   10/03/2015

Mentre la pratica del reboot è diventata ormai comune nel mercato attuale, l'operazione di restyling applicata a personaggi che fanno parte dell'immaginario videoludico collettivo può essere estremamente rischiosa. La gestione delle icone videoludiche non è dissimile dallo star system hollywoodiano e in particolare per quanto riguarda i videogiochi di culto, quelli che vantano uno zoccolo di appassionati particolarmente agguerrito e tradizionalista, magari assimilabile alla figura dell'hardcore gamer, andare a toccare certi punti fermi può scatenare un'opposizione feroce.

Dante Reloaded

Lo sa bene Capcom, publisher storico che negli ultimi anni ha cercato di stare al passo coi tempi modificando e ammodernando il materiale appartenente al suo vasto catalogo, qualche volta riuscendo e altre volte fallendo in maniera piuttosto evidente. DmC Devil May Cry è uno di questi esperimenti, accolto però con giudizi decisamente polarizzati: se da una parte la critica ha promosso la coraggiosa operazione di rilancio del brand, dall'altra il pubblico di irriducibili fan di Dante non è proprio riuscito ad accettare il restyling imposto dal publisher al loro beniamino, affidato alle cure del team britannico Ninja Theory e uscitone come un baldanzoso giovanotto con pochi elementi in comune con l'originale. Glaciale combattente dalla lunga chioma argentea temprato da mille battaglie demoniache nei primi capitoli, questo nuovo Dante è invece un ragazzo ribelle, dal capello nero e corto, ancora inesperto anche se dotato di un grande talento per il combattimento. Il "badass" maturo e impassibile è diventato una giovane testa calda decisamente sboccata e irrispettosa, frettolosamente etichettato come "emo" in una manovra che gli appassionati di vecchia data non sono riusciti proprio a mandare giù. È un peccato che gran parte dei discorsi spesi su DmC si siano concentrati alla fine su questa pura questione di forma, perché al di sotto del taglio di capelli e delle battute di cattivo gusto c'è effettivamente anche un buon gioco. Vediamo se sia possibile riscoprirlo in occasione di questa Definitive Edition.

Lo stylish action

L'epopea di Dante in questo nuovo capitolo prende una piega alquanto alternativa rispetto a quella originale: la lotta metafisica del nefilim (figlio di un demone e di un angelo femmina) si lega ad una sorta di critica della società consumistica associando Mundus, il demone supremo, ad un magnate dell'industria e delle telecomunicazioni in grado di tirare i fili del mondo intero.

Dante Reloaded

La guerra personale di Dante e del fratello Vergil in questa particolare visione diventa dunque ribellione contro il "sistema", qui mosso da poteri realmente diabolici, una critica sociale elementare e un po' grossolana ma comunque apprezzabile, al di là del mero pretesto che offre al giocatore per menare colpi. In questo contesto si innesta un action game estremamente veloce e spettacolare, che prosegue nel solco segnato da Hideki Kamiya per quanto riguarda i fondamentali del combattimento e l'insistenza sullo stile, la ricerca non solo dell'efficacia combattiva ma anche della spettacolarità. Un action "stylish" come questo, insomma, non richiede solo l'abilità nello sferrare i colpi ed evitare quelli degli avversari, ma impone anche di farlo con un certo stile. L'alternanza di colpi veloci, potenti, prese e proiezioni aeree determina combo devastanti, che se portate a termine con il giusto tempismo valgono valutazioni di alto livello, moltiplicando i bonus e i danni inferti in base all'estetica del combattimento, costantemente valutata con una particolare scala di voti nel corso di ogni scontro. L'alternanza immediata di armi dotate di caratteristiche differenti consente diversi stili di combattimento e un approccio che è sia estetizzante sia parzialmente strategico, considerando che alcuni nemici richiedono certe tipologie specifiche. Dal punto di vista strutturale, la Definitive Edition non presenta variazioni rispetto all'edizione originale, pertanto rimandiamo alle recensioni del vecchio DmC Devil May Cry e del relativo DLC Vergil's Downfall, compreso nel pacchetto, per tutti i dettagli riguardanti il funzionamento del gioco.

Dante è tornato: più arrabbiato, veloce e definito che mai nella Definitive Edition di DmC

Ritorno alle origini?

In termini di struttura e storia dunque, la Definitive Edition non propone nulla di nuovo rispetto all'edizione originale, con le variazioni che vanno ricercate solo nell'ambito tecnico e parzialmente contenutistico. Dedichiamoci dunque a quest'ultime, che sono state studiate da Ninja Theory prendendo in considerazione anche i feedback dei giocatori e dimostrano chiaramente una volontà di andare incontro ai gusti degli utenti, cercando di ricucire lo strappo consumatosi con lo zoccolo duro di appassionati della serie. Al di là dei DLC inclusi, francamente esigui, considerando che si tratta solo dell'unica espansione uscita, ovvero Vergil's Downfall, un nuovo Bloody Palace dedicato al personaggio in questione e qualche skin per modificare l'aspetto di Dante, il lavoro maggiore effettuato dagli sviluppatori si è concentrato sulle modifiche al bilanciamento e sulle opzioni aggiuntive inserite.

Dante Reloaded

Tutto è ovviamente studiato all'insegna dell'hardcore gamer, rispondendo alle critiche che vedevano DmC tendente ad un eccessivo abbassamento del livello di difficoltà rispetto ai capitoli originali. In quest'ottica si apprezza l'aggiunta di varie modalità che consentono di alzare in maniera sostanziale il livello della sfida, oltre a garantire un buon tasso di rigiocabilità per provare tutte le variazioni possibili sul tema. La modalità Hardcore aumenta la resistenza dei nemici e il sistema di valutazione dello stile diventa più selettivo, richiedendo maggiore abilità e velocità di esecuzione per raggiungere i livelli alti, oltre a una rielaborazione del Devil Trigger che complica la vita a Dante anche nella sua forma demoniaca. La modalità Must Style rende necessario il raggiungimento del livello "S" nell'esecuzione delle combo per infliggere danni ai nemici, che risultano altrimenti invulnerabili, mentre il livello di difficoltà Gods Must Die rappresenta probabilmente la sfida maggiore del pacchetto, con la necessità di abbattere i nemici con Devil Trigger attivato e senza utilizzare gli oggetti curativi. La sensazione che restituisce questa Definitive Edition è dunque quella di un sottile ma ben studiato avvicinamento alle caratteristiche originali, perfezionando il gameplay e rendendolo più vicino alla tradizione.

Dedicato ai fan

Le aggiunte e le modifiche applicate alla Definitive Edition si muovono principalmente secondo due direttrici principali, ovvero una maggiore aderenza alla tradizione della serie, sebbene Ninja Theory abbia comunque mantenuto la sua particolare impronta su questo capitolo, e l'inclusione di caratteristiche volute e richieste dagli utenti più appassionati, selezionate in base ai feedback e a quanto emerso anche da parte della community della versione PC, a cui quest'ultima edizione deve sicuramente qualcosa in termini tecnici.

Dante Reloaded

Il Turbo Mode è un gradito ritorno nel gioco, un'opzione che incrementa la velocità degli scontri del 20% rendendo l'azione decisamente più frenetica e spettacolare, cosa che unita alla maggiore fluidità aumenta il godimento estetico degli scontri. La possibilità di effettuare il targeting in maniera manuale, scegliendo dunque su quale nemico concentrare i colpi, è stata probabilmente una delle richieste più frequenti da parte dei giocatori, visto che il sistema di mira automatico tendeva ad essere molto confusionario, come avevamo rilevato anche nella recensione dell'originale, ed è chiaramente un'aggiunta che gli sviluppatori hanno inserito per rispondere alle esigenze dell'utenza. Altri interventi di bilanciamento hanno colpito il sistema di ranking per le valutazioni dello stile di combattimento e i boss, ma anche elementi di gioco più sottili, come una riduzione del vantaggio ottenibile utilizzando la manovra difensiva Demon Evade e vari altri piccoli ma importanti aggiustamenti alla meccanica delle mosse difensive e d'attacco. Una rielaborazione che ricorda da vicino le operazioni effettuate sempre da Capcom sulle varie versioni di Street Fighter IV. L'importanza dell'esempio dato dalla community risulta poi evidente nella possibile attivazione di alcune mod che erano state elaborate per la versione PC, come la disattivazione del timer all'interno del Bloody Palace o l'eliminazione della necessità di utilizzare l'arma angelica o demoniaca contro alcuni nemici, che diventano dunque vulnerabili a qualsiasi tipo di attacco.

Obiettivi Xbox One

Anche questa Definitive Edition si allinea allo standard dei 50 obiettivi sbloccabili per il totale di 1000 punti. Considerando la presenza del DLC di Vergil e la quantità di modalità introdotte, la semplice conclusione della storia non porta a raccogliere una grande quantità di punti, ma è necessaria una certa dedizione e l'esplorazione di tutte le varie modalità e livelli di difficoltà per conquistare il bottino completo. D'altra parte è quello che i fan di DmC vogliono, giusto?

60 frame al secondo, 1080p

L'approdo ai 60 frame al secondo non è un'esclusiva della Definitive Edition, visto che tale traguardo era già stato raggiunto dall'ottima versione PC dell'originale, ma tanto basta a rendere questa nuova edizione molto interessante, vista l'importanza che il fattore fluidità assume in un gioco del genere. In un titolo che fa della velocità dell'azione e del concatenamento delle mosse i suoi punti fondamentali, un aumento del frame rate ha effetti benefici anche sul gameplay, almeno in termini percettivi. A questo si accompagna la nuova risoluzione a 1080p, risultato di un'operazione di rimasterizzazione globale dell'impianto grafico e di modifica (almeno parziale) degli asset originali per meglio apparire nel nuovo standard visivo. A dire il vero i risultati non sono propriamente sensazionali, se si confrontano con il potenziale offerto da PlayStation 4 e Xbox One. La risoluzione aumentata migliora l'aspetto del gioco ma è evidente come l'impianto grafico appartenga pienamente alla generazione scorsa e non rappresenti certo un elemento di spicco nel contesto della nuova generazione. Il frame rate, come è stato riferito in precedenza da Ninja Theory, non è bloccato a 60 frame al secondo, e sebbene la fluidità si attesti sempre su ottimi livelli alcune variazioni sono percepibili in casi sporadici. Un problema più frequente, almeno nella versione Xbox One testata, è invece quello del tearing, che compare all'interno di alcuni livelli ruotando con una certa insistenza la telecamera (azione che si rende spesso necessaria per scorgere i collezionabili nascosti), segno di qualche difficoltà incontrata dagli sviluppatori nell'adattamento del motore grafico basato su Unreal Engine 3 nel nuovo contesto hardware, anche se non si tratta di difetti di grande entità. Per il resto, rimane invariato il giudizio sull'ottimo lavoro effettuato dagli artisti del team britannico nella costruzione di scenari, personaggi ed animazioni, così come sul comparto audio che si avvale delle musiche di Noisia e Combichrist, nonché sul doppiaggio in italiano.

Conclusioni

Versione testata Xbox One
Multiplayer.it
8.0
Lettori (18)
7.6
Il tuo voto

Il valore di questo gioco, in senso assoluto, resta lo stesso, alto, dell'originale DmC: Devil May Cry. Tuttavia se si deve valutare l'operazione Definitive Edition non si può evitare di notare come a distanza di due anni e con una transizione generazionale all'attivo, il gioco sia rimasto sostanzialmente lo stesso come contenuti e non si presenti eccessivamente diverso sul piano tecnico. I ritocchi al bilanciamento, le nuove modalità e livelli di difficoltà rappresentano un gradito ritorno all'anima hardcore delle origini, incrementando il senso di sfida e la rigiocabilità, mentre il passaggio ai 60 frame al secondo, comunque già visto nella precedente versione PC, è più di un semplice dettaglio in un titolo del genere. Tuttavia, resta l'idea che qualcosa di più si sarebbe potuto fare, almeno dal punto di vista dei contenuti, anche se il prezzo non esoso a cui viene venduta questa Definitive Edition risulta comunque equamente commisurato al lavoro effettuato da Capcom.

PRO

  • Ancora divertente come due anni fa
  • Le novità incrementano e arricchiscono la sfida
  • I 60 frame al secondo si notano...

CONTRO

  • ...ma l'impianto grafico risulta un po' datato
  • Praticamente nessuna aggiunta come contenuti inediti
  • Level design non sempre ispirato