Tener conto delle innumerevoli uscite che quotidianamente ingigantiscono il catalogo di Steam, la piattaforma di distribuzione digitale di Valve, è diventata un'impresa improba anche per chi, come noi, si occupa in modo professionale di intrattenimento videoludico. Tra giochi palesemente incompleti, versioni alpha, riedizioni di vecchie glorie del passato, è diventato altrettanto difficile dare il giusto risalto a quei titoli magari meritevoli ma che rischiano di passare in secondo piano.
Tra questi rientra sicuramente The Red Solstice, opera prima di Ironward, minuscola software house di Zagabria, che avevamo già provato in un'anteprima pubblicata esattamente un anno fa, in concomitanza con la positiva campagna di raccolta fondi lanciata su Kickstarter. Dopo diversi aggiornamenti è arrivata a completamento anche la versione definitiva di questo titolo particolare, che nel frattempo ha raccolto numerosi consensi anche tra gli utenti che hanno deciso di sostenere i ragazzi croati con l'acquisto della versione Early Access. Tra le cose che sin da subito saltano all'occhio c'è la presenza della tanto anticipata campagna in sigle player, sulla quale ci è parso si siano concentrati i maggiori sforzi dei programmatori in questi ultimi mesi: è proprio questo l'aspetto su cui si basa principalmente la nostra prova, visto che il multiplayer, che in fondo è il vero cuore pulsante del gioco, non ha subito rivoluzioni ma è stato piuttosto oggetto di un accurato lavoro di bilanciamento. Partiamo subito a descrivere le fatiche del sergente Tyler (è proprio lo stesso di cui si cercano le tracce nelle partite in cooperativa), inviato a Tharsis con la sua squadra per investigare su quanto sia accaduto durante il solstizio rosso, la più violenta tempesta verificatasi su Marte da quando il pianeta è stato colonizzato dagli uomini. Per chi si fosse perso le puntate precedenti, siamo al cospetto di un titolo che a buon diritto si può definire un MOBA cooperativo, ma volendo anche uno strategico privo della gestione di risorse.
L'attesa campagna per single player si è rivelata deludente, mentre i server sono andati svuotandosi
Finalmente il single player
Il primo livello serve appena per prendere confidenza col sistema di controllo, col quale ci pare i programmatori abbiano litigato non poco. Il giocatore infatti controlla il singolo Hunt, mentre i tre membri del team lo seguono senza battere ciglio: tuttavia, premendo la barra spaziatrice, è possibile entrare in una modalità tattica in cui si rallenta lo scorrere del tempo e diventa possibile impartire gli ordini anche agli altri militari del gruppo. Dal momento in cui non possono interagire con lo scenario (azione ad esclusivo appannaggio del protagonista), i commilitoni si rivelano delle fondamentali pedine da posizionare in punti difensivi strategici, mentre il nostro beniamino si occupa degli obbiettivi primari della missione.
Questa variante tattica, ovviamente impossibile da implementare nel gioco online, non ha convinto fino in fondo a causa di una certa macchinosità nell'impartire gli ordini; sarebbe stato molto più intuitivo consentire il controllo permanente di ciascuna unità o, al contrario, escluderlo del tutto.
Se ne ricava l'impressione che gli sviluppatori abbiano voluto mettere due piedi nella stessa scarpa: da un lato era necessario mantenere l'impostazione MOBA/hack & slash che caratterizza le sessioni multiplayer per non snaturare completamente la struttura di gioco, dall'altro si è cercato di simulare la presenza di altri giocatori umani senza però riuscire nell'intento in modo efficace. Ne deriva un'esperienza farraginosa e priva del mordente che dovrebbe invogliare a proseguire nella trama, di cui non sveliamo troppi dettagli: basti sapere che non si risparmia nel repertorio di cliché e banalità varie in cui sono coinvolti virus sintetici, esperimenti mal riusciti, scienziati pazzi e naturalmente decine di mostri.Pausa tattica a parte, il gioco in solitaria ricalca abbastanza fedelmente quello cooperativo, in cui fondamentalmente è necessario spostarsi da un punto all'altro della mappa, eliminando nel mentre i nemici più ostici e soprattutto facendo attenzione alle munizioni, sempre scarseggianti. Il livello di difficoltà si rivela impegnativo anche a livello normale: sin dalla seconda missione, dove gli aiuti del computer si interrompono, il tasso di sfida s'impenna e anche semplicemente raggiungere il checkpoint successivo richiede una buona dose di strategia. Pensare di lanciarsi alla conquista del punto indicato sulla mappa, sfruttando magari qualche gadget recuperato durante il tragitto, porta velocemente alla schermata del game over: è necessario studiare a fondo i ripari della mappa e le peculiarità di ogni soldato; a volte bisognerà allungare la strada per raggiungere gli immancabili punti di rifornimento, in altri casi ci sarà da indietreggiare per studiare i punti deboli delle ondate nemiche. Questo schema funziona molto bene quando ci si confronta con altri giocatori in carne ed ossa, ma perde inevitabilmente di mordente in solitaria. Il risultato è che spesso siamo caduti nella tentazione di abbandonare le fatiche del sergente Tyler per vedere se qualche server tornava a popolarsi.
Multiplayer morente?
Scrivevamo inizialmente che la modalità competitiva di The Red Solstice rappresenta la vera colonna portante della produzione di Ironward. Ebbene, mai come in questo caso sarebbe opportuno l'utilizzo del condizionale in quanto è davvero difficile trovare delle lobby attive. Durante la nostra settimana di prove, raramente siamo riusciti ad aggregarci ad un gruppo di altri sette giocatori, e in quei casi abbiamo dovuto attendere diversi minuti che il tanto agognato ultimo slot si riempisse.
Discutendo con gli irriducibili che hanno continuato a seguire lo sviluppo del titolo, ci siamo resi conto di come la comunità, a dispetto delle numerosissime recensioni positive, sia andata man mano scemando nonostante i continui aggiornamenti da parte degli sviluppatori.
C'è da augurarsi che l'uscita dalla fase Early Access e l'arrivo (speriamo adeguatamente pubblicizzato) della versione definitiva possano fornire un'ulteriore carica vitale a questo interessante progetto che sa regalare delle buone soddisfazioni a patto che ci si applichi con una certa dedizione: solamente accumulando diverse ore di gioco è infatti possibile padroneggiarne i meccanismi e avere la meglio nelle mappe più impegnative. In questa direzione è encomiabile la fluidità del codice di rete, con ping bassi e lag quasi sempre assenti: a questi si sposa un'ottima stabilità che permette di vivere senza patemi d'animo l'ora scarsa richiesta per portare a termine una sessione. Come scrivevamo (e come è confermato dai vari changelog) i vari update sono andati nella direzione di ottimizzare gli scontri. Le classi infatti sono rimaste otto, mentre i livelli sono sei. Non tutto è disponibile sin da subito, ma si dovrà accumulare esperienza per sbloccare man mano potenziamenti e livelli. I progressi del protagonista sono stimolanti e le abilità con cui lo si potenzia sono apprezzabili sin dai primi minuti e non danno l'impressione di essere state aggiunte solo per far numero. Uno dei punti di forza di The Red Solstice è proprio l'ottimo bilanciamento tra ciascuna tipologia di militare: saper coordinare le forze in campo è una delle sfide più impegnative e al contempo gratificanti delle sessioni multiplayer, soprattutto quando nelle partite sono attivate le opzioni più rognose, come la modalità Hardcore (con dei mostri molto più forti del comune) o la Red Storm, in cui le difese dei giocatori si riducono ad ogni orda aliena. È disponibile anche una versione offline con gli alleati controllati dalla CPU: in questo caso è possibile attivare la pausa tattica e ricalcare fedelmente quanto già visto nella campagna per singolo, ma sinceramente sconsigliamo di prendere in considerazione questa modalità assolutamente soporifera.
Grafica un po' povera, ma non sfigura
L'interfaccia utente è probabilmente uno degli aspetti che ha subito il maggior numero di rivisitazioni nel corso di questi mesi e che ancora oggi continua a essere soggetta a ritocchi più o meno marcati: anche l'occhio pretende la propria parte e bisogna ammettere che il lavoro dei ragazzi di Zagabria si è incanalato nella direzione giusta, con un set di icone finalmente al passo coi tempi e un look generale decisamente più gradevole di quello tracagnotto che contraddistingueva la release provata nel luglio scorso.
Non mancano ovviamente degli angoli da smussare ma nel complesso non ci si può lamentare nemmeno del motore di gioco, il Razor Engine sviluppato internamente da Ironward. La visuale è quella tipica degli strategici in tempo reale: c'è la possibilità di zoomare per visualizzare in dettaglio i marine, ma alla fin fine si posizionerà la telecamera nel punto più alto possibile per avere una visione più completa della mappa. Le ambientazioni sono molto cupe e spoglie, sino a risultare anonime. Si è parlato diffusamente delle numerose influenze stilistiche che hanno guidato la software house di Zagabria: dalle atmosfere alla Alien o X-COM ai richiami di Warhammer: Dawn Of War e del vecchio Syndicate, ma in questa sede ci piace ricordare anche il mod per StarCraft II denominato Night of the Dead e realizzato da tre ragazzi malesi, vera fonte di ispirazione per i loro omologhi croati. Il livello di dettaglio non è di quelli che fanno gridare al miracolo e anzi a volte si rimpiange una certa piattezza nelle location, che tuttavia risultano spesso gradevoli e adatte allo scopo per cui sono state progettate. Poco ispirati nel loro complesso anche i nemici, recuperati dal consueto repertorio con cui sono cresciute generazioni di giocatori. Sulla stessa lunghezza d'onda la colonna sonora, mentre gli effetti speciali sono sembrati particolarmente adeguati.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore Intel Core i7 860 a 2.8 GHz
- 8 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 670
Requisiti minimi
- Sistema operativo Windows 7, Windows 8.1
- Processore Intel Core i5-2320
- 4 GByte RAM
- Scheda video ATI Radeon HD 3800 o Nvidia GeForce 9600 GT
- Spazio su disco 2 Gbyte
- Scheda audio compatibile con DirectX 9.0c
Conclusioni
Difficile consigliare a cuor leggero The Red Solstice, sia per il prezzo sia per un'impostazione dichiaratamente destinata ai giocatori hardcore. La campagna single player, che avrebbe dovuto/potuto aprire il ventaglio di potenziali clienti, si rivela poco interessante soprattutto a causa di un sistema di controllo cervellotico e per l'incapacità di coinvolgere il giocatore, cosa che riesce decisamente a quella in multiplayer, che però richiede ore di pratica per essere padroneggiata con la necessaria dimestichezza. Va inoltre evidenziato la salute poco invidiabile dei server ufficiali, che spesso sono deserti: non certo un bel biglietto da visita.
PRO
- Coinvolgente sistema di progressione del personaggio
- Ottima varietà strategica
- Net code privo di incertezze
CONTRO
- Campagna in single player non convincente
- Server poco popolati
- Livello di difficoltà poco modulabile