Uno degli scenari più frequenti dei film di fantascienza è quello dell'astronave in avaria che costringe gli occupanti a una disperata fuga verso le scialuppe di salvataggio: proprio in questo solco si inserisce l'ultimo nato in casa Foursaken Media, conosciuta in ambito mobile per i suoi riusciti mix di generi ma che in questo caso percorre una strada un po' più battuta come quella degli autorunner. Fortunatamente, il team statunitense formato dai quattro fratelli Jackson non ha riposto la sua proverbiale originalità nel cassetto, riuscendo a infondere in All is Lost degli elementi peculiari capaci di renderlo a suo modo unico all'interno dell'offerta mobile.
All is Lost mette sul piatto buone idee realizzate a dovere, anche se ha il fiato un po' corto
Ok, panico
Le premesse di All is Lost sono indubbiamente intriganti: lo scopo del giocatore è quello di rispondere ai segnali di emergenza lanciati da varie astronavi sparse nella galassia e salvare i membri dell'equipaggio che stanno scappando dal disastro. A livello strettamente pratico, tutto ciò si riduce a un action game nel quale bisogna agire sia sul personaggio in fuga sia sugli elementi dello scenario per consentirgli di raggiungere il tanto agognato pod di salvataggio.
Facendo parte della grande famiglia allargata degli autorunner, All is Lost libera l'utente dalla necessità di far correre l'astronauta su schermo (il quale procede autonomamente da sinistra verso destra su un piano bidimensionale) consentendogli di gestire il tutto esclusivamente tramite delle strisciate da eseguire sul touch screen in corrispondenza con i segnali che appaiono lungo il percorso: due pittogrammi indicano in quali punti è obbligatorio effettuare uno swipe verso l'alto o verso il basso nella parte sinistra del display rispettivamente per far saltare o rotolare il personaggio, mentre le frecce che appaiono in corrispondenza di vari ostacoli (porte chiuse, piattaforme mobili, fiamme libere e via discorrendo) stabiliscono in quale direzione strisciare il dito sul lato destro per liberare la strada per qualche secondo. Semplice sulla carta ma decisamente efficace all'atto pratico, anche grazie a un level design che - fortunatamente - non si affida in maniera selvaggia alla generazione casuale, consentendo ai vari stage di garantire un livello di sfida costante e ben calibrato. Si passa dunque in maniera graduale dai primi schemi che fungono da tutorial a sezioni più avanzate capaci di far sudare freddo anche i giocatori esperti, richiedendo una notevole prontezza di riflessi per poter essere portati a termine. Una caratteristica peculiare di All is Lost aggiunge poi una bella dose di pepe all'azione ludica: ogni astronave conta infatti su un determinato numero di membri dell'equipaggio da salvare, ai quali corrisponde uno specifico livello contraddistinto da un numero finito di tentativi per poterlo completare, inversamente proporzionale alla sua difficoltà e al rango dell'astronauta protagonista.
Ecco quindi che gli scenari relativi all'equipaggio di grado più basso sono generalmente più semplici e garantiscono all'utente un buon numero di vite extra, mentre gli stage dedicati ai comandanti non solo si rivelano più ostici, ma vanno portati a termine al primo colpo pena la morte permanente del relativo personaggio. Un aspetto che aggiunge una gradevole sfumatura di tensione, anche perché per poter procedere alle fasi successive è necessario salvare almeno il 75% degli occupanti della stazione spaziale corrente. Con tutte queste belle carte in mano, dispiace un po' che i ragazzi di Foursaken Media non abbiano prestato particolare attenzione alla varietà dell'offerta ludica di All is Lost, che effettivamente dimostra di non avere le spalle abbastanza forti per reggere bene sul lungo periodo: i livelli si fondano sempre sugli stessi elementi, sia dal punto di vista ludico sia da quello grafico, con personaggi e scenari che si ripetono costantemente finendo per svilire un po' una realizzazione tecnica comunque apprezzabile e curata anche sotto il profilo stilistico. Si sarebbe potuto fare qualcosa in più anche per ciò che concerne i contenuti: terminati i cinque capitoli che compongono l'avventura non resta altro da fare che tornare sui propri passi, cimentarsi in una banale modalità survival o puntare a degli obiettivamente poco interessanti trofei. Poco male comunque per un titolo free to play che non abbonda in pubblicità né in scoccianti acquisti in-app.
Conclusioni
Magari non avrà la carica innovativa delle precedenti produzioni Foursaken Media o di altri titoli presenti su App Store, ma All is Lost ha l'innegabile merito di utilizzare una formula abusata come quella degli autorunner per costruirci sopra un'esperienza per certi versi originale e dotata comunque di un'atmosfera tutta particolare. Non guasta poi che il gioco sia divertente, forte di un sistema di controllo preciso e di un level design all'altezza: peccato solo per una scarsa varietà e quantità di contenuti che a lungo andare si fa sentire.
PRO
- Divertente e impegnativo
- Atmosfera ben costruita
- Alcuni elementi originali
CONTRO
- Un po' povero di contenuti
- La poca varietà si fa sentire alla lunga