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StarCraft Remastered: i rischi della nostalgia

Blizzard ridà vita al suo classico, ma a chi si rivolge l'operazione?

RECENSIONE di Umberto Moioli   —   18/08/2017

Non c'è nessuna scusa per non aver mai giocato StarCraft: la serie Blizzard è allo stesso tempo uno dei punti più alti della strategia in tempo reale, e un universo ricchissimo di personaggi ed eventi suggestivi. Un classico apprezzato e imitato da due decenni, un fenomeno che ha travalicato i confini del videogame per diventare qualcosa di speciale e forse irripetibile. Tutti dovrebbero giocare StarCraft almeno una volta e proprio per questo è stata creata la seconda trilogia, per ammodernare, espandere e rifinire l'originale. Wings of Liberty, Hearth of the Swarm e Legacy of the Void sono tre ottimi giochi che non avranno avuto la fortuna competitiva dell'originale (e soprattutto di Brood War) ma per il giocatore comune restano dei punti di riferimento imprescindibili. Considerando la natura a cavallo tra seguito e remake della seconda trilogia, è lecito chiedersi quale sia non tanto il valore in sé di StarCraft Remastered , ma il pubblico a cui abbia davvero senso consigliarlo.

Il pacchetto completo

Installato StarCraft Remastered ci si trova davanti un menu diviso tra single e multiplayer, con a sua volta ciascuna delle due scelte che ci chiede se vogliamo accedere all'originale oppure Brood War. Se questa estate avete solo quindici euro in tasca, non avete mai toccato la serie e volete una montagna di ore di gioco, potete andare sul sicuro: le due campagne mostrano un po' il peso degli anni ma sono ancora divertenti e piene di personaggi memorabili, mentre il multiplayer, soprattutto quello di Brood War, vi chiederà enorme impegno per mesi se non anni prima di essere padroneggiato al meglio. Il tasso di sfida in base al tipo di esperienza che si va cercando varia da "passeggiata in compagnia degli amici" fino a "scalata dell'Everest in pantaloni corti", soprattutto se ci si avventura tra i server del multiplayer sulle sponde asiatiche.

StarCraft Remastered: i rischi della nostalgia

Addirittura è stato mantenuto Fish, lo storico server terze parti che ha ospitato per anni alcuni dei giocatori più forti del mondo e dove ancora oggi gente come Bisu, Free e ZerO si diletta a giocare in streaming su Twitch o Afreeca TV. In termini strettamente contenutistici, l'unica vera novità è rappresentata dal sistema di ladder e matchmaking, inizialmente annunciato anche per la StarCraft Anthology, quindi divenuto nel corso dello sviluppo esclusivo per questa Remastered. Una novità interessante di certo, che ancora sembra avere qualche problemino ma che si rivolge comunque a chi ha già esperienza con il prodotto oppure a quei pochissimi che non lo compreranno solo per superare un po' di calde giornate estive ma ne faranno un passatempo da coltivare nel tempo. Tutti gli altri è probabile che si limitino alle tantissime missioni delle campagne single player e a qualche schermaglia online con gli amici.

StarCraft Remastered: i rischi della nostalgia

Cambio d'abito

Il fiore all'occhiello di questa edizione rimasterizzata risiede nell'importante lavoro di ammodernamento della componente visiva, fatto però mantenendo fede ai valori non solo tecnici ma anche ludici dell'originale. Nella pratica, le unità, le mappe e gli effetti sono stati ridisegnati per supportare risoluzioni e proporzioni degli schermi moderni, mantenendo però le stesse identiche dimensioni, il medesimo orientamento e ogni caratteristica delle controparti di allora. Questo non tanto per permetterci di passare al volo da una veste visiva all'altra (che pure è piuttosto divertente, basta premere F5) ma per non alterare un gameplay e una scena sportiva che ha vissuto e in parte ancora vive di equilibri delicatissimi. Per la stessa ragione l'imperfetto path finding delle unità non è stato toccato, ad esempio, e i piccoli bug o problemi con cui milioni di utenti si sono abituati a convivere occupano lo stesso posto che occupavano anche allora. Un tuffo nel passato che farà piacere ai nostalgici ma che dopo qualche ora rischia di diventare indigesto.

StarCraft Remastered: i rischi della nostalgia

Poter selezionare un massimo di dodici unità per volta, dover dirigere quelle di raccolta verso i giacimenti manualmente e avere grossi limiti nella creazione dei gruppi di controllo non è facile se non lo si è mai fatto e non è forse più così divertente come un tempo anche se allora ci si era già impegnati per alzare vertiginosamente le proprie azioni al minuto. Una soluzione a tutte queste difficoltà c'è e si chiama StarCraft II, che in fondo ha cambiato nell'ottica di facilitare e rendere più divertente l'esperienza per tutti. Il risultato è che per decidere se consigliare StarCraft Remastered oppure no bisogna profilare per bene l'utente al quale ci si rivolge: chiunque avesse sempre desiderato mettere le mani sulla serie, ama gli strategici in tempo reale e vuole divertirsi con un titolo al passo con i tempi, meglio che si butti sulla trilogia di StarCraft II che gode anche di campagne meglio strutturate e più divertenti; al contrario chi vuole provare il brivido di qualcosa di antico rimesso a lucido o vedere cosa succede a sfidare la fortissima comunità coreana, può acquistare questa versione lievemente rivista e (volutamente) non corretta. Un'ultima nota proprio riguardo i coreani: al momento di scrivere i due server / regione del Paese della "calma mattutina", Korea e Fish, contano circa quindici volte il numero di utenti del secondo più attivo, quello europeo, segno che l'operazione nasce proprio a partire da una necessità specifica. Tra qualche mese non ci stupiremmo se il gap diventasse ancora più marcato.

StarCraft Remastered: i rischi della nostalgia

Conclusioni

Digital Delivery Sito Ufficiale
Prezzo 14,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (21)
8.6
Il tuo voto

StarCraft Remastered offre una bella riedizione grafica e il matchmaking (perfezionabile) in aggiunta alla quantità di contenuti che già conosciamo e che sono stati celebrati in ogni possibile occasione negli ultimi vent'anni. Come contraltare chiede di piegarsi a un gameplay anacronistico che non fa per tutti e che, per chi ancora non l'avesse provato, richiede in multiplayer migliaia di ore di allenamento per competere con la community che si andrà a trasferire stabilmente sul gioco una volta esaurita la spinta iniziale di nuove leve. Un capolavoro senza tempo che oggi non si può però consigliare a tutti senza riserve, soprattutto perché in molti troveranno più divertente StarCraft II.

PRO

  • Brood War è un vero pezzo di storia
  • Grafica rinnovata molto efficace
  • Le nuove opzioni per il matchmaking sono gradite...

CONTRO

  • ...ma al momento c'è qualche problemino
  • L'esperienza rischia di risultare anacronistica per molti