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Frostpunk: la recensione

11 Bit Studio vi porta un gestionale capace di ghiacciarvi il cuore

RECENSIONE di Tommaso Valentini   —   23/04/2018

È decisamente raro trovare uno studio di sviluppo indipendente capace di arrivare sul mercato con un progetto, avere successo e poi abbandonare la strada maestra per continuare a sperimentare su generi e stili completamente diversi. 11 Bit è tutto questo e molto di più, visto che non solo gli si devono produzioni del calibro di This War of Mine e Anomaly ma, guardando il loro portfolio futuro, ci si accorge di una varietà incredibile nei giochi in lavorazione. Children of Morta, ad esempio, sarà un gioco di ruolo dalle meccaniche rogue like e in questi giorni, tanto per non farsi mancare nulla, arriverà sugli scaffali digitali anche Frostp
unk, un gestionale che la scorsa settimana abbiamo letteralmente divorato prima di proporvi questa recensione. Siamo partiti davvero fiduciosi del progetto, visti i titoli passati, ma ci siamo altresì avvicinati con cautela visto che un gestionale di questo tipo non era esattamente nelle corde del team di sviluppo e un passo falso era molto probabile. Per sapere come se la sono cavata vi basterà continuare a leggere il nostro articolo.

Frostpunk: la recensione

Cuore di ghiaccio

L'ambientazione non è forse tra le più originali in assoluto ma è comunque parecchio stimolante. Ci troviamo sul finire del 1800 e il mondo intero è stretto da una morsa di gelo che ha lentamente decimato la popolazione e spinto i popoli a migrare verso mete ignote, nella speranza di trovare un nuovo Eden dal quale ripartire. Purtroppo la visione del mondo si perde nelle narrazione, ponendo unicamente nelle mani del giocatore la sorte di un manipolo di cittadini londinesi, giunti al nord dopo aver superato gli oceani completamente ghiacciati. Qui un cratere sembra il luogo perfetto per poter costruire un piccolo agglomerato urbano da sviluppare attorno a un generatore centrale, unica fonte di calore e strumento indispensabile per la nostra sopravvivenza. Questo macchinario imponente si erge al centro dell'accampamento e starà poi a voi decidere come e cosa costruire attorno ad esso. Il gioco, come dicevamo, è un gestionale abbastanza classico dove sarà richiesto di raccogliere le risorse limitate sparse per la ridottissima mappa e fare delle scelte ponderate su cosa erigere: le abitazioni sono ovviamente il punto nevralgico da cui partire, visto che offrono riparo ai cittadini e sono l'unica protezione utile a fargli superare la notte, ma ad affiancarle ci saranno poi altri edifici dalle funzionalità più disparate. Mentre si gioca a Frostpunk si respira costantemente un clima di tensione, e la paura che qualcosa possa andare storto è sempre dietro l'angolo. Il carbone, materia prima essenziale per tenere acceso il reattore, è estremamente difficile da conservare, soprattutto alle difficoltà elevate, e bisogna cercare di bruciarlo solo ed esclusivamente durante le giornate più fredde onde evitare di rimanere senza scorte quanto arriveranno le tempeste. È impossibile dunque sedersi comodamente davanti al proprio monitor e pianificare con calma mossa dopo mossa visto che gli incidenti e il clima non vi daranno tregua, costringendovi sempre a sviluppare la vostra città in fretta prendendo decisioni spesso drastiche e immediate. Ci sono decine e decine di costruzioni tra cui scegliere, dai vari tipi di case, a luoghi dediti alla produzione di cibo, agli edifici indispensabili per poter iniziare a mettere la testa fuori dalla vostra confort zone ed esplorare le immense bianche distese che vi circondano. Per scelte mai banali e sempre da ponderare con saggezza.

Il cuore del villaggio assumme così una forma concentrica con gli abitanti e le costruzioni che si stringono in un abbraccio mentre cercano di scaldarsi vicini al generatore, che spesso da solo non basta. Frostpunk, per rendere le cose molto più difficili, mette in mezzo alcune variabili interessanti come l'alternarsi del giorno e della notte (costringendo i vostri lavoratori a riposare e a non produrre risorse) e settimane intere di tempeste di neve dove la temperatura potrà scendere anche al di sotto dei 100 gradi, costringendovi a bruciare ancora più carbone per mantenere calde le abitazioni. Si sopravvive per l'appunto, si mandano i cacciatori in cerca di prede e si iniziano a sviluppare tecnologie attraverso un albero di talenti particolarmente ben strutturato così da essere pronti a periodi sempre più rigidi e bui, perché quando il gelo arriverà la disperazione prenderà il sopravvento e senza prospettive non avrete più un mondo da governare. Sembrano parole di circostanza ma la speranza è un elemento fondamentale in Frostpunk e mostra la forza di volontà dei vostri cittadini. Iniziate a non dare da mangiare alla popolazione e questa si farà prendere dallo sconforto, si rivolterà addirittura contro di voi fino ad arrivare al punto da divenire completamente incontrollabile. Per mitigare tutte queste problematiche si possono quindi emanare delle leggi, che spesso barattano un po' di malcontento generale per un maggior controllo, ma che quasi sempre porteranno anche un rovescio della medaglia. Potete ad esempio stabilire che i lavoratori facciano turni di 24 ore durante i periodi di crisi o costringere i bambini a raccogliere risorse e divenire parte della macchina, oppure lasciare che stiano al sicuro e aiutino solo ingegneri e medici nei lavori meno pesanti. E ci si potrebbe anche solo barcamenare tra le scelte morali se non fosse che a un certo punto della vostra crescita avrete a che fare anche con i Londiners, riottosi decisi ad abbandonare la città sotto il vostro comando per tornare in quel che resta di Londra, giusto per complicare ulteriormente la situazione. Arrivano allora altre scelte da fare, perseguendo una rigida via militare di ordine e comando o affidandosi alla spiritualità dei cittadini in modo da creare un gruppo unito e coeso che possa addirittura invertire la tendenza e convincere gli altri a rimanere. Ci sono poi scelte a cavallo tra la moralità e la medicina che riguardano amputazioni e sepolture, finanche l'utilizzo di parti meccaniche e trapianti di organi nelle ultime fasi di gioco: livelli di complessità sempre più approfonditi con i quali è estremamente divertente giocare e confrontarsi, magari rivivendo gli stessi scenari più volte solo per trovare o seguire soluzioni alternative. Scelte morali che vi portano a pensare superando la semplice barriera del videogioco, un elemento di elevata importanza e, fortunatamente, sempre più comune nei titoli moderni.

Frostpunk: la recensione

Qui veniamo però alla parte più debole di questo Frostpunk e cioè il limitatissimo numero di scenari disponibili: solo tre al momento, con un coming soon che dovrebbe garantire l'arrivo di altre missioni in futuro. Oltre a dover costruire una città e sopravvivere alla peggior tempesta di sempre, con tutte le slide del caso per gestire la difficoltà e la quantità di risorse disponibili, ci sono poi missioni dove tutelare e conservare alcuni semi o controllare il continuo arrivo di altri gruppi sperduti, che potrebbero creare scompiglio nel vostro delicato giocattolo sicuro. Grosso limite sulla rigiocabilità è anche la non proceduralità della mappa che pone sempre nello stesso posto risorse e luoghi di interesse, una scelta che castra purtroppo tantissimo la voglia di riprendere in mano un nuovo nucleo di avventurieri dopo la prima partita. Nulla comunque che scalfisca gravemente l'altissima qualità di questo strategico che rimane in tutto e per tutto una piccola perla, da provare assolutamente se vi piace il genere. Sarebbe poi un peccato non premiare una produzione che non solo tenta di inventarsi qualcosa di nuovo ma dalla quale traspare una cura per i dettagli davvero maniacale. I vari generatori emettono calore e sciolgono la neve nelle aree della mappa sotto il loro controllo, mentre i lavoratori lasciano impronte e tracciano percorsi quando camminano nella coltre bianca, solo per poi vederla ricoperta l'indomani mattina dopo una pesante nevicata notturna. Ottima anche l'interfaccia, davvero intuitiva e ricca di tooltip per imparare velocemente a governare il vostro villaggio, adornata dai cristalli di ghiaccio attorno alla telecamera quando la temperatura raggiunge valori proibitivi. È la colonna sonora particolarmente orecchiabile infine a lasciare un ricordo magnifico di questa esperienza, capace di accompagnarvi per tutte le svariate ore che questo titolo saprà regalarvi.

Frostpunk: la recensione

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (46)
8.4
Il tuo voto

Frostpunk è uno strategico senza pretese enormi ma che nel suo piccolo regala un'esperienza unica e con idee di design brillanti. È facile appassionarsi alla vita di ogni singolo abitante grazie anche all'idea di dare nomi propri ai cittadini, potendone seguire così giornalmente le abitudini. Gli strumenti da vero gestionale poi ci sono proprio tutti e anche se forse mancano statistiche ultra dettagliate sulla raccolta e l'uso delle risorse, pochissimo viene lasciato al caso ed è sempre il giocatore a plasmare la costruzione del suo nuovo eden sulla terra. Se amate le sfide e gli strategici non perdete tempo e buttatevi ad acquistare Frostpunk, un titolo eccellente sotto molteplici aspetti e che, con buona probabilità, verrà ulteriormente ampliato nei prossimi mesi. Se volete salvare l'umanità, potete ripartire da qui.

PRO

  • Stilisticamente eccezionale
  • Ottimi elementi gestionali
  • Musica sublime
  • Alcune idee davvero eccellenti

CONTRO

  • La mancata proceduralità delle mappe potrebbe essere un limite per la rigiocabilità
  • Mancano statistiche dettagliate sulle risorse
  • Le tre missioni principali, prese da sole, non durano tantissimo