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Batman: Caped Crusader, la recensione della nuova serie animata su Prime Video

Il dream team del Batman a cartoni degli anni '90 torna in TV con una nuova serie che riscrive la storia dell'Uomo Pipistrello tra sorprese e citazioni.

RECENSIONE di Christian Colli   —   04/08/2024
Un'immagine di Batman: Caped Crusader

Intervistato pochi giorni fa, Bruce Timm ha dichiarato per l'ennesima volta di non voler proseguire la serie animata che lo ha reso famosissimo negli anni '90: sono in molti a ritenere che quel Batman - quello rapidissimo, furbissimo e giustissimo, che girava per la città per difendere la libertà - sia stata la migliore iterazione del supereroe targato DC, eppure Timm non ne ha voluto sapere per anni, almeno finché non è stato avvicinato da James Tucker qualche tempo fa che, insieme a lui e a J.J. Abrams, ma anche al regista Matt Reeves del recente The Batman, ha riportato l'Uomo Pipistrello sul piccolo schermo.

In effetti, Batman: Caped Crusader non è legato in alcun modo a Batman: The Animated Series, se non attraverso richiami più o meno espliciti che si allungano all'intera storia editoriale del personaggio creato da Bob Kane e Bill Finger. Significa quindi che si tratta di qualcosa di completamente nuovo, nonostante il suo look retrofuturistico, e che potrebbe sorprendere i fan di lunga data e i nuovi spettatori? Andiamo con ordine che c'è qualche ragionamento da fare.

Batman alle prime armi?

Ambientato in una versione di Gotham City anni '60, Batman: Caped Crusader propone una versione dell'Uomo Pipistrello che ha cominciato a combattere il crimine da relativamente poco, in un'epoca senza super tecnologia, gadget fantascientifici o Bat-Caverne tappezzate di monitor e macchinari all'avanguardia. I dieci episodi che compongono questa prima stagione attingono soprattutto alle storie più "investigative", reinventando situazioni e personaggi che già conosciamo con un piglio che va decisamente oltre il gender swap del Pinguino, antagonista in un primissimo episodio che ci fa capire subito di che pasta è fatta la nuova serie animata.

Questa volta Batman non può contare su gadget fantascientifici
Questa volta Batman non può contare su gadget fantascientifici

Seppur pubblicizzato come adatto ad adulti e bambini, le atmosfere di Caped Crusader tradiscono un occhio di riguardo per i primi, con scene decisamente poco adatte ai pargoli non tanto per la violenza visiva nella media, ma per le implicazioni della narrativa. A capo degli scrittori troviamo infatti il lo sceneggiatore Ed Brubaker, noto per moltissimi fumetti e col pallino per il genere crime - tra i suoi lavori spicca, infatti, Batman: Gotham Noir - che infatti è quello di riferimento di questa nuova serie, a metà tra The Batman del summenzionato Reeves, i fumetti anni '60 della Detective Comics e il cartoon originale di Timm e Paul Dini.

La cosa più curiosa è che Batman/Bruce Wayne è un personaggio secondario nella sua stessa serie. La prima stagione serve infatti a delineare i vari comprimari ma soprattutto a stabilire una connessione tra loro e il vigilante mascherato di Gotham City. Oltre all'immancabile commissario Gordon, troviamo anche sua figlia Barbara - qui in veste di avvocato - e l'agente Montoya. Batman ha dalla sua l'iconico maggiordomo Alfred Pennyworth ma la loro relazione è più formale all'inizio della serie, tant'è che Bruce lo chiama addirittura per cognome.

Quella di Caped Crusader è una delle migliori versioni del Pinguino
Quella di Caped Crusader è una delle migliori versioni del Pinguino

Il Bruce Wayne di Caped Crusader non si discosta molto da quello cupo e distaccato di molti fumetti o adattamenti cinematografici: traumatizzato dall'omicidio dei genitori, cerca il riscatto nella lotta al crimine e nell'amicizia col candidato sindaco e avvocato Harvey Dent. A questo punto i criminali di Gotham stanno ancora imparando a conoscere l'Uomo Pipistrello e anche in questo senso ci aspettano delle sorprese visto che la nuova serie animata stravolge alcuni personaggi che dovremmo conoscere bene, mostrandoceli da prospettive diverse e insolite per favorire l'andamento di una sceneggiatura più terra e terra e soprattutto più contenuta.

Così ogni episodio è una specie di microfilm a sé stante in cui Batman deve risolvere un certo caso, su cui spesso lavorano anche i suoi futuri alleati: attraverso questa collaborazione asincrona, la serie stabilisce un rapporto di fiducia e lealtà tra il protagonista e i suoi comprimari, riuscendo a raccontare questi ultimi attraverso piccoli spaccati delle loro vite mentre si delinea un filone narrativo principale che prende forma negli ultimi episodi, chiudendo la stagione con una piccola anticipazione del futuro.

In una serie animata di Batman non poteva mancare Harley Quinn
In una serie animata di Batman non poteva mancare Harley Quinn

Grossomodo il meccanismo funziona e tiene attaccati alla poltrona anche se non tutti gli episodi garantiscono la stessa qualità. Spesso dipende dal "cattivo" di turno, e alcuni ci sono apparsi meglio caratterizzati di altri, forse perché l'intreccio tutt'intorno era effettivamente scritto meglio o più coinvolgente. Pur mantenendo le stesse atmosfere tra il noir, il giallo e il poliziesco, Caped Crusader riesce a spaziare proprio grazie ai rivali di Batman, ai loro "poteri" - che spesso neanche sono veri e propri super poteri - e alle loro storie. Clayface e Harley Quinn riescono a far presa in particolare per i retroscena drammatici che gettano un'ombra anche sulla complicata figura di Batman, mentre ci hanno convinto un po' meno le caratterizzazioni di Catwoman e Nocturna.

In questo senso, i veri cattivi sono proprio i normali esseri umani come i poliziotti corrotti di Gotham - Bullock e Flass in primis - o i mafiosi come Thorne, che tirano le fila della storia. Lo schema tende a essere ripetitivo dopo qualche episodio, dato che le indagini sfociano quasi sempre in una scazzottata o in uno scontro a fuoco, ma in generale il ritmo è molto sostenuto e le puntate, lunghe circa 30 minuti ciascuna, scivolano via senza pesare.

La serie animata si concentra più sui comprimari che su Bruce Wayne
La serie animata si concentra più sui comprimari che su Bruce Wayne

Realizzato da un team di animatori che includono, tra gli altri, Bad Robot Productions e Warner Bros. Animation, Caped Crusader è un convincente ritorno all'estetica della serie animata degli anni '90 pur con le dovute differenze. Le immagini sono pulite e le animazioni fluide, ad eccezione di qualche momento che convince meno, specie in relazione alla computer grafica così così di edifici e veicoli.

Timm e i suoi hanno però azzeccato le atmosfere e il look dei personaggi - basti pensare al costume di Batman, più semplice ma "diabolico" con le orecchie lunghe del cappuccio - che in italiano sono ben doppiati, anche se abbiamo qualche riserva proprio per la voce di Batman, forse perché siamo troppo abituati a quella di Marco Balzarotti, qui sostituito da Gianfranco Miranda.

Peccato solo per la colonna sonora piuttosto dimenticabile di Frederik Wiedmann, che ci prova con tutte le sue forze a rievocare quella di Batman: The Animated Series senza riuscirci veramente.

Conclusioni

Multiplayer.it

8.0

Batman: Caped Crusader è una serie animata che i fan dell'Uomo Pipistrello dovrebbero assolutamente vedere, se non altro perché lo porta sul piccolo schermo, e a cartoni animati, con un approccio più realistico e investigativo che rievoca le avventure degli anni '90 senza però imitarle, ma anzi raccontando storie e origini nuove e interessanti di personaggi che dovremmo conoscere a memoria ma che riescono ancora a stupirci quando a scriverli ci sono autori di talento.

PRO

  • Episodi contenuti e ben scritti con un'attenzione particolare ai personaggi
  • Il rimaneggiamento di certi villain stupisce in positivo
  • Lo stile retrò funziona molto bene

CONTRO

  • Qualche animazione meno curata
  • Concentrandosi sui comprimari, finisce per trascurare il protagonista
  • Colonna sonora dimenticabile