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Beautiful Desolation, la recensione

La recensione di Beautiful Desolation ci parla di un'avventura punta e clicca di alto livello che appassiona dall'inizio alla fine, pur con qualche difetto

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   13/03/2020

Beautiful Desolation, come questa recensione, inizia dentro a un'automobile dove troviamo una coppia intenta a discorrere di problemi famigliari. Siamo a Città del Capo, Sud Africa, nel 1976, ma di quell'epoca vedremo gran poco. Un oggetto enorme cade infatti dal cielo e, pur trovandosi a una certa distanza, produce un'onda d'urto che ribalta l'auto. Dieci anni dopo Mark Leslie, l'unico sopravvissuto all'incidente, non riesce a darsi pace per quello che è successo.

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Il Penrose, questo il nome dell'immenso manufatto di origine sconosciuta che ha cambiato le vite della sua nazione e di tutto il mondo, non lo convince. Per il governo è stato una specie di dono divino che ha permesso di far progredire il genere umano, facendogli scoprire delle tecnologie avanzatissime di fusione tra gli uomini e le macchine. Leslie però crede che ci sia dietro dell'altro: da quando il Penrose è arrivato sulla terra è scoppiata una guerra senza fine tra i devoti al gigantesco messia tecnologico e la resistenza di chi non vuole piegarsi a quella che è diventata una vera e propria dittatura, con gli umani che somigliano sempre di più a degli automi. L'unico che può aiutarlo è suo fratello Don, un ex veterano di guerra, che con il suo aereo turistico lo condurrà sul Penrose alla ricerca della verità. Dopo una breve ricerca i due saranno trasportati in un'altra dimensione. È qui che finisce l'incipit e l'avventura entra nel vivo.

Meccaniche di gioco

All'inizio si è curiosi di capire cosa sia il Penrose, ma dopo qualche ora passata nella dimensione aliena ci si pongono molte altre domande, tutte nate dall'incredibile lato narrativo da cui è caratterizzato il gameplay. Beautiful Desolation è un'avventura punta e clicca molto classica in cui si esaminano oggetti, si raccolgono quelli utili, li si combina nell'inventario alla bisogna e li si usa con atri oggetti dello scenario o con i personaggi non giocanti.

Per struttura ricorda moltissimo Stasis, il titolo precedente di The Brotherhood, ma anche classici più remoti come Sanitarium. Gli scenari sono inquadrati dall'alto, con il menù delle opzioni posto in fondo allo schermo, che consente di richiamare l'inventario e i vari registri pieni di conversazioni e documenti. I luoghi visitabili sono tutti disegnati con un gran gusto e alcuni sono davvero spettacolari da guardare, nonostante l'essenzialità tecnologica che caratterizza l'intero titolo. Durante i dialoghi a scelta multipla diventa fortissimo anche il richiamo ai primi Fallout, con l'interlocutore visibile in una finestra al centro dello schermo, circondato dall'interfaccia. Naturalmente qui mancano completamente elementi da gioco di ruolo, nonostante le varie frasi selezionabili consentano in un certo senso d'interpretare Mark in modi diversi. A puntellare il tutto ci pensano alcuni minigiochi, uno dei quali mette in scena i rari combattimenti a cui la storia ci invita a partecipare, che comunque rappresentano un aspetto marginale dell'intera esperienza, anche perché fortunatamente facoltativi. Ci troviamo di fronte a un'avventura pura e dobbiamo viverla come tale.

Avventura punta e clicca

Beautiful Desolation è un gioco di osservazione e deduzione, più che di esplorazione e progressione. Per andare avanti, al giocatore è richiesta la capacità di cogliere i suggerimenti contenuti nei numerosissimi dialoghi e negli scenari stessi, motivandolo con una costruzione narrativa eccellente, che diventa sempre più interessante mano a mano che ci si addentra nei segreti del titolo.

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Parliamo di circa quaranta ore di gioco (complessive rigiocando e provando tutte le possibilità, altrimenti con circa 12-13 ore si finisce) pregne di temi e problematiche che di solito i videogiochi affrontano in modo superficiale o non affrontano affatto. Il fulcro dell'agire del giocatore è comunque la risoluzione dei puzzle, che spesso richiede un impegno notevole. Molti videogiocatori non amano ragionare o dedicare del tempo a studiare gli indizi che gli vengono forniti in modo contestuale e non diretto per capire cosa fare. Ormai quando si rimane bloccati per qualche minuto alla ricerca della mossa successiva si parla subito di cattivo design, senza considerare che quello stop potrebbe essere voluto, ossia che proprio nel vuoto creato dalla mancanza di una guida in gioco c'è la parte ludicamente più interessante dell'intera esperienza, quella che in una qualsiasi avventura grafica ben fatta ti porti con te anche quando hai premuto il tasto Quit, perché continui a rimuginarci sopra provando a mettere insieme i pezzi, anche quando la soluzione sembra impossibile. Beautiful Desolation è pieno di momenti in cui bisogna confrontarsi con il gioco per dimostrare di aver capito, ossia di non aver letto distrattamente qualche dialogo importante o di non aver tralasciato qualche indizio.

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Per questo non ci stupiamo che occorra fare più volte avanti e indietro tra i vari luoghi visitati, per verificare che si sia trovato tutto e che si siano esauriti tutti i dialoghi. In fondo è un'avventura punta e clicca ed è così che funziona e che deve funzionare. L'obiettivo del genere dovrebbe essere quello di stimolare il ragionamento del giocatore facendogli vivere una splendida avventura, non di prenderlo per mano e guidarlo passo passo. Del resto il "buon" design moderno è per molti, stampa compresa, quello che considera il giocatore un imbecille, incapace di muovere un passo da solo senza entrare in crisi, e spesso è il giocatore stesso che è ben felice di essere considerato come tale, pur di non rimanere bloccato vedendosi svilito nell'ego.

Problemi

Ovviamente Beautiful Desolation i suoi problemi ce li ha e alcuni sono anche macroscopici. Come detto non siamo tra quelli che disprezzano a priori il backtracking nelle avventure grafiche, però aver aggiunto degli oggetti che si trovano solo se ci si passa sopra rende a volte l'esplorazione un po' ossessiva. Il gioco è strutturato in scenari che si sbloccano compiendo determinate azioni e che diventano accessibili dalla mappa. Alcuni di questi sono molto grandi e la consapevolezza che ci potrebbero essere degli elementi nascosti porta naturalmente a batterli palmo a palmo per non perdersi nulla e a rifare il tutto quando si è bloccati senza sapere cosa fare per scoprire se ci si è persi qualcosa.

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Vero è che nella maggior parte dei casi la soluzione che ci sfugge è in qualche dialogo di cui non abbiamo colto tutte le sfumature o in qualche documento che abbiamo trovato e non abbiamo esaminato con attenzione, ma è inevitabile che a volte ci si lasci andare a quella che definiremmo la disperazione dell'avventuriero in preda a una crisi di nervi. Altro problema, tutto italiano, è che non ci sono sottotitoli nella nostra lingua. Beautiful Desolation richiede una conoscenza ottima dell'inglese per giocare, vista la mole di testi che contiene e il linguaggio usato, non sempre accessibilissimo. Purtroppo andare a chiedere agli sviluppatori di aggiungere la traduzione in italiano non è una soluzione, viste le scarse vendite fatte dal gioco al lancio.

Conclusioni

Digital Delivery Steam, GoG
Prezzo 16,79 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (4)
6.8
Il tuo voto

Beautiful Desolation è una bella avventura punta e clicca piena di spunti notevoli a livello narrativo e di situazioni e temi interessanti tutti da vivere. Non è un gioco per tutti, ma non pretende nemmeno di esserlo. In generale se avete apprezzato Stasis, il titolo precedente di The Brotherhood, questo vi piacerà moltissimo, al punto che non potrete staccarvene fino ad averlo finito. Peccato solo per la barriera linguistica che rende sconsigliato giocarci a chi non conosce più che bene l'inglese (o una delle altre lingue selezionabili). Dategli una possibilità.

PRO

  • Storia ben scritta e piena di temi interessanti
  • Puzzle impegnativi
  • Molto vasto

CONTRO

  • Qualche problema di backtracking
  • Se non conoscete l'inglese lasciatelo perdere