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Blades of Fire, la recensione di un action adventure violento e affascinante

Un po' God of War, un po' For Honor e un po' Souls: Blades of Fire è la sorpresa che nessuno si sarebbe aspettato.

RECENSIONE di Simone Pettine   —   20/05/2025
Un'illustrazione col cast di personaggi di Blades of Fire
Blades of Fire
Blades of Fire
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Un buon fantasy non ha bisogno di chissà quanti elementi per risultare credibile e riconoscibile. Allo stesso modo, un buon gioco d'azione necessita di poche meccaniche di gameplay per poter funzionare. Poche, ma solide. Unite l'una e l'altra cosa e otterrete Blades of Fire, la nuova fatica di MercurySteam, team di sviluppo noto soprattutto per il lavoro su Castlevania: Lords of Shadow (2010) e Metroid Dread (2021).

In lavorazione almeno dal 2021, periodo in cui era ancora noto come Project Iron (e mai nome fu più azzeccato, dato che l'intero mondo di gioco ruota attorno al metallo), Blades of Fire è in dirittura di arrivo su PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC. Dopo aver esplorato in lungo e in largo il suo pericoloso mondo, tiriamo le somme su quella che è l'ennesima sorpresa di quest'anno, forgiata con sangue e sudore.

Lineare ma mai scontato

Blades of Fire è un action adventure molto lineare, sin dalle premesse narrative: tutto è improntato alla chiarezza e alla semplicità. Il medioevo fantasy in cui è ambientato dà subito l'idea di un periodo storico pericoloso e oscuro, soprattutto perché le divinità che hanno creato il mondo, i Forgiatori, hanno da tempo abbandonato il genere umano. Nerea, regina del regno in cui è ambientata l'avventura, approfittando del vuoto di potere è riuscita a trasformare tutto il metallo del regno in pietra, rendendo di fatto inoffensiva ogni forma di opposizione al suo potere, dal momento che le guardie reali restano le uniche a vantare il possesso di armi degne di questo nome.

Non tutto è perduto, però: Aran De Lira, erede degli dèi e abilissimo guerriero, possiede dei poteri che gli permettono di viaggiare tra il mondo reale e la Fucina dei Forgiatori, luogo divino in cui ha la possibilità di plasmare l'acciaio dando vita a nuove armi degne di questo nome. Aran intraprende una rischiosissima avventura fino al cuore della cittadella, dove ha intenzione di eliminare per sempre la regina, accompagnato dal giovane, intelligente e loquace monaco Adso. Viene così a riconfermarsi un modello rinvigorito negli ultimi anni dai recenti God of War, in cui un protagonista massiccio, potente e violento (squartamenti, sangue e mutilazioni varie abbondano in Blades of Fire) si accompagna e si lega sempre di più a un comprimario più piccolo nel fisico e nell'età, ma utilissimo nell'arricchimento del contesto del mondo di gioco (e a volte persino in battaglia).

Aran diventerà quasi un padre per il giovane Adso
Aran diventerà quasi un padre per il giovane Adso

Se è vero che Blades of Fire è lineare, è anche vero che non è mai scontato. Benché sia sempre chiaro nella mappa e nei discorsi dei personaggi dove bisogna andare e cosa bisogna fare, questa linearità diventa una precisa scelta del team di sviluppo, una strategia che permette a tutti gli altri elementi di risaltare nella cura per i dettagli. Per esempio, le aree esplorabili (che imitano il modello dell'open world, ma a ben vedere sono molto limitate nell'estensione) nascondono segreti e collezionabili in forme di gemme che potenziano salute e vigore del protagonista, mentre l'approccio ai nemici e ai boss presenti è estremamente variegato. Vi sono sempre almeno due o tre vie per raggiungere l'obiettivo (di solito una via di accesso da sbloccare per proseguire) e ciascuna di esse offre nemici differenti, in base a quanto il giocatore voglia rischiare e a quale sia il suo stile di gioco preferito (riflessivo, tattico o precipitoso).

Tanti nemici, ancora più armi

Essendo il cuore di Blades of Fire improntato all'azione, il combattimento è l'elemento base per proseguire. Si combatte tanto, si è costretti a modificare il proprio stile in base alla tipologia dei nemici, e si muore altrettanto spesso. Da un certo punto di vista, il titolo di MercurySteam ricorda un po' la meccanica dei souls, anche se improntata a una maggiore accessibilità e all'assenza di veri e propri sistemi punitivi. La logica è semplice: si inizia l'esplorazione di una nuova area piena di nemici, li si affronta uno alla volta cercando di capire in cosa differiscano i loro comportamenti e si procede verso l'area successiva.

Di tanto in tanto delle incudini permettono di salvare i progressi e di riposarsi, ripristinando così le fiale curative di Aran e il materiale necessario all'affilatura delle armi in combattimento (per aumentarne momentaneamente l'efficacia); sempre dalle incudini si può accedere alla Forgia. In caso di morte non si perdono i materiali accumulati, ma soltanto l'arma in utilizzo, che si tramuta in pietra; basterà recarsi sul posto per recuperarla.

La demo di Blades of Fire è disponibile su PC, PS5 e Xbox Series X|S, è il nuovo gioco del team di Metroid Dread La demo di Blades of Fire è disponibile su PC, PS5 e Xbox Series X|S, è il nuovo gioco del team di Metroid Dread

Inizialmente Aran avrà a disposizione unicamente una spada, ma sbloccando la Forgia sarà possibile iniziare a plasmare da zero le proprie armi. Blades of Fire insiste totalmente su questa meccanica: sarete costretti a creare armi in continuazione, sempre più potenti e versatili. La tipologia e la qualità delle stesse, infatti, dipende da quanto combatterete contro i nemici: martelli, lance, picche e vari altri modelli verranno sbloccati solo combattendo in numero elevato tipologie differenti di nemici. Inoltre, la potenza delle armi dipende dalla qualità del ferro e del legno utilizzato per il crafting: anche in questo caso, maggiori combattimenti e maggiore esperienza in battaglia comporta ricompense migliori e possibilità inedite nella fucina divina.

Le armi e la Forgia sono il cuore pulsante di Blades of Fire
Le armi e la Forgia sono il cuore pulsante di Blades of Fire

Impossibile, a differenza di qualsiasi souls, appassionarsi a un'arma specifica: i nemici non lo consentono. La varietà delle oltre cinquanta creature presenti nel mondo di gioco esige un continuo scambio tra gli elementi del proprio arsenale, dato che determinate creature sono del tutto immuni ad armi specifiche. Per di più, alcuni mostri o umani subiscono colpi più efficaci su specifiche parti del corpo, ma solo da armi altrettanto specifiche, mentre restano vulnerabili (ma con maggiore resistenza) sul resto del corpo. Ciò significa che durante un combattimento, ad esempio, potreste dover alternare una lancia e un martello, colpendo con la prima solo il busto e le braccia e col secondo testa e gambe, per riuscire a sconfiggere il rivale. Il sistema ricorda molto da vicino quello visto in For Honor, ma in realtà è più semplice perché durante lo scontro, al momento dello "scambio" di un'arma con un'altra, per alcuni secondi Blades of Fire vi mostrerà i punti deboli del nemico verso quell'arma specifica.

Visivamente notevole, e con qualche minigioco

Dal punto di vista tecnico, su PlayStation 5 - la console sulla quale abbiamo avuto la possibilità di recensirlo - Blades of Fire si è mostrato sopra le aspettative. Abbiamo notato alcuni piccoli rallentamenti al momento di ripristinare l'area di gioco presso l'incudine, dopo aver riposato. A parte questo, però, il dettaglio grafico si è sempre mantenuto su livelli medio-alti, con alcuni significativi picchi positivi negli arredamenti degli ambienti interni. La direzione artistica è a sua volta ispirata, anche se manca una particolare inventiva nei paesaggi e nelle tipologie di creature (che sono un po' sempre quelle: soldati, non-morti scheletrici, elementali e affini).

I boss di Blades of Fire si riconoscono subito... dalle dimensioni
I boss di Blades of Fire si riconoscono subito... dalle dimensioni

Curiosa e apprezzabile, d'altra parte, la presenza di veri e propri minigiochi legati spesso a meccaniche specifiche. L'esempio più rilevante è il momento in cui bisogna "battere il ferro finché è caldo" nella fucina divina: in base a quanto sarete abili a completare la sequenza, otterrete delle stelle bonus nella creazione dell'arma. Ogni stella garantisce una possibilità per riparare l'arma - difatti si deteriorano con l'uso - rimandando così il momento di una nuova forgiatura. Non necessariamente il minigioco deve essere ripetuto per ogni strumento: se, ad esempio, otterrete tre stelle nella creazione di una spada, potrete decidere di adottare la "memoria della forgia" per tutte le spade successive (applicando automaticamente tre stelle). Un altro giochino, in forma di puzzle ambientale, ci è stato proposto nel livello delle paludi, dove una disgraziatissima creatura aveva rubato il supporto di un meccanismo fondamentale per proseguire. Abbiamo dovuto inseguirla e bloccarla in un labirinto improvvisato, non senza qualche minuto di sconforto di troppo.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 5
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 59,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (12)
7.6
Il tuo voto

Blades of Fire è un'ottima avventura in un mondo fantasy tanto affascinante quanto brutale, nonché un notevole gioco d'azione in cui a essere centrale è la creazione di armi variegate per combattere le diverse tipologie di nemici. Attinge un po' al sistema narrativo e alla progressione dei nuovi God of War, recuperando spunti dal sistema di combattimento di For Honor e una generale impostazione "alla Souls" (ma molto più accessibile, state tranquilli; e poi comunque ci sono tre livelli di difficoltà). Nel complesso si tratta di una produzione inattesa, che abbiamo accolto con piacere e che riconferma come, in fondo, non serva chissà che cosa per creare un videogioco divertente ed efficace. Bastano poche idee purché solide, e, se gli spunti provengono da contesti opposti, amalgamarli tra loro può portare a soluzioni efficaci e inattese. Siate dunque pronti, Forgiatori: c'è una regina malvagia che attende il vostro arrivo, ignara che qualcuno vanti ancora dell'acciaio in un mondo di pietra.

PRO

  • Sistema di combattimento solido, variegato ed efficace
  • Lineare, ma mai scontato (e ricco di segreti)
  • Creazione delle armi appagante

CONTRO

  • Il minigioco della forgia è frustrante
  • Bilanciamento nella difficoltà dei nemici leggermente migliorabile
  • Niente incantesimi: solo combattimenti all'arma bianca