Che a Warren Ellis non fregasse nulla delle radici videoludiche di Castlevania era chiaro già nella prima stagione: la serie animata prodotta da Netflix non ha mai voluto essere un adattamento fedele della serie omonima e lo scrittore britannico, completamente a digiuno dei videogiochi in questione, ha preferito attingere a questo cupo immaginario per raccontare una storia passando per i personaggi prima e per le scene d'azione in un secondo momento. Castlevania si rivolge a un pubblico più ampio invece che ai soli appassionati in cerca di fanservice ma questo, pur essendo un indiscutibile merito, causa un vero e proprio corto circuito tra la sua natura di serie animata, le aspettative dei fan e la qualità in sé e per sé della narrazione. Forte di un maggior budget, questa terza stagione di Castlevania approda sulla nota piattaforma digitale in dieci episodi, due in più rispetto alla precedente, sei in più rispetto alla prima stagione: una maggiore durata che, purtroppo, non ci ha convinto.
L'analisi della trama
Castlevania 3 comincia un mese dopo la fine della seconda stagione e segue essenzialmente quattro storyline separate. La prima ruota tutta intorno ad Alucard e apre la nuova stagione. Dopo la morte di Dracula, Alucard ha ereditato il castello del padre ma la solitudine comincia a fari sentire e ritroviamo il biondo vampiro dal cuore d'oro a imitare Tom Hanks in Cast Away: l'arrivo di due giovani ammazzavampiri sarà l'occasione di essere padre, mentore e amante. Trevor Belmont e Sypha, intanto, proseguono la loro relazione in quella che inizialmente sembra essere una specie di luna di miele per cacciatori di mostri. Il viaggio li conduce in un paesello dove faranno la conoscenza di alcuni inquietanti personaggi: il misterioso Saint-Germain, il flemmatico Giudice e lo stralunato Sala. Quest'ultimo conduce una sinistra fratellanza che nasconde un segreto terribile, spingendo i nostri a indagare e a stabilire scomode alleanze.
Ci sono poi i villain. Isaac sta tornando in Europa e sta trasformando gli umani in mostri per creare un esercito con cui vendicare la morte del suo ex padrone, Dracula. Sulla strada troverà il tempo di riflettere sulle sue scelte e sulla sua identità. Carmilla, invece, è tornata in Stiria con Hector come schiavo: mentre la vampira discute con le sorelle il da farsi, una di loro - la scaltra Lenore - circuisce Hector nel tentativo di asservirlo e controllare il suo potere di forgiatore. Le dieci puntate della terza stagione di Castlevania seguono queste quattro storyline distinte, senza intrecciarle in alcun modo, tant'è che a fine season si resta con un vago senso di incompiutezza e una gran voglia di rivolgersi allo schermo del TV ed esclamare: e quindi?! Ellis scrive bene la maggior parte dei personaggi, soprattutto quelli più tormentati come Isaac, Hector e Alucard, mentre tutti gli altri - quelli che ha già caratterizzato a sufficienza in passato - soffrono di una ridondanza stucchevole. Trevor e Sypha, in particolare, sembrano non avere più nulla da dire e i loro siparietti ci sono apparsi più forzati che divertenti.
In generale, però, si capisce che Ellis, per gran parte del tempo, giri in cerchio senza avere una direzione precisa. I dialoghi sono spesso lunghi e prosaici, complice anche un doppiaggio discreto in italiano e svogliato in inglese - eccezion fatta per i contributi illustri di Bill Nighy e Jason Isaacs - ed è chiaro che anche Castlevania è caduto nel tranello delle serializzazioni troppo lunghe: pur essendoci così tanti comprimari che si dividono tra le quattro storyline, sarebbe bastato dimezzare gli episodi per raccontare la stessa storia con un ritmo nettamente migliore. Sì, Ellis non è un tipo da scene d'azione, ma in questo caso le diluisce veramente troppo, collocandone essenzialmente una a inizio stagione e una nel season finale: nel mezzo, è una chiacchiera continua che alle interessanti parentesi introspettive alterna volgarità gratuite, scene di sesso francamente inutili, grottesche esplosioni di violenza e spiegoni fin troppo didascalici.
Questa stagione di Castlevania sente la mancanza di Dracula e della sua carismatica sagoma che proietta un'ombra su tutti i personaggi, alzando la posta in gioco. I nuovi villain faticano a trasmettere la stessa sensazione di minaccia: le vampire della Stiria, in particolare, sono caratterizzate minuziosamente nell'ottica contorta di Ellis, uno scrittore al quale piace calcare la mano sulla miseria umana per creare contraddizioni e suscitare riflessioni. Funziona a meraviglia, sia chiaro: a fine stagione, lo spettatore fatica a capire da che parte stare, anche perché si è tornati praticamente bis da capo e tutto quello che è accaduto nell'arco di dieci puntate assume i toni di un gigantesco riempitivo. La terza stagione vuole chiaramente gettare le basi per il futuro della serie, un futuro che probabilmente prenderà le distanze in modo importante dalla mitologia videoludica di Castlevania: per come stanno le cose alla fine dell'episodio 10, è difficile immaginare che un'eventuale stagione 4 possa trasporre fedelmente i fatti raccontati in Curse of Darkness o Symphony of the Night.
Alti e bassi
Che poi questo superfluo prolungamento della narrazione si riflette anche sull'aspetto della serie realizzata da Frederator Studios: il budget, così centellinato, finisce nelle rare scene d'azione, e comunque non basta ad assicurarne la qualità costante. Sono sempre ben coreografate e creative, specialmente nell'impiego dei poteri magici di Sypha, ma solo l'ultima si distingue davvero per spettacolarità e fluidità delle animazioni: essendo il momento culminante della stagione, lo studio di animazione dà veramente il massimo con l'aggiunta di un pizzico di computer grafica e una regia ispiratissima. Il budget speso nel season finale, e in qualche altro momento significativo come la visione di Saint-Germain nell'episodio 6, pesa tuttavia su altre animazioni molto più risicate e sui disegni approssimativi che abbiamo notato nelle altre puntate. La qualità visiva è davvero incostante, in questa stagione, e lo dimostrano soprattutto gli sfondi, incredibilmente particolareggiati in poche sequenze, tremendamente blandi in molte altre.
La direzione artistica resta di buon livello, anche se non tutti i nuovi personaggi sono stati disegnati con la stessa cura, per non parlare di quelli secondari assolutamente anonimi. Frederator Studios si è ispirato allo sconfinato bestiario videoludico di Castlevania per i mostri, invece, e questo ci ha fatto piacere, ma abbiamo avuto la netta sensazione, mentre si susseguivano gli episodi, che la serie fosse precipitata in un preoccupante baratro di mediocrità. Le precedenti stagioni di Castlevania non sono state certo indimenticabili, ma hanno avuto il merito di fare qualcosa di più col nome illustre che portavano, sfoggiando un'identità propria senza fare necessariamente leva sul fanservice e il sostegno dei fan, ma anzi conquistando una fetta di pubblico che i giochi neanche li conosceva. La terza stagione, invece, arranca per dieci puntate che sembrano venti senza una direzione precisa e senza neppure sforzarsi di salutarci con un cliffhanger che faccia attendere una nuova tranche di puntate.
Conclusioni
Multiplayer.it
5.5
Castlevania 3 finisce... e basta, con una scena che probabilmente farà storcere il naso ai grandi fan della serie Konami. Una chiusura apatica, senza tante cerimonie, che rispecchia probabilmente la fatica che Ellis ha fatto nello scrivere queste dieci puntate, evidentemente troppe anche per la storia che voleva raccontare. Questa terza stagione stabilisce il conflitto che probabilmente si svilupperà il prossimo anno, ma lo fa in un lungo momento di transizione, ricorrendo a scene shock per attirare l'interesse dello spettatore. E questo non è mai un buon segno per nessuna serie TV.
PRO
- Alcuni personaggi sono caratterizzati benissimo grazie a una ricercata introspezione psicologica
- Le scene d'azione sono poche ma ispirate e ben girate
CONTRO
- Praticamente è una stagione filler in cui succede poco di rilevante
- I villain che vorrebbero sostituire Dracula non sono altrettanto carismatici