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Detective Pikachu, la recensione

La recensione di Detective Pikachu, se i Pokémon esistessero realmente: Ryan Reynolds è la voce originale di un Pikachu a metà tra Chi ha incastrato Roger Rabbit? e Deadpool. Un binomio vincente?

RECENSIONE di Valentina Ariete   —   06/05/2019

Poche cose evocano gli anni '90 meglio del Game Boy, a cui Detective Pikachu protagonista della nostra recensione deve in qualche modo le origini: lo sanno tutti i nati negli anni '80 e lo sa anche Captain Marvel, visto che ne smonta uno nel film sulle sue origini, ambientato proprio in quel decennio, dopo essere precipitata sulla Terra scontrandosi con un'altra icona di quegli anni, la catena di videonoleggio Blockbuster, che però non ha avuto la stessa longevità. Ma questa è un'altra storia. Tra i giochi per Game Boy che vengono subito in mente appena si pensa all'inconfondibile console portatile ci sono sicuramente Tetris, Super Mario Land e la serie sui Pokémon. Molto prima che la gente impazzisse (rischiando di farsi investire!) inseguendo i "pocket monsters" giapponesi per le strade grazie a Pokémon Go (che, è inutile negare, abbiamo tutti scaricato sul nostro cellulare nell'estate del 2016 anche se abbiamo passato da un pezzo l'adolescenza), a fine anni '90 si facevano già partite infervorate con Pokémon Rosso e Blu, mentre sui banchi di scuola si definiva il proprio prestigio sociale a seconda di quante card speciali del Gioco di Carte Collezionabili Pokémon si era riusciti a trovare (ancora oggi quella prismatica di Charizard è una meraviglia).

Dal 1996, anno in cui Satoshi Tajiri ha dato via al franchise e alla The Pokémon Company, di videogiochi ne sono stati creati a decine, sono andate in onda due serie animate, diversi special tv, girati una ventina di film ed è stato messo in commercio un numero praticamente infinito di gadget raffiguranti le simpatiche creature in grado di pronunciare soltanto il loro nome. Pikachu, Squirtle, Charmander, Jigglypuff e gli altri sono entrati nelle case di milioni di persone, in varie forme, colori e stadi evolutivi. Per la gioia dei più piccoli e, inutile negarlo di nuovo, dei loro genitori, zii e fratelli maggiori, Warner Bros. Pictures ha realizzato il sogno di molti: il 9 maggio 2019 arriva nelle sale italiane Detective Pikachu, primo film del franchise in live action. Diretto da Rob Letterman, che ha una lunga esperienza nel cinema d'intrattenimento per ragazzi e d'animazione (avendo diretto, tra gli altri, Shark Tale, Mostri contro alieni e Piccoli brividi), Detective Pikachu è la realizzazione di un desiderio covato per anni da chiunque abbia mai giocato con i Pokémon: la visione concreta di come sarebbe il nostro mondo se i mostri tascabili lo avessero popolato insieme a noi da sempre. Una sorta di Chi ha incastrato Roger Rabbit? con i Pokémon al posto dei cartoni animati.

Detective Pikachu Pokemon

Benvenuti a Ryme City

Ambientato nell'immaginaria città di Ryme City (fusione perfetta di Tokyo, Londra e New York), Detective Pikachu racconta la storia di Tim Goodman (Justice Smith), ragazzo che una volta sognava di fare l'addestratore di Pokémon, ma che, complice una situazione familiare difficile, ha perso ogni stimolo avventuroso, preferendo dedicarsi al più tranquillo campo delle assicurazioni. Non solo: Tim è anche una delle pochissime persone a non avere un Pokémon, fatto per cui è visto con sospetto da amici e colleghi, perché a Ryme City integrazione è la parola d'ordine e i pocket monsters non vengono più usati come macchine da combattimento, ma sono compagni fedeli degli esseri umani. Di più: i Pokémon sono quasi spiriti guida, visto che scelgono di fare coppia con umani con caratteristiche molto simili alle loro. Non avere un Pokémon significa quindi quasi non avere un'identità e in un certo senso per Tim è proprio così: cresciuto dalla nonna, lontano dai genitori per molto tempo, il ragazzo vive quotidianamente un conflitto interiore che una notizia inaspettata renderà impossibile da evitare ulteriormente.

Detective Pikachu Justice Smith

Harry Goodman, il padre di Tim, poliziotto di Ryme City è infatti misteriosamente scomparso: se il suo collega, il detective Yoshida (Ken Watanabe) teme il peggio, il Pikachu di Harry ha un'altra versione da raccontare e lo fa, in originale, con la voce di Ryan Reynolds. Contrariamente a quanto fanno i suoi simili, questo Pokémon è speciale: oltre a indossare un cappello da detective e avere una dipendenza seria da caffeina, il Pikachu di Harry parla, parla tanto che non si riesce a fermarlo. Non solo: è dotato di un umorismo pungente, che contrasta con il suo aspetto dolce. Purtroppo però soltanto Tim sembra essere in grado di godere della sua verve comica (e per fortuna anche il pubblico). Insieme, Tim e Pikachu cercano di scoprire cosa sia successo a Goodman senior, che sembra stesse indagando su degli esperimenti sospetti sui Pokémon, come rivela a Tim l'aspirante giornalista Lucy Stevens (Kathryn Newton).

Ryan Reynolds è la voce originale di Pikachu

Sulla carta destinato soltanto a un pubblico di giovanissimi, Detective Pikachu parla in realtà a un pubblico molto più vasto, sopratutto grazie alla prova di Ryan Reynolds, che ha fatto totalmente suo il personaggio, improvvisando diverse battute e dandogli un umorismo che ricorda molto quello che ha già esplorato nei due film su Deadpool. Il mix, dato l'aspetto tenero di Pikachu, è esplosivo: un po' come successo per l'orso Ted di Seth MacFarlane. Temi come il cambiamento climatico, il rispetto della natura e degli animali, l'integrazione e l'accettazione, sfiorati grazie all'incontro con i vari Pokémon, sono un di più, ma i veri protagonisti sono i mostri e quindi il divertimento.

Detective Pikachu Ken Watanabe

È impossibile non farsi intenerire dai Pokémon di Detective Pikachu: chi ha giocato ai videogiochi e ha collezionato le carte noterà infiniti riferimenti al mondo dei pocket monsters, che si possono scovare sui cartelloni pubblicitari e sui giornali, sparsi all'interno di scenografie ricchissime di dettagli. L'animazione dei Pokémon è impressionante: Pikachu è animato così bene da sembrare reale, a partire dagli occhi espressivi, circondati da una pelliccia gialla di cui si riesce a individuare ogni singolo pelo. Nonostante nel film vengano inserite moltissime creature (dalle più famose come Charizard, Bulbasaur e Squirtle, a quelle meno conosciute come Lickitung), Detective Pikachu non è una semplice raccolta di Pokémon animati: tutto il film è anzi basato sull'unicità, sul trovare i propri punti di forza che ci permettono di distinguerci dagli altri. Il Pikachu protagonista non è semplicemente un Pikachu, ma è il Pikachu di Harry, con una sua storia e un vissuto che lo rende speciale. Un po' come la rosa di Il piccolo principe: è il tempo speso con il nostro Pokémon che lo rende (e ci rende) diversi da tutti gli altri.

Psyduck über alles

Tutti i Pokémon sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri: insieme alla comicità di Reynolds e alla bellezza della computer grafica, l'altro asso nella manica di Detective Pikachu è Psyduck: sguardo folle e perenne mal di testa, il Pokémon papero ha una carica comica che nel film emerge in tutta la sua potenza. Perennemente stressato, Psyduck richiede cura e attenzioni costanti: forte di questa condizione, è abituato ad avere tutti ai suoi piedi (palmati), tanto da arrivare a chiedere massaggi alle zampe a Pikachu. Inutile dire che è un pessimo partner e proprio per questo c'è un po' di Psyduck in ognuno di noi: bombardato da stimoli visivi e sonori, il Pokémon d'acqua può essere anche una metafora dello spettatore stesso. Pur non essendo privo di difetti (il mistero che fa da motore alla trama è facilmente intuibile, i personaggi umani non sono così approfonditi), Detective Pikachu ha un solo scopo: intrattenere lo spettatore per 104 minuti, coccolandolo come il capriccioso papero giallo. Siamo sicuri che a fine visione nessuno Psyduck (e spettatore) sarà esploso.

Detective Pikachu Psyduck

Conclusioni

Multiplayer.it

7.0

Sulla carta un film soltanto per i più piccoli, Detective Pikachu, grazie sopratutto alla voce di Ryan Reynolds nella versione originale, che gli dà una carica comica travolgente, arriva a un pubblico molto più vasto, riuscendo a divertire per 104 minuti. La storia è semplice, il mistero che dà il via alla trama si risolve in fretta se si è spettatori attenti e i personaggi umani non sono approfonditi, ma l'umorismo di Reynolds (che ha improvvisato molte battute), la bellezza della computer grafica e il ritmo serrato fanno di Detective Pikachu un buon prodotto di intrattenimento. Chi sognava di vedere come sarebbe il mondo se i Pokémon esistessero davvero può finalmente gioire.

PRO

  • L'umorismo di Ryan Reynolds è travolgente
  • La computer grafica è bellissima
  • Psyduck è meraviglioso

CONTRO

  • Il mistero che dà il via alla storia si risolve in fretta
  • I personaggi umani non sono approfonditi