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Devil May Cry 3: Special Edition la recensione per Nintendo Switch

La recensione di Devil May Cry 3: Special Edition per Switch: ci siamo trovati davanti un titolo con tre nuove sorprese capaci di rimescolare le carte in tavola ben al di là delle nostre aspettative

RECENSIONE di Aligi Comandini   —   20/02/2020

Devil May Cry 3: Special Edition è una sorta di Santo Graal per gli amanti degli action: un gioco mostruosamente rifinito e ispirato, capace di ridare gloria e linfa vitale alla sua saga dopo il disastro del secondo capitolo, e di dimostrare forse più di ogni altro titolo l'enorme genialità di Hideaki Itsuno (ad oggi uno dei più prolifici e brillanti director di Capcom). La recensione di Devil May Cry 3: Special Edition per Nintendo Switch sarebbe quindi stata un must persino in caso di port diretto, già solo per il valore enorme del titolo base.

Capcom, però, ha pensato bene di offrire un trittico di interessanti regali all'utenza Switch, capaci di differenziare questa versione del gioco da tutte le altre. Noi l'abbiamo chiaramente testata a fondo, per cercare di capire se, dopo tutti questi anni, queste caratteristiche esclusive dedicate alla console ibrida di Nintendo valgano il (comunque limitato) prezzo dell'acquisto. La risposta? Beh, non sarà Devil May Cry 5, ma le novità introdotte di certo rendono questa riedizione di Devil May Cry 3 un sostituto dell'ultimo capitolo ben più valido di quanto avremmo immaginato, durante l'attesa per un eventuale port (sempre che questo arrivi...).

Tre diavoli, tre feature

Mettiamo immediatamente in chiaro le cose: l'originale Devil May Cry 3 è stato per anni il picco della serie, e se non fosse stato per il numero cinque lo sarebbe ancora. La Special Edition è, già di suo, un miglioramento dell'originale con Vergil giocabile e contenuti extra di tutto rispetto, capace di innalzare ulteriormente un'esperienza già eccezionale. Itsuno d'altro canto era riuscito a prendere le basi poste da Kamiya col primo capitolo, e a perfezionarle ibridandole con meccaniche vicine a quelle dei picchiaduro, portando la tecnicità del sistema di combattimento a livelli mai visti prima in un action hack 'n' slash. Col quarto Devil May Cry, peraltro, questo sistema era stato ulteriormente migliorato - fino a raggiungere uno zenith per alcuni appassionati ancora insuperato - peccato che mancasse una campagna in grado di supportare tanto ben di dio. La versione Switch prende tutto ciò e lo riporta paro paro, con un po' di pazzie pensate per insaporire una zuppa già piccantissima oltre il limite del legale. Le feature che fanno da spezie extra sono tre: Weapon Switch, Style Switch, e Bloody Palace in cooperativa, e ci apprestiamo a descrivervele tutte nel dettaglio. La prima è la semplice possibilità di cambiare arma durante le battaglie vista in tutte le avventure di Dante, ma con un'importante modifica: nella versione Switch della Special Edition potrete equipaggiare contemporaneamente tutte le armi da fuoco e corpo a corpo, e sostituirle in serie creando combo assolutamente folli, che per varietà arrivano a tratti a superare persino quelle del quinto episodio quando si hanno a disposizione tutti gli strumenti del gioco. Per ottenere questa opzione basta selezionare la modalità Free Style quando si comincia una nuova partita, e farlo sblocca anche la seconda feature, che fa la stessa cosa ma con gli stili a disposizione del protagonista. Questo significa che nel bel mezzo delle battaglie potrete usare a piacere sia le numerose abilità aggiuntive di ogni singolo stile sia le varie armi (in origine pensate per offrire specifici vantaggi in certe situazioni)... una cosa folle, che nelle mani di un giocatore esperto dà vita a coreografie stratosferiche in combattimento. A tanta beltà poi c'è da aggiungere la cooperativa locale, che si spiega da sé, ma risulta comunque un surplus godereccio e particolarmente adatto alla console d'appartenenza. Giocare in coppia con Dante e Vergil è uno spasso, il Bloody Palace resta un'esperienza solidissima, e questo modo di affrontarlo andrebbe implementato allo stesso modo anche nel quinto episodio, dove continuiamo inutilmente a sperare venga aggiunta l'opzione con un eventuale update.

Meravigliosamente rotto

Ovviamente queste aggiunte rompono il sistema avanzando nel gioco, poiché offrono al giocatore degli strumenti pressoché inarrestabili per portare morte tra le orde infernali. La "spezzata" del combat system è però meno secca e brutale di quanto si possa credere, e anzi è quasi incredibile constatare come il tutto regga benone anche quando il protagonista diventa un tornado di armi, mosse stilosissime e acrobazie pressoché impossibile da rallentare. D'altro canto il gioco è più che punitivo già a difficoltà normale (la versione europea è nota per avere le difficoltà hard e normal invertite), e anche con la possibilità di cambiare stile con la pressione di un tasto i mostri picchiano abbastanza duro durante le prime missioni da non rendere il loro completamento gratuito. In più, una volta padroneggiato a dovere il sistema, il fulcro di Devil May Cry da sempre diventa quasi più la creazione di combo spettacolari che la sopravvivenza, quindi le meccaniche extra ammodernano e ampliano il sistema più che rovinarne le granitiche fondamenta. Insomma, gli sbilanciamenti ci sono (e vorremmo vedere), ma riescono magicamente a rendere tutto ancor più spassoso, e ad avvicinare il combat system del terzo episodio alle bombastiche follie del quarto e del quinto. Pure dal punto di vista del comparto tecnico c'è poco di cui protestare, anche se forse ci sarebbe piaciuta qualche modifica pesante. Parliamo pure sempre di un gioco vecchiotto e appartenente all'era PS2, quindi vederlo praticamente riportato uno a uno senza migliorie di sorta non ci ha impressionato. Se non altro, ad ogni modo, la fluidità dell'azione è impeccabile e invariata, e lo schermo di Switch aiuta a farsi andare bene una grafica appartenente a un paio di generazioni fa senza particolari problemi. Inoltre, pur con un bel po' di poligoni in meno, la spettacolarità degli scontri è tale da far passare in secondo piano quasi immediatamente l'impatto visivo.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.4
Lettori (9)
8.5
Il tuo voto

Una ventina di euro potranno sembrare troppi per un gioco del 2005, ma Devil May Cry 3 è un classico immortale le cui basi restano straordinarie, e questa versione Switch non solo permette di rigiocarsi la sua Special Edition in tutto lo splendore originario, ma offre tre extra capaci di renderla ancor più fuori di testa e fenomenale, nonostante gli inevitabili sbilanciamenti derivanti dalle nuove meccaniche. Detta semplicemente: la versione per Nintendo Switch di Devil May Cry 3: Special Edition porta al limite il suo sistema di combattimento, avvicinandolo al quarto e al quinto capitolo, e dando modo ai giocatori veterani di fare cose assolutamente folli, e tutto questo senza contare il valore aggiunto del Bloody Palace in cooperativa locale. Per noi vale assolutamente il prezzo del biglietto.

PRO

  • Gli switch aggiuntivi permettono di fare cose folli, vicine a quelle possibili nel quinto capitolo
  • Il gioco base resta un classico incredibile
  • Il Bloody Palace in cooperativa locale è uno spasso

CONTRO

  • Dal punto di vista tecnico si è fatto il giusto, senza migliorie particolari
  • Per ovvie ragioni le nuove meccaniche sbilanciano enormemente il sistema nelle fasi avanzate