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Dragon Ball Daima: la recensione della serie completa

La nuova avventura di Goku è giunta al termine col ventesimo episodio: l'ultima opera di Akira Toriyama ha soddisfatto le nostre aspettative?

RECENSIONE di Christian Colli   —   01/03/2025
L'artwork ufficiale di Dragon Ball Daima

Alla fine, forse, Dragon Ball Daima si è caricato sulle spalle troppe aspettative. È pur sempre Dragon Ball, e questo non dovrebbe stupire nessuno, ma Daima è stato anche un ritorno e un addio: ultima opera ad essere stata scritta da Akira Toriyama prima della sua dipartita lo scorso anno, per molti fan ha rappresentato uno spiraglio di luce dopo il controverso anime di Dragon Ball Super, rimasto in sospeso mentre il manga scritto e disegnato da Toyotaro ha proseguito per svariati volumi.

Dragon Ball Daima, inoltre, è sembrato fin da subito un remake di Dragon Ball GT, vituperato anime degli anni '90 - realizzato con un contributo marginale di Toriyama - che, come molte opere criticate, nel tempo si è guadagnato uno zoccolo duro di fan ed è diventato una specie di cult. Insomma, a serie conclusa, dopo venti episodi, abbiamo tirato le somme: com'è stato questo nuovo capitolo delle avventure di Goku e compagnia?

Toriyama nel bene e nel male

Caratterizzato da un ritmo claudicante, soprattutto nella tranche di episodi centrale, Dragon Ball Daima ha cercato di alternare azione e umorismo alla maniera di Toriyama, ma l'abbondanza di episodi filler - riempitivi, insomma - in cui non è successo assolutamente nulla di rilevante ha finito col pesare come un macigno sulla storia e, soprattutto, sulla caratterizzazione dei personaggi.

Intendiamoci, è Dragon Ball, mica un anime drammatico e introspettivo: è uno shonen in cui vince chi spara l'onda energetica più grossa o si trasforma meglio; tuttavia se i personaggi di Dragon Ball sono entrati di prepotenza nel nostro immaginario, dai Guerrieri Z ai nemici più sfigati come la squadra Ginew, un motivo c'è. Daima introduce una serie di comprimari che fanno anche simpatia, ma che alla fine hanno faticato a restare veramente impressi negli spettatori.

La serie, per esempio, imbastisce fin dai primi episodi una sottotrama incentrata sull'ambiguo ruolo di Glorio nella storia ma alla fine questo nuovo personaggio, per quanto determinante nella risoluzione dell'intreccio, resta fin troppo anonimo e poco utilizzato. La piccola Pansy - un richiamo più che ovvio alla grintosa Pan di Dragon Ball GT - se la cava un pelo meglio, ma siamo sempre lì: il nuovo cast è scarsamente utilizzato e alcune intriganti premesse (Neva, per esempio) finiscono per scoppiare come bolle di sapone.

Namecciani a confronto in una scena di Dragon Ball Daima
Namecciani a confronto in una scena di Dragon Ball Daima

Il ragionamento vale anche e soprattutto per gli antagonisti: si salvano praticamente solo i nuovi Majin Duu e Kuu perché sono effettivamente buffi e memorabili, mentre Degesu e Arinsu, che vorrebbero essere i marionettisti dietro le quinte, sono decisamente insipidi, anche se non quanto il vero cattivo della storia, Gomah, praticamente un Pilaf che ce l'ha fatta, ma che nel ruolo di "boss finale" - pur essendo fortissimo - non ha minimamente il carisma di un Cell o di un Freezer ma, se per questo, manco di un Baby o un Super 17. Toriyama aggiunge parecchia carne al fuoco sotto forma di personaggi secondari, battendo però strade già percorse - come nel caso della Gendarmerie Force - che finiscono per essere abbastanza ridondanti.

Probabilmente molti filler avrebbero potuto approfondire questi personaggi per rendere la storia più interessante o coinvolgente; invece, per come stanno le cose, Dragon Ball Daima forse avrebbe funzionato meglio sotto forma di uno o due lungometraggi, piuttosto che come miniserie televisiva. C'è da dire che in questi venti episodi Toriyama si è sbizzarrito a ricamare sulla mitologia dell'universo di Dragon Ball, raccontandoci retroscena veramente interessanti su personaggi che abbiamo dato per scontati per tantissimi anni: abbiamo scoperto moltissimo sui Namecciani, sui Glind e sulla struttura del regno demoniaco, informazioni che in retrospettiva ci aiutano a capire meglio anche la serie originale.

L'azione come piace a noi

In generale, nonostante i problemi sopraelencati, Dragon Ball Daima funziona. Pur richiamando a più riprese Dragon Ball GT nella struttura e nelle caratteristiche distintive - il viaggio, la ricerca delle Sette Sfere, la miniaturizzazione di Goku ma anche degli altri - la nuova serie animata Toei ha una personalità propria, grazie anche e soprattutto alla scrittura di Toriyama che, oltre ad affondare nella mitologia della sua opera, infila con frequenza le sue gag irresistibili, ricordandoci il Dragon Ball che fu con la sua strampalata caratterizzazione di Goku, vero fulcro di tutta la storia.

Vegeta diventa Super Saiyan 3
Vegeta diventa Super Saiyan 3

Questo per certi versi rappresenta un problema a modo suo, dato che Goku ruba spesso la scena anche ai suoi compagni storici e in particolare a Piccolo, che nella serie ha un ruolo davvero marginale. Al principe dei Saiyan, Vegeta, è finita decisamente meglio, dato che nel corso di Dragon Ball Daima diventa Super Saiyan 3, una trasformazione per lui totalmente inedita. Il nuovo canone farà impazzire per anni i fan della serie che hanno cercato disperatamente di mettere insieme i pezzi: Toei ha ufficialmente riconosciuto la continuità di Daima come storia d'intermezzo tra il finale di Dragon Ball Z e l'inizio di Dragon Ball Super; in realtà, però, l'ultima opera di Toriyama contraddice soprattutto il secondo in più momenti.

Attingendo poi a Dragon Ball GT per alcune idee - come la trasformazione di Goku in Super Saiyan 4, seppur esteticamente un pelo diversa da quella del 1997 - Daima per il momento sembrerebbe aver mandato alle ortiche ogni pretesa di continuità. Forse è venuto il momento di prendere atto che a Toriyama e Toei poco importa di una presunta continuità logica, come peraltro hanno dimostrato i lungometraggi cinematografici del passato, e che un'anime come Daima risulta sinceramente più godibile senza stare a fare mille collegamenti tra le diverse opere.

Una scena della battaglia contro Gomah
Una scena della battaglia contro Gomah

A tratti, però, Dragon Ball Daima ci ha dato l'impressione di essere stato scritto per sfornare più action figure possibile, come peraltro sta dimostrando Bandai che, per ogni singola trasformazione, ha prodotto la relativa S.H. Figuarts. In questo senso, la maledizione delle Sfere del Drago che ha miniaturizzato i protagonisti all'inizio dell'anime ha ben poca rilevanza da un punto di vista narrativo: serve a innescare la serie, certo, ma si risolve senza particolari acuti e nel giro di qualche episodio si esaurisce anche la sua potenzialità umoristica.

In Dragon Ball Daima comunque Toei ha creduto fortissimo. La serie animata può contare su valori produttivi altissimi, specialmente durante i combattimenti, che sono praticamente sempre animati benissimo e ottimamente coreografati: l'ultimo episodio, in particolare, ci è apparso una spanna sopra i precedenti da un punto di vista meramente tecnico, il che fa sorridere se si pensa che per metà del minutaggio i personaggi a malapena proferiscono parola mentre infuria lo scontro. Sotto questo punto di vista, insomma, Dragon Ball Daima ha fatto esattamente quello che doveva fare: tra trasformazioni sempre più esagerate, combattimenti avvincenti e gag più o meno esilaranti - quella di Bulma e del bagno con Vegeta potrebbe entrare nella top 10 di Dragon Ball, vedere per credere - l'ultima opera di Toriyama forse non ha centrato perfettamente il bersaglio che si era prefissata ma ci ha intrattenuto il giusto e senza strafare.

Conclusioni

Multiplayer.it

7.0

Dragon Ball Daima ci ha divertito ma, alla fin della fiera, si tratta di un anime tutto sommato dimenticabile. I nuovi personaggi non funzionano proprio benissimo e il susseguirsi di trasformazioni che rompono la continuità sembrano essere state pensate solo da un punto di vista commerciale. Malgrado ciò, l'anima di Toriyama traspare qua e là col suo umorismo e il suo intuito, messo in scena magnificamente da Toei Animation, soprattutto nella seconda metà della serie, quando finalmente prende piede e i combattimenti si susseguono a ritmo serrato. Rivedere Goku e compagni sul piccolo schermo è sempre bello ma, onestamente, ci saremmo aspettati qualcosina di più.

PRO

  • Animazioni di ottima qualità, specie durante i combattimenti
  • Approfondisce alcuni aspetti dell'universo di Dragon Ball
  • Restituisce al canone alcune trasformazioni molto amate

CONTRO

  • I nuovi personaggi potevano essere caratterizzati meglio
  • Manderà ai matti i fan sfegatati della continuità
  • Forse sarebbe stato meglio condensare tutto in uno o due film