Level-5 è uno sviluppatore che negli anni ha seguito una vera e propria parabola discendente. Considerata una delle compagnie più creative e prolifiche dei primi anni 2000, ha lentamente affrontato un declino inesorabile e fatidico, concentrandosi su progetti multimediali che non hanno avuto il successo sperato, o meritato. Sparita praticamente da ogni radar per un certo periodo, Level-5 è tornata alla carica con una serie di progetti tra cui spicca proprio Fantasy Life i: La ragazza che ruba il tempo, iterazione moderna di una delle sue più audaci scommesse.
Uscito su Nintendo 3DS oltre dieci anni fa, poi portato su sistemi mobile, Fantasy Life è la quintessenza della comfort zone: un GDR semplice, adatto a tutti, specialmente agli amanti dell'escapismo e del completismo. Caratterizzato da una verve irresistibile che è il marchio di fabbrica di Level-5, Fantasy Life è rimasto nel cuore di tantissimi fan che oggi vogliono solo sapere se questo sequel dallo strano sottotitolo è il grande ritorno in cui speravano da anni.
La ragazza che ruba il tempo libero
Il primo Fantasy Life era un pastiche di sottogeneri che funzionava sorprendentemente bene, concedendo al giocatore una grande libertà nella gestione dei contenuti, divisi tra la campagna principale e una pletora di attività secondarie. Fantasy Life i: La ragazza che ruba il tempo sposta il peso della bilancia sulle seconde, relegando alla narrativa un ruolo più marginale, seppur decisivo nello sblocco dei contenuti e delle funzionalità: fondamentalmente la nuova campagna è una specie di grande tutorial che si esaurisce in una ventina di ore, svincolando il giocatore dalla linearità della progressione e consegnandogli tutti gli strumenti per fare tutto quello che gli pare.
La storia - raccontata in italiano tramite scenette e testi non doppiati - comincia con una spedizione archeologica capitanata dallo stravagante Edward. Noi siamo il suo fedele assistente, creato sul momento con un editor semplice, ma ricco di opzioni per personalizzare il nostro alter ego nel mondo di Fantasy Life i. Succede un patatrac: un drago ci attacca, il fossile che stiamo trasportando via nave si risveglia e in men che non si dica ci ritroviamo mille anni nel passato insieme all'uccellino di Edward, Pio, che grazie a un manufatto ottiene il dono della parola e si esprime al posto nostro.
Finiti nel villaggio di Suonotempo, siamo accolti dai suoi gioviali abitanti e dalla principessa Lemù, sorella del sovrano in carica. A questo punto potrebbe sembrare che la storia si incentri sul nostro ritorno al presente, invece il problema si risolve subito dato che l'andirivieni temporale diventa presto il fulcro del gioco. Dovremo infatti barcamenarci tra presente e passato per scoprire quale catastrofe si è abbattuta sui nostri amici di Suonotempo, in realtà le rovine a cui era interessato proprio Edward. Rovine che nascondono l'Abisso, un luogo misterioso in cui sono sepolti segreti sovrannaturali.
Sembra tutto molto avvincente, e in realtà la trama non è neanche troppo scontata, ma è estremamente frammentata, specie se si approfitta degli spazi tra uno snodo e l'altro della storia per dedicarsi alle attività secondarie. Appare subito chiaro che il fulcro di Fantasy Life i non sia la storia, o comunque lo è anche meno di quanto non lo fosse stato nel gioco del 2014, ma rispetto all'iterazione originale Level-5 ha fatto diversi passi avanti in termini di regia e messinscena, con filmati girati più che discretamente che danno ai momenti salienti della narrativa un sapore più sofisticato.
La parte del leone la fanno però i personaggi e i dialoghi, localizzati in un ottimo italiano, spiritoso e pieno di riferimenti e giochi di parole che strappano più di un sorriso. Fantasy Life i è un gioco che non si prende mai sul serio, arrivando a sfondare la quarta parete in più occasioni: nel suo look chibi coloratissimo e nella caratterizzazione sopra le righe dei tanti personaggi emerge tutto l'umorismo di Level-5, capace di parlare a grandi e piccini ma soprattutto di meravigliare gli adulti, catapultandoli in un mondo di ottimismo e positività in cui nessun cattivo è mai veramente cattivo. Qualcosa di cui forse abbiamo veramente bisogno in questo periodo sempre più buio della nostra storia.
Tuttofare con tanto da fare
Il gameplay ruota come sempre intorno ai mestieri, le "classi" che possiamo scegliere per combattere i nemici, raccogliere i materiali e creare armi, armature, intrugli, mobili, pietanze e altro ancora. Fantasy Life i accantona alcuni aspetti più "ruolistici" rispetto all'originale: non ci sono più punti da distribuire e le statistiche, per così dire, dipendono solo dai mestieri e dall'equipaggiamento. La vera novità, però, è un'altra. Ora non bisogna più tornare in città ogni volta che vogliamo cambiare mestiere: il gioco interpreta le nostre azioni e sceglie per noi il mestiere adatto al contesto.
Se stiamo girovagando come Mercenari armati di spadone a due mani ma vogliamo tagliare la legna di un albero particolarmente promettente, basta avvicinarsi all'albero in questione e premere il tasto di interazione per trasformarci immediatamente in Taglialegna. Basterà poi estrarre l'arma in un secondo momento per tornare Mercenario o avvicinarci a uno specchio d'acqua per diventare Pescatori, a una vena per trasformarci in Minatori e così via. Al massimo possiamo scegliere il mestiere da combattimento in cui cambiare poi automaticamente in caso di scontro, ma basta aprire la schermata apposita in qualsiasi momento per scegliere tra i mestieri sbloccati (Paladino, Mercenario, Mago, Cacciatore e... Disoccupato).
È una trovata semplice, ma di grande importanza che, di fatto, rivoluziona il gameplay, rendendolo molto più scorrevole e gratificante. Una volta sbloccati i mestieri - completando gli incarichi iniziali, che ci fanno anche conoscere i vari abitanti di Suonotempo - il gioco si apre enormemente, affiorano missioni secondarie da tutte le parti e lo scopo di Fantasy Life i diventa migliorare i mestieri per fare molte più cose: combattere nemici più forti, come quelli con la coroncina sul nome che lasciano risorse più rare, raccogliere materiali migliori e poi fabbricare oggetti di alta qualità presso i tavoli da lavoro.
I meccanismi sono principalmente tre, a seconda del tipo di mestiere. I mestieri di artigianato sono quelli più semplici, per così dire: si tratta essenzialmente di completare dei minigiochi a tempo, cosa più facile a dirsi che a farsi nelle prime ore di gioco, dato che serve una discreta capacità di reazione quando non si ha alcun tipo di aiuto indiretto. I mestieri di raccolta sono dei minigiochi a sé stanti, in cui bisogna azzeccare il punto giusto per infliggere più "danni" prima che finiscano i SP che le nostre azioni consumano. I mestieri di combattimento sono più sofisticati, ovviamente, ma i controlli sono comunque intuitivi. Gli archetipi funzionano diversamente; il Paladino e il Mercenario combattono in mischia, ma il primo può difendersi con lo scudo, mentre Mago e Cacciatore sono combattenti a distanza.
Aumentando di livello si ottengono dei punti per ogni mestiere da distribuire in una schermata delle abilità con vari bivi, bonus passivi e abilità da sbloccare per ampliare l'eventuale parco mosse. Alla fine c'è una buona varietà di scelte che rende questo aspetto del gameplay meno ingenuo di quanto possa apparire a prima vista, specialmente per quanto riguarda il combattimento, ma il livello di difficoltà medio/basso attenua queste sfumature e, almeno fino ai contenuti "endgame", non c'è veramente bisogno di ricorrere a build specifiche, se non per affrontare qualche nemico di livello molto più alto solo perché ne abbiamo voglia.
Tutti questi sistemi, che all'inizio possono apparire soverchianti, fluiscono scorrevolmente in un gameplay tutto orientato sulla libertà d'azione, soprattutto dopo aver superato uno snodo cruciale nella storia: ci ritroveremo, infatti, a viaggiare tra presente e passato per mettere alla prova le nostre capacità in contesti diversi. Da una parte avremo il Passato, col villaggio Suonotempo da cui si diramano svariate attività secondarie; poi avremo il Continente Moltogrande, una mappa aperta che potremo esplorare in lungo e in largo, con tanto di torri da scalare per "sbloccare" l'area circostante, sacrari che sembrano usciti da The Legend of Zelda: Breath of the Wild, mini dungeon, boss e così via. Poi c'è il Presente, con il dungeon dell'Abisso e il nostro quartier generale, che potremo personalizzare in stile Animal Crossing, ricorrendo ai mestieri di artigianato e agli Strambini.
Dapprincipio questa pletora di contenuti è certo disorientante, ma una volta capito il ciclo, sbloccato il Portale universale che consente il viaggio rapido e, soprattutto, essere entrati nella mentalità collezionistica e spensierata di Fantasy Life i si capisce che non bisogna seguire una traccia ma abbandonarsi alla scoperta e all'avventura.
Qualità della Life
In un certo senso non è sbagliato accostare Fantasy Life i ad Animal Crossing: con il titolo Nintendo condivide molte caratteristiche, dalla libertà di azione agli incarichi giornalieri, passando per la componente collezionistica e quella gestionale. A un certo punto potremo personalizzare gli interni e gli esterni del quartier generale, intervenendo persino sulla geometria dello scenario per soddisfare la nostra fantasia. Però è qui che il gioco Level-5 inciampa leggermente, nella progressione scandita da una serie di requisiti che non sono veramente un ostacolo ma, essendo molteplici, formano una specie di domino che può generare un po' di confusione, specialmente all'inizio.
Prima abbiamo menzionato gli Strambini: sono povere anime - letteralmente - intrappolate in manufatti, mobili e altri oggetti che troveremo girando per il mondo. Riportati al quartier generale, potremo ritrasformarli in esseri umani, ma ci serviranno i fiori divini, una risorsa che si rigenera una volta al giorno secondo il tempo reale. Durante la nostra partita abbiamo sempre avuto una discreta abbondanza di fiori divini da spendere negli Strambini, ma in scelte come questa, e nella presenza di diverse risorse da accumulare, venditori da visitare e sfide giornaliere da completare, traspare forse un DNA da gioco mobile risalente a ciò che Fantasy Life i avrebbe dovuto essere nelle idee iniziali di Level-5. Alla fine queste dinamiche non incidono più di tanto sull'esperienza, ma tendono a renderla più caotica.
Gli Strambini sono i comprimari che potremo reclutare e portarci d'appresso nelle nostre avventure. Hanno tutti una personalità propria e rappresentano i vari mestieri: in questo senso, sono dei bonus ambulanti che non ci aiutano solo a combattere i nemici, ma anche a superare i minigiochi relativi alla raccolta e all'artigianato. Collezionare gli Strambini e poi scegliere quali portare con noi è un po' un gioco nel gioco e se ci state vedendo un'oncia di Pokémon, forse non siete troppo distanti dalla verità.
La somma di tutte queste dinamiche, risorse, valute e attività fa sembrare Fantasy Life i una specie di MMORPG per giocatore singolo, con tanto di modalità multigiocatore per chi preferisce affrontare l'avventura in compagnia; una modalità però pensata davvero malissimo, con tutta una serie di sviste e complicazioni che rendono l'esperienza farraginosa, limitata e fondamentalmente trascurabile. La nostra speranza è che Level-5 ci metta mano in futuro, magari con qualche aggiornamento più incisivo di quello appena pubblicato: Fantasy Life i sembrerebbe proprio essere la base per un live service perfetto sul lungo periodo.
Lo sviluppatore, però, dovrà necessariamente aggiustare il tiro su alcuni aspetti che lasciano a desiderare, specialmente in termini di qualità della vita. Considerata la molteplicità di dinamiche a incastro, che si intrecciano a formare il corpo del gameplay, Fantasy Life i commette dei veri e propri peccati di ingenuità: le varie schermate non sono sempre chiare e leggibili, specialmente la mappa, e sarebbe servita un'interfaccia più flessibile e completa. Comprendiamo la volontà di spostare l'attenzione sull'immersione, ma a tratti il titolo Level-5 riesce a essere frustrante per i motivi completamente sbagliati.
Un'ultimissima segnalazione la meritano le performance. Abbiamo giocato su PlayStation 5 standard e Nintendo Switch: in entrambi i casi il gioco si comporta abbastanza bene, ma perde qualche frame in entrambi i casi, più frequentemente sulla console di Nintendo, che peraltro restituisce un'immagine più sfocata e meno dettagliata. In generale, però, vista la natura del titolo, abbiamo trovato più gradevole giocarlo in portabilità: resta da vedere quanto girerà bene su Switch 2, soprattutto dopo aver acquistato l'aggiornamento relativo.
Conclusioni
Fantasy Life i non è solo una versione modernizzata, riveduta e corretta del Fantasy Life per Nintendo 3DS: è lo stesso tipo di gioco, ma al contempo è diverso, più incentrato sull'esplorazione e il collezionismo che sulla narrativa e le caratteristiche GDR, con tutta una serie di novità gradevolissime. È un titolo spensierato e confezionato a meraviglia, grazie al suo look irresistibile e a una scrittura esilarante che incorniciano un gameplay intuitivo e immediato, nonostante la sovrabbondanza di tutorial nelle prime ore. Una volta entrati nel giro, se si ama questo genere di esperienze sarà difficile tirarsene fuori fino alla fine, arrivando a perdonare alcuni problemini che Level-5 potrebbe risolvere con dei validi aggiornamenti.
PRO
- Notevoli miglioramenti alla formula dei mestieri
- Tantissime cose da fare, vedere, scoprire, collezionare
- Look irresistibile e scrittura esilarante, Level-5 alla massima potenza
CONTRO
- Modalità multiplayer da rivedere
- Qualche singhiozzo tecnico poco giustificabile
- La pletora di contenuti e risorse può diventare soverchiante