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Flipping Death, la recensione

L'erede spirituale di Stick it to The Man è un puzzle game ironico e brillante

RECENSIONE di Simone Pettine   —   14/08/2018

Sviluppatori talentuosi, idee geniali e umorismo dilagante: mettete insieme gli ingredienti, mescolateli per bene e vedrete che salteranno fuori i ragazzi di Zoink Games. Negli ultimi anni la software house svedese ci ha regalato vere e proprie perle immediatamente riconoscibili, produzioni solide dal gameplay mai banale, sempre concentrate sull'inventiva: pensiamo ad esempio a Stick it to The Man e a Zombie Vikings. Dopo la parentesi leggermente più ambiziosa di Fe, Zoink Games torna alle origini con un puzzle platform surreale e fuori di testa, Flipping Death, ambientato nello stesso universo di Stick it to The Man, del quale è dopotutto l'evidente seguito spirituale. Cosa succede dopo la morte? E soprattutto, cosa succede se si muore, ma la Morte decide di andarsene in vacanza lasciandoci con la sua falce tra le mani? State per scoprirlo.

Una trama funebre

Dopo la parentesi multiplayer di Zombie Vikings, Zoink Games torna alle origini, tra le atmosfere immediatamente riconoscibili e lo stile artistico curato e peculiare che a suo tempo furono lodati in Stick it to The Man. E ancora una volta protagonista dell'improbabile narrazione è un personaggio decisamente singolare verso il quale il giocatore prova subito simpatia: questa volta tocca a Penny Doewood, una ragazza slanciata, esuberante e con una smodata passione per il macabro, il gotico e il colore nero. Neanche a farlo apposta Penny lavora presso un'impresa di pompe funebri, almeno prima di essere licenziata (per l'ennesima volta) a causa del suo carattere fin troppo energico. Armata di buona volontà e di voglia di divertirsi, la ragazza decide di passare una serata tranquilla in compagnia del suo ragazzo Elliot, proponendo una breve passeggiata nel cimitero cittadino (i gusti sono gusti).

Flipping Death, la recensione

Penny non ha idea che quella sarà anche l'ultima passeggiata della sua breve e irruenta vita: il pavimento di un mausoleo cede e lei si spezza letteralmente la schiena cadendo su un gigantesco masso. Finisce così nel Regno dei Morti, un posto che neanche a dirlo le piace da matti perché perfettamente in linea con i suoi gusti estetici. Tra l'altro trova anche un nuovo lavoro, dato che la Morte la scambia con il suo sostituto e fugge via in vacanza sulla Luna lasciandole in mano Falce e Mantello, nonché il compito di ascoltare le lamentele delle varie anime presenti. Se tutta questa buona dose di follia vi ha già stupiti in positivo e interessati, sappiate che non è neppure un decimo di quello che troverete in Flipping Death: alla regia della narrazione, tra gli altri, torna anche Ryan North del comics Adventure Time e vi assicuriamo che la qualità delle storie raccontate e della trama principale migliora costantemente, a fronte di una durata purtroppo esigua.

Flipping Death, la recensione

Gameplay tra la vita e la morte

La narrazione di Flipping Death si sposa in modo eccellente con meccaniche puzzle platform fresche e curiose. Per proseguire nella storia Penny deve ascoltare le petulanti richieste delle anime del Regno dei Morti: ognuna di loro si trova sospesa nel limbo a causa di qualche "conto in sospeso" nel mondo reale (Flatwood Peaks e dintorni), e sarà compito di Penny portarle verso la pace eterna. Carisma e situazioni buffe non mancano mai: all'inferno c'è un marinaio ucciso dalla moglie perché aveva dedicato la propria imbarcazione all'amante, e la sua anima è in attesa che la barca riceva l'ultima mano di vernice, rigorosamente di colore blu. E allora il giocatore dovrà ingegnarsi per dipingerla, ma come fare se Penny è relegata al Mondo dei Morti? Ecco che subentra la meccanica "flip" della produzione: la protagonista può viaggiare tra i due mondi proprio come se fossero le due facciate dello stesso foglio di carta (a livello artistico realizzate divinamente), è sufficiente che prenda il controllo di uno dei viventi di Flatwood Peaks.

Flipping Death, la recensione

Una volta "posseduto" il malcapitato di turno, Penny può controllare i suoi pensieri e il suo corpo, sfruttando le particolari caratteristiche di ognuno di essi. Tra i tanti folli personaggi presenti, nella fasi iniziali troverete un poliziotto bisognoso d'affetto, un supereroe un po' svitato che sente il bisogno di dover toccare tutto e tutti, e un dentista frustrato. Tornando all'esempio della barca da dipingere, l'enigma viene risolto portando il dentista ad aprire con il suo trapano la latta di vernice. Di volta in volta bisogna ingegnarsi e ragionare con i vari personaggi a disposizione per eseguire determinati compiti, ma l'anima puzzle game di Flipping Death è forse l'aspetto più riuscito della produzione assieme al comparto artistico e stilistico. Le soluzioni non sono mai ovvie, talvolta forse anche poco intuitive, e per questo motivo un sistema di indizi disponibile nel menù di pausa aiuta soprattutto i giocatori più giovani a proseguire nell'avventura.

Flipping Death, la recensione

Se questa è la parte del gameplay che si svolge "in vita", l'altra parte appartiene invece al regno dei defunti: è da qui che Penny prende il controllo dei viventi, ma per farlo deve prima raccogliere degli strani esserini svolazzanti, moneta di scambio per la possessione. Nelle fasi platform viene sfruttato un originale meccanismo a base di falce e teletrasporto: l'arma della mietitrice può essere lanciata contro le piattaforme per poi permettere a Penny di teletrasportarsi su di esse. Non sempre purtroppo il tutto avviene con la precisione richiesta, e talvolta in generale i movimenti dei personaggi sembrano più incerti che volutamente caricaturali; ma sono difetti che durano appena un secondo e che non riescono mai davvero a mettere in discussione la bontà generale dell'intera produzione.

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 19,90 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (2)
7.8
Il tuo voto

Flipping Death è l'ennesima produzione geniale di Zoink Games, che dopo Zombie Vikings e Fe ha deciso di "tornare alle proprie origini" inaugurate con Stick it to The Man. Il titolo è un validissimo ibrido tra l'avventura grafica e il puzzle platform, dove prevale decisamente la componente puzzle a base di enigmi da risolvere per proseguire nella narrazione. Il divertimento è sempre assicurato da battute brillante e situazioni comiche, e il doppiaggio in lingua inglese ci ha stupito con la sua espressività. Peccato che le avventure di Penny Doewood durino relativamente poco: ci sarebbe piaciuto viaggiare tra il regno dei vivi e quello dei morti ancora per un po', avvolti da situazioni e atmosfere del miglior Terry Pratchett.

PRO

  • Storia divertente e originale
  • Gameplay vario e ben bilanciato
  • Missioni secondarie e collezionabili

CONTRO

  • Movimenti non sempre precisi e reattivi
  • Sessioni platform non sempre convincenti
  • Piuttosto breve