Ci avviciniamo a Halloween e la presenza del buon vecchio Jason Vorhees diventa imperante tra film, videogiochi e tradizioni del periodo. Come una sorta di Babbo Natale distorto, il protagonista di Venerdì 13 imperversa un po' ovunque nell'iconografia popolare della festa dei Morti, dunque non stupisce vederlo alle prese con reinterpretazioni anche piuttosto ardite rispetto alle sue atmosfere e rappresentazioni tradizionali. Nel caso del gioco oggetto di questa recensione, ovvero Friday the 13th: Killer Puzzle, Jason viene utilizzato in maniera molto furba dagli sviluppatori per confezionare quello che è a tutti gli effetti il seguito di un altro titolo, ma dotato di una sorta di reskin totale che l'ha trasformato in un gioco a parte, ispirato in una maniera del tutto atipica alla celebre serie da cui trae il nome.
Il capostipite a cui ci riferiamo è Slayaway Camp, degli stessi autori Blue Wizard Digital, da cui questo nuovo gioco trae la particolare impostazione da puzzle game, travestendo il tutto in stile Venerdì 13 e inserendosi sul mercato opportunamente in prossimità di Halloween. Eppure, tra tutte le operazioni commerciali che possono avere Jason come protagonista-simbolo di questo periodo autunnale, questo gioco rappresenta uno dei modi più originali e riusciti per rendere giustizia al mito, nonostante travisi in maniera ostentata e impertinente lo spirito originale del personaggio, trasformandolo in una sorta di macchietta pur mantenendo una certa dose di efferatezza. Anzi, sotto diversi aspetti il tasso di violenza qui diventa ancora più impressionante proprio a causa dello strano contrasto che si crea con la carineria generale del gioco, sebbene il tutto avvenga sempre con uno spirito umoristico di fondo. Tanto è vero che gli sviluppatori hanno pensato bene di inserire l'opzione per poter giocare senza le derive più violente, rendendo in questo modo il titolo adatto a tutta la famiglia, o quasi.
Cuore di mamma
L'inquietante ma indissolubile rapporto d'amore tra madre e figlio, che è alla base della leggenda originaria di Jason, viene proposto qui in maniera decisamente dissacrante, con la mamma che all'inizio di ogni livello stimola il proprio ragazzone a fare a pezzi tutti i malcapitati che si trovano all'interno dei livelli ed è peraltro un espediente simpatico anche per introdurre i vari elementi di gioco. Gli interventi continui della mamma servono inizialmente anche come tutorial graduale e in questo senso rappresentano un'ottima idea, anche per caratterizzare un gioco che, in effetti, non conta praticamente su alcun sostrato narrativo, incrementando l'effetto umoristico e grottesco delle scenette con una sorta di commento costante e compensando il tradizionale mutismo del protagonista. Tutto questo diventa presto rumore di fondo, considerando anche che la quantità enorme di livelli e la struttura da puzzle non può consentire un vero e proprio sviluppo di una storia, ma aiuta a costruire un'atmosfera veramente particolare.
In Friday the 13th: Killer Puzzle ci troviamo ad attraversare ben 12 ambientazioni in altrettanti capitoli, ognuna composta da circa 13 livelli, per un totale di ore di gioco decisamente elevato, nonostante le prime prove scorrano via abbastanza velocemente. Tra gli scenari si scorgono elementi tipici del mito di Venerdì 13 come l'iconico Camp Crystal Lake, il carcere, lo chalet immerso nella neve e poi varie digressioni più o meno folli come il deserto post-apocalittico, il futuro iper-tecnologico e altro. I livelli si sbloccano avanzando in maniera progressiva e gli scenari diventano accessibili una volta raggiunta la giusta quantità di uccisioni, alimentando peraltro la "sete di sangue" di Jason attraverso omicidi in sequenza che sbloccano anche bonus aggiuntivi come costumi alternativi e armi, tutti elementi esclusivamente estetici ma che arricchiscono marginalmente l'esperienza di gioco.
Un ragazzo semplice
Qual è la meccanica centrale su cui si fonda il tutto? È presto detto: si tratta, in sostanza, di uccidere tutti i personaggi che compaiono all'interno di un livello. Fin qui tutto "normale", almeno per quanto riguarda la routine quotidiana di Jason, il problema però è che il protagonista è un tipo semplice, cosa che si manifesta anche nella sua impossibilità di controllare a pieno i propri movimenti: impartendo una direzione al protagonista, questo percorre il corrispondente tratto di terreno in un unico movimento, fermandosi solo se trova un ostacolo sul proprio cammino. Questa caratteristica rende un po' problematico lo spostamento all'interno dei livelli, anche perché è possibile imbattersi in trappole, cadere nell'acqua o essere scoperti dalle guardie, ad esempio (tutte cose che ci portano a morte certa) oltre alla difficoltà di inquadrare precisamente le prede se non ci si arriva perfettamente accanto. Si tratta allora di studiare precisamente le traiettorie da far eseguire a Jason, sfruttando magari gli elementi disposti nello scenario in modo da modificare la posizione e far raggiungere al protagonista, che altrimenti slitterebbe via fino alle pareti (o quel che si trova sulle "quinte" di sfondo), i punti desiderati.
È una cosa piuttosto strana da spiegare che si capisce meglio guardando i video relativi al gioco, fatto sta che un'impostazione di questo genere trasforma il semplice fatto di dover toccare i vari personaggi presenti sullo schermo in una sorta di partita a scacchi, dove ogni singolo movimento di Jason dev'essere ponderato per tempo attraverso un attento studio della posizione e delle possibili traiettorie. Diverse caratteristiche concorrono a complicare ulteriormente le cose: avanzando nei livelli vengono aggiunti ulteriori pericoli ed elementi avversi, come l'acqua e il fuoco che uccidono Jason all'istante, trappole o guardie che se raggiunte da davanti ci eliminano immediatamente. Altri oggetti modificano lo studio dei movimenti, come elementi di scenario che cadono o si trasformano, o il fatto che le vittime tendano a fuggire se non vengono colte di sorpresa alle spalle o di lato. Il concetto alla base del puzzle è insomma piuttosto semplice e per certi versi ricorda gli scacchi o il gioco del 15, ma si rivela sempre più complesso e impegnativo avanzando nel gioco, risultando anche sorprendentemente stimolante, nonostante la quantità enorme di livelli presenti.
Tra horror e humor
Una siffatta tipologia di gioco non richiede solitamente gran dispendio di energie in termini di complessità grafica, una volta trovata l'idea geniale su cui imperniare il gameplay è importante soprattutto trovare uno stile che possa donare un carattere peculiare al tutto. Anche da questo punto di vista il lavoro svolto da Blue Wizard è notevole: l'umorismo presente è ovviamente di grana grossa, con un ricorso costante al grottesco sanguinolento che può risultare anche di dubbio gusto, ma considerando che stiamo parlando di un gioco ispirato a Venerdì 13 si tratta comunque di una digressione notevole sul canone imposto, che riesce comunque a caratterizzare bene l'esperienza di gioco. Grafica semplice e pulita sono i requisiti essenziali anche per avere sempre una visione ottimale dei livelli, cosa indispensabile per venire a capo degli enigmi in Friday the 13th: Killer Puzzle. Su questo fronte, l'adozione dell'inquadratura isometrica, sebbene molto piacevole a vedersi, può trarre in inganno con la sua prospettiva.
Gli sviluppatori hanno comunque pensato anche a questa eventualità, consentendo di passare in ogni momento a un'inquadratura dall'alto a volo d'uccello che risulta sicuramente molto meno piacevole ma anche massimamente chiara per pianificare al meglio i movimenti da effettuare senza incappare in errori di prospettiva. Quando falliamo, il gioco ci consente di tornare indietro di una mossa per volta oppure ricominciare il livello, in modo da offrire diverse possibilità per trovare una nuova soluzione, per chi preferisce ripianificare tutto da zero o se siamo riusciti a individuare il punto esatto in cui abbiamo commesso un errore che ha compromesso l'intero schema. Nonostante l'azione a lungo andare sia ripetitiva, anche questo sistema di correzione dinamico contribuisce a mantenerci attaccati al gioco dopo diversi fallimenti. Apprezzabile, infine, l'inserimento di elementi peculiari per ogni diversa ambientazione in grado non solo di caratterizzare i diversi scenari ma anche di influire sulle meccaniche stesse del gameplay, come i suddetti elementi diversivi tra ghiaccio, fuoco, acqua, guardie e quant'altro.
Conclusioni
Friday the 13th: Killer Puzzle nasce come titolo free-to-play sia su PC che su piattaforme mobile ma arriva su Nintendo Switch al prezzo di 16,99 euro (14,44 euro in offerta di lancio). Già questo può rappresentare un elemento alquanto critico, perché si vede che il gioco emerge da una produzione non proprio di alto profilo e almeno tecnicamente appare poco commisurato anche al prezzo richiesto. Tuttavia, non è giusto nemmeno ragionare solo in termini così venali, per cui in sede di recensione bisogna semplicemente ammettere che il puzzle design che lo caratterizza vale un inserimento sul mercato console a prezzo budget, oltre alla grande quantità di contenuti aggiuntivi inseriti in questa versione. Mettiamola così: se come free-to-play Friday the 13th: Killer Puzzle è da scaricare senza nemmeno starci a pensare, su Nintendo Switch alcuni difetti, come l'inevitabile ripetitività dell'azione nel corso di più di cento livelli e la sua semplicità di fondo assumono un peso maggiore. Detto questo, se siete alla ricerca di un puzzle game immediato e dallo spirito faceto, si tratta di una scelta altamente consigliata.
PRO
- Immediato e divertente fin da subito
- Caratterizzazione simpatica e originale
- Tanti contenuti
CONTRO
- Molto basilare come meccanica
- Può diventare ripetitivo
- Passare da free-to-play a prezzo è sempre una mossa poco apprezzata