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Gundam Seed Battle Destiny Remastered, la recensione della remaster per gli amanti dell'anime

La riedizione di Mobile Suit Gundam Seed Battle Destiny Remastered, vecchio titolo per PlayStation Vita rimesso a lustro e riproposto agli appassionati dell'anime.

RECENSIONE di Christian Colli   —   28/05/2025
Gundam Seed Battle Destiny Remastered

Gundam Seed è sicuramente uno degli anime più popolari nella lunga, lunghissima storia del franchise multimediale iniziato nel 1979 per mano di Hajime Yatate e Yoshiyuki Tomino. Trasmesso per la prima volta intorno al 2003, è tornato alla ribalta più volte e in varie incarnazioni - la più recente, il lungometraggio Gundam Seed Destiny Freedom del 2024 - e naturalmente ha ispirato molteplici videogiochi. Mobile Suit Gundam Seed Battle Destiny è uno di essi: risale al 2012 e a PlayStation Vita, e per qualche motivo Bandai Namco ha deciso di riesumarlo, rimasterizzarlo, tradurlo in lingua inglese e portarlo su Windows e Nintendo Switch. Una riproposta di cui avevamo bisogno?

Solo per veri fan (di Seed)

Fino a qualche anno fa, giochi come questo sarebbero rimasti relegati al Giappone, e acquistati dalle nostre parti solo dai più appassionati disposti a barcamenarsi tra kanji e hiragana pur di calarsi nei panni dei loro beniamini. In questo senso, è bello sapere che il mondo è cambiato e finalmente si è capito che Gundam piace tanto anche in Occidente, ma negli ultimi tempi non sono stati pochi i titoli su licenza appartenenti allo stesso genere. Gundam Breaker 4 è uscito meno di un anno fa, per esempio, e alla fine questi titoli si somigliano un po' tutti. Mettiamoci, poi, che Gundam Seed Battle Destiny Remastered è in realtà un titolo di tredici anni fa e capirete che in questo caso serve un po' più della passione a giustificare questa riedizione.

I Mobile Suit di Gundam Seed sono tra i più iconici del franchise
I Mobile Suit di Gundam Seed sono tra i più iconici del franchise

Per i fan di Gundam Seed e Seed Destiny, il titolo sviluppato da Artdink rappresenta una specie di bignami dei loro anime preferiti: la modalità Storia copre infatti i due anime e anche alcuni spin-off come Gundam Seed Astray - ma non il recente lungometraggio Freedom - buttando nel mezzo anche dei capitoli scritti appositamente per il gioco e talvolta inverosimili. Gli appassionati che sentiranno parlare - perlopiù dagli stessi doppiatori giapponesi dell'anime - di Naturali, Coordinatori, ZAFT e quant'altro si sentiranno subito a casa, mentre chiunque si avvicini per la prima volta a Gundam e in particolare all'universo di Seed (che è una specie di universo parallelo rispetto a quello classico) rimarrà decisamente disorientato, dato che il gioco non si prende la briga di spiegare le circostanze e i rapporti tra i personaggi in ogni missione, affidando le interazioni a dialoghi estemporanei.

Diciamo, però, che la Storia è l'ultima caratteristica che ci interessa in un gioco di questo tipo, sebbene avremmo sicuramente preferito qualche scena d'intermezzo alle semplici illustrazioni. Bisogna sempre ricordare che Gundam Seed Battle Destiny è stato pensato per PlayStation Vita, quindi per un'esperienza in portabilità da sbocconcellare sul momento: questo spiega la struttura in brevissime missioni di pochi minuti ciascuna, in cui bisogna abbattere orde di nemici, boss e miniboss. L'immediatezza e la velocità del gameplay riflettono la filosofia dello sviluppatore, pur richiedendo un minimo di tatticismo nella gestione dell'indicatore Boost che, ovviamente, velocizza i movimenti dei Mobile Suit per brevi attimi ma deve poi ricaricarsi nel tempo.

Il sistema di combattimento è intuitivo ma un po' povero di personalità
Il sistema di combattimento è intuitivo ma un po' povero di personalità

Ogni Mobile Suit possiede un'arma da fuoco, un'arma da mischia e un attacco speciale associati ad altrettanti pulsanti del controller - o della tastiera, se giocate su PC - le cui caratteristiche cambiano a seconda del mech e del pilota selezionato. In generale alcuni Mobile Suit tendono a somigliarsi troppo ma il gioco offre davvero una pletora di modelli da sbloccare e personalizzare: una buona parte si ottiene semplicemente completando le missioni, mentre per altri bisogna faticare un po' di più, ma in generale il sistema di combattimento asciutto e un po' antiquato si sposa bene con l'immediatezza ricercata dell'esperienza.

Progredendo nel gioco, tuttavia, si finisce per sbattere contro una curva di difficoltà piuttosto ripida, che costringe a mettere le mani sulle varie funzionalità del gioco specialmente se si vogliono ottenere i risultati migliori nelle missioni più impegnative come quelle EX. A quel punto non basta più premere i pulsanti a casaccio e schivare i nemici a schermo mentre si cerca il momento giusto per colpire, ma bisogna effettivamente capire come funzionano le sinergie tra piloti e Mobile Suit, modificare i parametri di conseguenza e così via. A differenza di altri esponenti del genere, infatti, Gundam Seed Battle Destiny implementa una sorta di sistema a "vite extra" che permette di rientrare in partita dopo una sconfitta, ma che inevitabilmente abbassa il punteggio a fine missione.

Imparare a microgestire Mobile Suit, parametri e piloti è fondamentale per superare le missioni avanzate
Imparare a microgestire Mobile Suit, parametri e piloti è fondamentale per superare le missioni avanzate

Le prime partite possono apparire esaltanti, grazie ai controlli reattivi e semplici da imparare, anche se avremmo preferito un miglioramento più incisivo all'impreciso sistema di agganciamento, che è stato rivisto ma resta comunque lacunoso. Eppure presto subentra un forte senso di ripetitività che è quasi fisiologico in questo genere. Anche il fatto di impersonare un protagonista inedito che sostanzialmente osserva la storia di Gundam Seed, scegliendo anche la fazione per cui combattere, aggiunge poco all'esperienza in generale, che resta confinata a un unico universo e può apparire giocoforza limitante, specie se le ultime iterazioni del genere hanno offerto una maggiore varietà di opzioni e situazioni.

Sotto questo punto di vista, Gundam Seed Battle Destiny soffre molto la sua età. Bandai Namco ha dato una spolverata alla grafica, che appare certamente più fluida, nitida e pulita, ma non ha fatto i salti mortali per aggiornare il tutto e alla fin fine si percepisce che tanto il comparto tecnico quanto il gameplay hanno più di dieci anni sulle spalle. Alcuni ritocchi sono stati obbligatori, per esempio all'HUD, che è stato parzialmente ridisegnato per l'occasione (del resto la versione Vita disponeva anche dei controlli touch) ma le aggiunte davvero significative sono trascurabili. Siamo di fronte a una remaster abbastanza pigra, per un gioco che forse avrebbe meritato una vera e propria modernizzazione per essere veramente appetibile.

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Digital Delivery Nintendo eShop
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
6.0
Lettori
ND
Il tuo voto

Gundam Seed Battle Destiny Remastered era un ottimo titolo su licenza ai tempi di PlayStation Vita ma oggi appare assai antiquato rispetto a una concorrenza interna pure piuttosto recente. La riproposta di Bandai Namco ci è apparsa un po' pigra: sono stati apportati discreti miglioramenti tecnici, lasciando il gameplay praticamente com'era tredici anni fa. Il titolo Artdink resta un buon passatempo per i fan di Gundam Seed, specialmente grazie a un sistema di controllo intuitivo e a una struttura adatta alla portabilità se giocano su Nintendo Switch, ma è un po' poco per consigliarne l'acquisto a tutti gli altri, a meno che non siano in profonda astinenza da Gundam.

PRO

  • Sistema di controllo intuitivo e immediato
  • Oltre 100 Mobile Suit da sbloccare

CONTRO

  • Bisogna conoscere bene Gundam Seed per capire la storia
  • Nonostante tutto, resta un titolo davvero antiquato