Un giovane avvocato che decide di diventare investigatore privato dopo un evento traumatico, uno spietato serial killer che cava gli occhi alle proprie vittime, un cast di personaggi memorabili e l'affascinante sfondo di una città che i fan di Yakuza conoscono molto bene: di questo e altro ancora parleremo nella recensione di Judgment per PS5.
A quasi due anni dal lancio su PlayStation 4, l'ottimo spin-off sviluppato dal Ryu Ga Gotoku Studio approda anche sulle piattaforme next-gen con un'edizione migliorata sotto il profilo tecnico, che non solo vanta una risoluzione superiore e 60 fps stabilissimi, ma anche caricamenti pressoché istantanei.
Storia
Il protagonista di Judgment è Takayuki Yagami, un avvocato di talento che decide di abbandonare la professione quando un ragazzo che aveva fatto scagionare dall'accusa di omicidio si macchia un atroce delitto, minando irrimediabilmente la sua reputazione. Cresciuto per le strade di Kamurocho, il quartiere fittizio di Tokyo ispirato a Kabukicho, Takayuki sfrutta le sue abilità fisiche e le sue conoscenze del sottobosco criminale per reinventarsi investigatore privato insieme all'amico di sempre Masaharu Kaito, un ex Yakuza burbero ma scaltro.
Solitamente impegnato in incarichi che hanno a che fare con estorsioni, truffe e infedeltà coniugali, Takayuki si ritrova nuovamente al centro della scena quando una sua vecchia conoscenza, Kyohei Hamura, capitano della Famiglia Matsugane del Clan Tojo, viene accusato di aver ucciso un uomo cavandogli gli occhi. Le indagini rivelano tuttavia che quel delitto non era l'unico e né l'ultimo di una lunga serie, e che l'assassino è ancora a piede libero. Ma di chi si tratta e quali sono le sue motivazioni?
Narrata in maniera come al solito straordinaria, grazie all'intensità dell'interpretazione originale e a una direzione eccellente, la storia di Judgment è stata scritta dallo storico producer della serie Yakuza, Toshihiro Nagoshi, e può essere fruita anche dai giocatori italiani senza limitazioni: il gioco vanta sia il doppiaggio in giapponese che in inglese e i sottotitoli in italiano.
I tredici capitoli che compongono la lunga campagna del gioco alternano approfondimenti e colpi di scena, la solita abbondanza di quest secondarie mai così brillanti e una durata che può sfiorare anche le cento ore laddove si decida di cimentarsi con tutto ciò che l'esperienza ha da offrire, ma che scende di poco sotto le trenta ore qualora si voglia procedere dritto per dritto.
Struttura
Parliamo insomma di un prodotto davvero corposo, che se da un lato non può offrire un upgrade gratuito per chi possedeva la versione PS4 né tantomeno un sistema di trasferimento dei salvataggi, viene proposto a un prezzo di soli 39,99 euro. Una somma francamente molto accessibile, se consideriamo la qualità e i tantissimi contenuti inclusi nel pacchetto.
La struttura di Judgment riprende infatti quella degli episodi classici di Yakuza, ma con una marcia in più: la Kamurocho che potremo visitare nel corso dell'avventura è la più rifinita e interattiva di sempre, e inoltre non esiste più una linea di demarcazione tra fase esplorativa e combattimenti, che avvengono senza soluzione di continuità mentre giriamo per le strade dell'ampio distretto di Tokyo.
Novità
A ciò si aggiungono inoltre le novità introdotte per caratterizzare la peculiare detective story di Takayuki Yagami, che si concretizzano in pedinamenti, prove fotografiche, analisi della scena del crimine, frenetici inseguimenti a base di quick time event, sezioni alla guida di un drone, scassinamento di serrature, interrogatori in cui azzeccare la domanda giusta ed esibire prove schiaccianti. "Objection!", esattamente.
Chiariamoci: il peso specifico di queste feature non è assolutamente tale da far gridare al miracolo, sono semplicemente puzzle aggiunti nell'ambito della linearità delle missioni, ma si tratta in ogni caso di una variazione sul tema che aumenta la diversificazione delle meccaniche e contribuisce a rendere meno ripetitivo un impianto che sotto sotto rimane piuttosto banale.
Attività extra
A tal proposito non potevano ovviamente mancare le tantissime attività extra tipiche della serie Yakuza: i coin-op dei Club SEGA (nella fattispecie Space Harrier, Fantasy Zone, Puyo Puyo, Motor Raid, Fighting Vipers, Virtua Fighter 5: Final Showdown e lo sparatutto Kamuro of the Dead), il mini-cabinato di OutRun che sostituisce il flipper nell'ufficio del protagonista, i locali in cui giocare a carte, Mahjong e Shogi, il battling center e le freccette.
Anche su tale fronte non mancano le novità: è possibile utilizzare il drone e modificarlo per affrontare frenetiche gare di velocità, partecipare a minigame in stile Gioco dell'Oca in realtà virtuale e infine stabilire relazioni amorose con diverse ragazze, portandole fuori per un appuntamento, comprando loro dei regali e così via, in quello che si pone come un vero e proprio dating sim.
Gameplay
Il gameplay riprende la formula tradizionale di Yakuza, con il nostro personaggio che si muove liberamente all'interno della mappa, raggiungendo i punti indicati di volta in volta per portare avanti la storia principale oppure interagendo con i PNG legati alle quest secondarie, o ancora dedicandosi alle tante attività extra di cui abbiamo parlato in precedenza. Le strade di Kamurocho tuttavia pullulano di bulli, teppisti, criminali e mafiosi pronti a sfidarci: in Judgment questa transizione avviene in maniera trasparente, senza che venga creato uno spazio apposito attorno ai contendenti.
Parlando del sistema di combattimento, la prima cosa che viene in mente è il senso di liberazione che deriva dal potersi muovere nuovamente in un contesto action, e che potete provare anche voi se il vostro primo approccio con la serie SEGA è stato il pur ottimo Yakuza: Like a Dragon. Gli scontri a turni del gioco con protagonista Ichiban Kasuga avevano senza dubbio un certo grado di solidità, ma erano anche legati a dinamiche datate e allungavano artificiosamente i tempi dell'esperienza, richiedendo peraltro noiose sessioni di grinding in alcuni momenti della campagna.
Lo stile action si presta invece a risoluzioni molto più immediate oltre a conservare la carica emozionale tipica del franchise, che dal punto di vista narrativo è uno dei migliori nel costruire la motivazione e caricare di significato i duelli più importanti, lasciandoci poi liberi di sfogare quella rabbia tempestando gli avversari di combo devastanti e spietate finisher anziché restare distaccati e calcolare quanti punti ci rimangono per eseguire le mosse, quale membro del party abbia bisogno di medicine o quale bersaglio colpire per primo.
La possibilità di utilizzare una versione più sfaccettata e convincente del combat system classico del franchise, peraltro, rappresenta un bonus da non sottovalutare assolutamente. Rispetto a Kazuma Kiryu, il nuovo protagonista viene coinvolto in scontri mediamente più impegnativi e interessanti, che vanno risolti alternando lo stile della Gru e quello della Tigre, ideali rispettivamente per le risse e i confronti uno-contro-uno. Nel repertorio di Takayuki rientrano inoltre degli spettacolari attacchi di rimbalzo sui muri e le già citate finisher tipiche della serie, molte delle quali tuttavia non inedite.
L'inventario è ancora una volta fondamentale per poter recuperare la salute prima di essere sconfitti, dunque è buona pratica riempirlo di cibi nutrienti o bevande energetiche da acquistare presso un convenience store in vista di battaglie che si preannunciano complicate. Terminati gli scontri si può recuperare la salute mangiando qualcosa presso uno dei tantissimi ristoranti di Kamurocho, a meno che il personaggio non abbia subito delle ferite mortali, una novità di Judgment: per curarle sarà necessario utilizzare dei kit o rivolgersi a un medico clandestino che opera nelle fogne.
A questo impianto così ben collaudato si aggiungono le novità investigative di cui abbiamo parlato in precedenza fra pedinamenti, analisi delle prove, fotografie e riprese con il drone. Meccaniche che non rivoluzionano l'esperienza né vengono legittimate da una collocazione indipendente, ma propongono situazioni che aggiungono quel pizzico di varietà necessaria a mascherare la semplicità della formula tradizionale.
Realizzazione tecnica
Veniamo quindi all'aspetto centrale di Judgment per PS5, ovverosia la realizzazione tecnica. Ebbene, i miglioramenti sono netti e ben visibili: laddove la versione originale del gioco faceva fatica a mantenere i 30 fps anche su PS4 Pro, pur rimanendo legata a una risoluzione di 1080p, questa remaster offre 60 fps solidissimi a fronte di una risoluzione molto probabilmente portata a 1440p, nonché caricamenti istantanei.
Il frame rate raddoppiato influisce in maniera molto positiva sui combattimenti, restituendo una migliore percezione delle animazioni e dunque del timing necessario per schivare o parare i colpi con successo, specie durante i boss fight più impegnativi. Tuttavia anche la fase esplorativa trae giovamento dalla maggiore fluidità e dalla maggiore definizione dell'edizione PlayStation 5, che dunque svolge il proprio compito in maniera efficace.
Per il resto, valgono le considerazioni che abbiamo espresso nella recensione di Judgment per PS4: il gioco vanta ottimi modelli poligonali, cutscene straordinarie e un'ambientazione che da un lato è sempre la stessa da anni, dall'altro viene presentata in maniera mai così sfaccettata e interattiva, con la possibilità di visitare l'interno di svariati edifici e, in generale, godere della grande atmosfera che questo viaggio virtuale a Tokyo può offrire, specie durante le sequenze serali.
Abbiamo accennato al fatto che Judgment include sia il doppiaggio in giapponese che in inglese, entrambi con la propria sincronizzazione del labiale, a conferma della cura che il Ryu Ga Gotoku Studio mette da sempre nei suoi progetti. Ebbene, l'interpretazione originale la riteniamo ancora inarrivabile, ma gli attori occidentali hanno dato una buona prova e la colonna sonora si conferma validissima, ricca e capace di sottolineare al meglio i momenti topici della campagna.
Conclusioni
Judgment si conferma un titolo eccellente anche su PS5. Il rinnovato comparto tecnico, forte di una risoluzione aumentata ma soprattutto di un frame rate stabilissimo a 60 fps, adegua l'estetica del gioco alle capacità della nuova console Sony, consegnandoci un'ambientazione ampia e affascinante, ma anche scontri frenetici e spettacolari che si svolgono in maniera trasparente, senza attese o delimitazioni. I caricamenti istantanei chiudono il quadro di una remaster pressoché perfetta, che non si rivolge a chi ha già giocato la versione PS4 (vedi la mancanza di un sistema di trasferimento dei salvataggi) bensì a chi vuole tornare a immergersi nelle atmosfere tipiche di Yakuza, provando il suo tradizionale sistema di combattimento action dopo aver apprezzato l'esperienza a turni di Like a Dragon.
PRO
- Grande storia, narrazione impeccabile
- Ottimo mix di meccaniche vecchie e nuove
- Risoluzione aumentata, 60 fps e caricamenti istantanei
CONTRO
- Elementi investigativi non sempre riusciti
- Scenario ampiamente già visto, anche se mai così bello
- Salvataggi PS4 incompatibili con la nuova versione