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Jump Force, la recensione

I protagonisti più amati dei manga pubblicati sulla rivista Jump, si scontrano in uno strampalato picchiaduro dedicato ai loro fan più accaniti: Jump Force. Questa è la recensione.

RECENSIONE di Christian Colli   —   15/02/2019
Jump Force
Jump Force
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Non è la prima volta che gli universi dei manga pubblicati sul settimanale nipponico Shonen Jump collidono nello stesso videogioco: tutto è iniziato nel 2005 con Jump Super Stars e in seguito Jump Ultimate Stars su Nintendo DS, ma poi qualche anno fa c'è stato anche J-Stars Victory VS per PlayStation 3, PlayStation Vita e PlayStation 4. Non c'è nulla di straordinario in Jump Force, sotto questo aspetto, sicché lo sviluppatore Spike Chunsoft e il publisher Bandai Namco hanno ben pensato di festeggiare il cinquantesimo compleanno della famosa rivista con un escamotage ai limiti del pazzesco: hanno fatto scontrare i protagonisti e i villain più famosi dei manga nel nostro mondo. Una scelta curiosa, azzardata e ampiamente dibattuta che, a conti fatti, è forse anche quella più trascurabile nell'enorme pasticcio che è questo picchiaduro.

La storia: dai fumetti alla realtà

La storia che giustifica questo mega crossover è decisamente pretestuosa, ma considerato il soggetto non poteva essere altrimenti: sarebbe stato impossibile motivare in modo credibile l'incontro di così tanti mondi e character design diversi, perciò lo sviluppatore ha scelto il male minore. Il nostro pianeta è stato improvvisamente invaso da una forza misteriosa che ha diffuso i cubi umbras, strani manufatti che riescono a prendere il controllo di determinati individui, facendoli diventare violenti e aggressivi. A ordire questo piano malefico è stata una mente criminale che si nasconde dietro alcuni tra i cattivoni più famosi dei manga: è per questo motivo che i più grandi eroi di sempre hanno fondato la Jump Force, un'armata in continua espansione che combatte per distruggere i cubi umbras, neutralizzare la loro influenza negativa e sconfiggere i malvagi che vogliono conquistare l'universo.

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All'inizio del gioco dovremo creare un personaggio che ci rappresenterà nella Jump Force: dopo aver resistito al potere del cubo umbras, siamo riusciti a sconfiggere i venom - combattenti posseduti da questa forza malefica - e abbiamo attirato l'attenzione di Goku, Naruto e gli altri eroi che guidano la Jump Force. L'editor consente una discreta libertà, pur rifacendosi a capigliature, segni particolari e altri dettagli che caratterizzano i vari personaggi presi da Jump. In ogni caso, è possibile sbloccare costumi, accessori e altri oggetti che ci permetteranno di cambiare l'aspetto del nostro alter ego in qualunque momento, e collezionarli è un aspetto importante del gioco. Anche sotto questo punto di vista, Jump Force ricorda tantissimo Dragon Ball Xenoverse: una volta entrati nella base operativa, e dopo esserci connessi alla rete, ci ritroveremo circondati dagli avatar degli altri giocatori, con cui potremo socializzare marginalmente.

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La storia, infatti, è divisa in vari capitoli, scanditi a loro volta dalle missioni chiave che è possibile accettare agli appositi banconi: inizialmente dovremo reclutare i vari componenti della Jump Force, e per farlo dovremo sconfiggerli mentre sono posseduti dai cubi umbras, ma poi ci toccherà affrontare i vari nemici in compagnia dei nostri beniamini. La campagna è piuttosto lunga ma tende a diventare ripetitiva alla svelta, impostando raramente scontri interessanti. La colpa ovviamente è della sceneggiatura banalissima che mette insieme buoni e cattivi senza curarsi particolarmente dei loro rapporti: è chiaro che Bandai Namco si sta rivolgendo a un pubblico di appassionati che gongolerà anche soltanto nel vedere Goku, Naruto e Rufy fianco a fianco, ma non ci sarebbe dispiaciuta una trama più articolata e magari un maggior numero di citazioni.

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Una grafica pasticciata

Se la storia è poco coinvolgente, la colpa è anche e sopratutto della messinscena. Il discorso è abbastanza complesso, quindi abbiate pazienza. Tutto inizia col character design realistico che Bandai Namco ha imposto nel contesto di questo passaggio dalla dimensione dei manga al pianeta Terra in cui viviamo. Grazie all'Unreal Engine 4, i protagonisti di Dragon Ball, One Piece, Bleach e via dicendo hanno assunto fattezze più realistiche, pur mantenendo il loro aspetto originale. Inutile dire che ciò ha causato un'incongruenza stilistica che è un vero pugno in un occhio, perché lo stile di un mangaka come Eiichiro Oda è diversissimo da quello, per esempio, di Tsukasa Hojo, eppure eccoli lì, Monkey D. Rufy e Ryo Saeba, insieme nella stessa squadra.

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È un miscuglio che diventa evidente nelle cinematiche in cui i personaggi interagiscono tra loro, ma forse ancora di più nelle numerose sequenze in cui i nostri eroi se ne stanno imbambolati a discutere solo attraverso delle righe di testo, senza neppure muovere la bocca, in piedi come stoccafissi gli uni accanto agli altri. Il fatto è che la discrepanza nel character design dei vari personaggi e il loro aspetto realistico sono i problemi minori di un titolo che è stato sviluppato frettolosamente e con poco affetto nei confronti del materiale originale. Graficamente Jump Force è un gioco pieno di problemi che Spike Chunsoft ha cercato di nascondere dietro un tripudio di effetti speciali, esplosioni e particellari oggettivamente molto belli e spettacolari. I modelli poligonali sono goffi e sgraziati, spesso animati sommariamente, e anche il doppiaggio lascia a desiderare se si considera che molte scene non sono neppure parlate.

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In combattimento, nelle mappe deserte ma ricche di particolari, la velocità degli scambi di colpi, tra esplosioni e scintille che volano da ogni parte, impedisce che uno sguardo meno attento noti le animazioni a scatti e le collisioni imprecise: lo schermo si riempie di effetti grafici, lampi di luce e scariche elettriche ogni volta che si tira un pugno, mentre un blur eccessivo sfoca l'immagine. La scena è ripresa dalla telecamera alle spalle del giocatore: Jump Force è un arena brawler, un picchiaduro in terza persona che consente di spostarsi liberamente per il terreno di scontro, ma che al contempo impedisce di calcolare con precisione le distanze e di vedere bene il nemico quando si inanella una catena di attacchi. La parola d'ordine è spettacolo e, in questo senso, Spike Chunsoft ha svolto un ottimo lavoro. Gli attacchi speciali più famosi sono estremamente coreografici e ricalcano con attenzione le fonti originali, siano esse cartacee o animate.

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Premere tasti a caso

In quanto brawler - termine che, in modo abbastanza sottile, differenzia i picchiaduro più tecnici da quelli più caotici - Jump Force si appoggia a un sistema di controllo collaudato e pensato per un pubblico vasto e smaliziato. Le combo si eseguono premendo un unico tasto ripetutamente, magari insieme a direzioni diverse. Un altro tasto consente di sferrare un attacco caricato che sfonda la guardia avversaria o ignora i colpi normali. Gli altri due pulsanti controllano l'immancabile presa e il salto. I dorsali sono i tasti sicuramente più interessanti, eccezion fatta per la parata che, premuta al momento giusto, ci consente di spostarci alle spalle dell'avversario, interrompendo le sue combo e iniziandone una tutta nostra. L'altro tasto dorsale ci fa avvicinare con uno scatto al nemico, ma consuma un indicatore che si ricarica nel tempo e che, in questo modo, ci impedisce di abusare dei movimenti fulminei. Lo stesso tasto, premuto con un certo tempismo, ci permette di sfuggire a una combo e di allontanarci.

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Gli ultimi due dorsali hanno un'importanza più strategica. Uno controlla il tag team: in Jump Force si combatte in squadre di tre contro tre, anche se ogni personaggio condivide con gli altri lo stesso indicatore della vita. Il tasto dorsale permette di richiamare un alleato perché attacchi e sparisca, oppure sostituisca il combattente che stiamo controllando. L'altro tasto dorsale, premuto insieme ai tasti frontali del pad, consente di utilizzare fino a quattro tecniche diverse: tre di esse consumano uno o più indicatori che potremo ricaricare colpendo il nemico oppure tenendo premuto il dorsale in questione, mentre l'ultima tecnica, quella più potente e spettacolare, consuma l'indicatore del Risveglio intorno al ritratto del personaggio che stiamo controllando. Il Risveglio è forse la meccanica più interessante e studiata di Jump Force: una volta riempito l'indicatore al 50%, il giocatore può già impiegare la sua tecnica micidiale o trasformarsi temporaneamente in una versione più potente di sé; se poi si aspetta che l'indicatore raggiunga il 100%, si può accedere a un potenziamento anche più duraturo, peccato che il Risveglio si carichi incassando i colpi, quindi diventa un'arma a doppio taglio.

In realtà, però, nessuna di queste meccaniche influenza in modo determinante il combattimento, perché nel caos della battaglia, nel confusionario susseguirsi di effetti particellari, è difficile capire quando è il momento giusto per interrompere una combo, e spesso è praticamente impossibile determinare le distanze tra i combattenti: peccato che la maggior parte delle tecniche speciali sia legata a una presa, una proiezione o una carica che innesca l'animazione dell'attacco, sicché ci si ritrova a scattare inutilmente verso il nemico che si rivela poi troppo distante o addirittura troppo basso per essere centrato dal colpo iniziale di un personaggio più alto. L'imprecisione delle collisioni poi, complica ulteriormente la vita quando si vuole concludere una combo con una tecnica speciale o attaccare il bersaglio mentre sta cadendo a terra. È un sistema di combattimento sciatto e impreciso che fa leva solo sulla spettacolarità visiva e che riesce persino a perdere frame quando la situazione diventa troppo caotica.

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Trofei PlayStation 4

Ci sono 36 trofei di bronzo, 11 d'argento e 2 d'oro da sbloccare per mettere le mani sul platino: tra le altre cose dovrete terminare la campagna, completare ogni missione e aumentare il più possibile il livello dell'avatar e degli altri personaggi.

Altri contenuti

Nonostante tutto, come brawler pensato soprattutto per i fan, Jump Force si sforza di offrire una quantità di contenuti che promette una certa longevità. Il roster è composto da una quarantina di personaggi che, pur non differenziandosi tantissimo, garantiscono una certa varietà al netto di un bilanciamento pressoché inesistente. Come abbiamo detto, lo scopo del gioco, completata la campagna, sta tutto nel collezionare i vari elementi cosmetici, ma c'è anche una componente di ruolo piuttosto blanda, legata alla crescita del nostro avatar, il quale aumenta di livello e guadagna denaro e materiali che può poi spendere per potenziare le tecniche apprese o i suoi parametri da battaglia. Jump Force si ispira palesemente a Dragon Ball Xenoverse anche da questo punto di vista, pur offrendo una minore quantità di sfide e obiettivi.

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Il giocatore può dedicarsi alle varie missioni facoltative per imparare nuove tecniche, sbloccare indumenti esclusivi e guadagnare punti esperienza e monete d'oro, ma può anche sfidare i giocatori che lo circondano, allenarsi nella modalità di addestramento o mettersi alla prova in sconti sempre più difficili. Il netcode si è rivelato abbastanza stabile: abbiamo testato diverse partite contro gli altri giocatori e solo in qualche occasione abbiamo sofferto un lag fastidioso. Certo, è affascinante l'idea di potersi costruire un alter ego che conosce le tecniche di combattimento più famose dei manga e che gira con l'uniforme di Goku, gli schinieri dell'armatura del Sagittario e il cappello di paglia di Rufy, ma è altrettanto vero che un fan difficilmente giocherebbe nei panni di un avatar anonimo quando può controllare direttamente i suoi beniamini. Jump Force è un vero controsenso da qualunque lato lo si guardi.

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Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Multiplayer.it
6.0
Lettori (60)
6.3
Il tuo voto

Il character design realistico che tanto ha fatto discutere si è rivelato soltanto uno dei problemi di Jump Force, un titolo evidentemente sviluppato in fretta e furia da una compagnia che voleva semplicemente dare ai fan dei manga un picchiaduro spettacolare e immediato senza preoccuparsi di curare a fondo non solo il gameplay, ma anche la grafica e il sonoro. A conti fatti, si riesce a consigliare Jump Force solo ai fan più sfegatati: le missioni diventano ripetitive dopo qualche ora, la storia non incoraggia ad affrontarle e la componente ruolistica lascia un po' il tempo che trova, ma è indubbio che trovarsi davanti a questo miscuglio giocabile di personaggi e universi saprà anche divertire qualcuno.

PRO

  • I combattimenti sono spettacolari
  • Quaranta personaggi
  • Parecchi collezionabili per i fan più determinati

CONTRO

  • Tecnicamente lascia a desiderare
  • Meccaniche imprecise e superficiali
  • La storia è mal raccontata