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Mario + Rabbids: Sparks of Hope, la recensione dell'attesissimo crossover Ubisoft/Nintendo

La recensione di Mario + Rabbids: Sparks of Hope ci parla di come Ubisoft Milan sia tornata su Nintendo Switch con un seguito molto ambizioso.

RECENSIONE di Aligi Comandini   —   17/10/2022
Mario + Rabbids: Sparks of Hope
Mario + Rabbids: Sparks of Hope
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Ubisoft Milan ha una bella storia, di quelle che viste dall'esterno ricordano una favolona da film anni '90 tutto buoni sentimenti e "volemosebbene". È la classica vicenda dell'underdog da film di Hollywood: il protagonista in cui nessuno crede, che dopo aver superato innumerevoli ostacoli si trasforma contro ogni aspettativa nell'unico eroe in grado di salvare la baracca.

Ora, prendiamo questo meraviglioso grumo di amore e speranza e buttiamolo nel cestino dell'umido, come giusto che sia; anche perché se uno bazzica nel mondo dei videogiochi da un po' di tempo, ciò che Ubisoft Milan ha fatto con il primo Mario + Rabbids: Kingdom Battle risulta paradossalmente molto più impressionante e degno di riconoscimento proprio se rapportato con crudo realismo al brutale e ultra competitivo panorama di appartenenza. Partire da una proprietà intellettuale come i Rabbids, raramente presa in considerazione quando si parla di qualità, e appaiarla con naturalezza ai personaggi e ai mondi di Nintendo non è certo cosa da poco, figuriamoci poi applicare il tutto a una variante di strategico a turni così ben congegnata da meritare lodi e complimenti un po' ovunque. Un colpaccio simile richiede talento, perseveranza, e una testa dura come il diamante, e non deve quindi sorprendere il fatto che ad oggi il team milanese venga quasi visto da grosse fette dei suoi fan come una realtà "pura e incontaminata" separata dalla casa madre, nonostante abbia usufruito parecchio (e usufruisca tutt'ora) dell'enorme supporto derivante dalla ragnatela infinita di team del colosso francese.

Un grosso successo, tuttavia, dà forma a enormi aspettative, e non si può negare che il demone dell'hype abbia preso a svolazzare attorno al team di Davide Soliani fin dall'annuncio di Mario + Rabbids: Sparks of Hope, l'inevitabile seguito. Con ancor più aiuto alle spalle da parte di una Ubisoft ormai completamente sul carro dei vincitori, nuovi sistemi, e tutta una serie di evoluzioni e ampliamenti promessi, questa doveva perciò essere la prova del nove: la cristallina dimostrazione che questa software house italiana avesse il talento per confermarsi anche su progetti marcatamente più ambiziosi e dagli elevati valori produttivi.

Il compito del nostro articolo di oggi, però, non è quello becero di creare suspense forzata; ci teniamo quindi a precisare immediatamente che sì, Mario + Rabbids: Sparks of Hope è una riconferma e un seguito di notevole qualità. Solo che l'ambizione è un avversario pericoloso con cui fare sparring, e Soliani e i suoi stavolta non sono usciti senza lividi da questa scazzottata. Cerchiamo di capirne il motivo, nella nostra recensione di Mario + Rabbids: Sparks of Hope.

Movimento e intelligenza artificiale: liberi tutti, meno i nemici.

La squadra di Mario +Rabbids Sparks of Hope al completo, pronta a decidere il prossimo pianeta su cui atterrare
La squadra di Mario +Rabbids Sparks of Hope al completo, pronta a decidere il prossimo pianeta su cui atterrare

Il primo Mario + Rabbids Kingdom Battle era una interessante variazione sul tema rispetto ai classici strategici a turni, al cui fascino contribuivano in egual misura sia la cura della rappresentazione dei personaggi e dei mondi, sia una serie di brillanti soluzioni di design. Gran parte dell'esperienza, in quel gioco, verteva sulle meccaniche di movimento, marcatamente più centrali e flessibili rispetto a quanto visto nel resto del genere, e implementate con grande intelligenza all'interno di un sistema equilibrato e più accessibile della media. Questo connubio di trovate rappresentava una ventata di aria fresca capace di sostituirsi egregiamente al mix di elementi gestionali visto altrove, ed era affiancato da mondi sì lineari, ma così curati e ben strutturati da non rendere i semplici puzzle e la limitata esplorazione un tedio.

In questo seguito, quindi, gli sviluppatori hanno fatto la scelta più logica: evitare aggiunte inconsistenti e potenzialmente in grado di rovinare il "sapore" del piatto, concentrandosi sull'evoluzione di quegli ingredienti già osannati da critica e pubblico nel titolo originale. Il fulcro dei cambiamenti riguarda mondi, progressione e movimento, con il chiaro intento di mantenere il divertimento catturato in passato, e di ampliare in modo sensibile il ventaglio di opzioni e i contenuti.

Il primo mondo di Mario +Rabbids Sparks of Hope è molto bello da vedere, ma forse fin troppo 'introduttivo'
Il primo mondo di Mario +Rabbids Sparks of Hope è molto bello da vedere, ma forse fin troppo "introduttivo"

Fin qui tutto nella norma: è un approccio solido a un seguito, che può portare la qualità a raggiungere dei reali picchi se applicato con furbizia. Al contempo, però, intervenire su una formula di per sé granitica può creare delle crepe, perché il mantra delle "più opzioni a ogni costo" spesso si converte in "più problemi", specialmente quando ci si mettono di mezzo i numeri. Meglio comunque fare un discorso ben calcolato su ogni singolo aspetto cambiato, perché le mosse fatte da Ubisoft Milan e compagnia bella hanno portato sia a perfezionamenti che a problemi, e non c'è modo migliore di capire il risultato d'insieme della meticolosa analisi di ogni fattore coinvolto.

Il movimento è, con ogni probabilità, l'elemento migliore da cui partire, perché si tratta di una modifica percettibile dopo pochi istanti dall'inizio del gioco. Sparks of Hope non è limitato dalla presenza di un sistema a griglie, ma utilizza stavolta aree ben definite dove il giocatore può spostarsi liberamente all'interno del proprio raggio d'azione, almeno finché non decide di attaccare qualcuno. A una prima occhiata il cambiamento può sembrare assai marginale: la tendenza di chiunque, anche con la possibilità di muoversi a piacere, resta comunque quella di mettersi in copertura, e le possibilità offensive durante gli spostamenti rimangono più o meno le stesse, tanto da permettere di applicare senza troppi sbalzi le strategie viste nel predecessore.

Il nuovo sistema di movimento di Mario +Rabbids Sparks of Hope permette colpi molto più precisi e un utilizzo più creativo del posizionamento. Non sottovalutatelo
Il nuovo sistema di movimento di Mario +Rabbids Sparks of Hope permette colpi molto più precisi e un utilizzo più creativo del posizionamento. Non sottovalutatelo

A forza di giocare, tuttavia, le possibilità e i cambiamenti derivanti da questo nuovo sistema iniziano a fare capolino, e modificano in modo significativo l'approccio alle battaglie. Per capirci, un sistema di movimento libero permette un gran numero di finezze aggiuntive, tra cui spostamenti al millimetro dietro a certi ostacoli che permettono di rimanere protetti anche se non si raggiunge una copertura, o accurati riposizionamenti che garantiscono di colpire bersagli ben protetti portando la traiettoria degli attacchi a sfiorare le barriere o un argine; nessuna di queste manovre era possibile a questo livello di precisione nel primo Mario + Rabbids, ed è bello vedere quante opzioni extra offra il seguito quando si devono prendere decisioni riguardanti la collocazione della propria squadra sul campo di battaglia.

Per la cronaca, l'implementazione del movimento in tempo reale durante il turno è una buona idea anche quando si prendono in considerazione i neofiti. Pur vantando una complessità maggiore, infatti, è più intuitivo per chi non è avvezzo agli strategici a turni. L'unico problema deriva dalla presenza di nemici come i Bob-Omb o i Goomba corazzati, che vanno eliminati e lanciati con precisione per ottenere dei vantaggi (i Bob-omb, prevedibilmente, hanno anche un tempo limite prima di esplodere), e ciò chiude un po' le porte in faccia al pubblico dei più piccini o dei non videogiocatori, dato che richiede un minimo di coordinazione. È però una scelta consapevole, specialmente in un genere come questo, e non riteniamo che rappresenti una barriera tale da poter portare ad alcuna penalizzazione del sistema scelto.

Il primo mondo di Mario +Rabbids Sparks of Hope
Il primo mondo di Mario +Rabbids Sparks of Hope

No, l'incrinatura la si nota in un altro aspetto: l'intelligenza artificiale, dato che le sue routine comportamentali sono legate a doppio filo al movimento. Se siamo infatti rimasti delusi da un solo fattore in tutto il mix appena descritto, questo è proprio il fatto che l'IA di Sparks of Hope si comporta quasi esattamente come se stessimo ancora giocando a Kingdom Battle. Le finezze legate al posizionamento sopra descritte? I nemici qua non sono in grado di utilizzarle: indipendentemente dalla loro diversificazione, in Sparks of Hope si riposizionano praticamente sempre in copertura per colpirvi, applicando strategie offensive piuttosto prevedibili; dal canto loro gli avversari più mobili e con la tendenza a non entrare mai in copertura seguono poi sempre il tragitto più breve, e capita alle volte di vedere l'IA letteralmente cedere il turno se si mantiene la giusta distanza di sicurezza o questa non intravede opzioni ovvie per farvi del danno.

Sia chiaro, ciò non significa che l'Intelligenza Artificiale del gioco sia mediocre - i nemici sono comunque piuttosto aggressivi, in grado di sfruttare elementi interattivi come i tubi (che ampliano notevolmente il raggio di spostamento) per mettere pressione, ed è raro vederli del tutto bloccati - tuttavia avremmo comunque voluto vedere, almeno alla massima difficoltà, qualche rifinitura in più nelle loro tattiche, se non altro per aumentare un livello di sfida forse un po' troppo basso per soddisfare appieno i giocatori più esigenti.

Meccaniche di combattimento e progressione: fortine ste scintille

Vedete questa pioggia di fuoco? È una delle abilità degli Spark di Mario +Rabbids Sparks of Hope. Se ben utilizzati possono rendervi vere forze della natura, e i nemici hanno anche varie debolezze elementali da sfruttare
Vedete questa pioggia di fuoco? È una delle abilità degli Spark di Mario +Rabbids Sparks of Hope. Se ben utilizzati possono rendervi vere forze della natura, e i nemici hanno anche varie debolezze elementali da sfruttare

A modificare ancor di più l'approccio al combattimento ci pensa però la seconda rivoluzione sistemica del gioco, ovvero l'aggiunta di una miriade di simpatiche fusioni tra Rabbid e Sfavillotti di nome Spark. Questi partner svolazzanti dei vostri personaggi hanno una doppia funzionalità: ognuno di loro possiede un'abilità attiva, che se utilizzata consuma uno dei due punti azione utilizzabili durante il movimento, e un effetto di potenziamento passivo spesso tutt'altro che trascurabile. Da questa descrizione la loro presenza potrebbe sembrare equiparabile a un semplice equipaggiamento extra, ma sbagliereste a sottovalutarne l'utilità in tal modo. Gli Spark, infatti, sono livellabili, la loro efficacia aumenta, e si passa dal poterne equipaggiare uno soltanto fino a due per volta.

I poteri di cui dispongono e i bonus che offrono sono tali da permettere letteralmente al giocatore la possibilità tanto di massimizzare le specializzazioni di ogni personaggio quanto di variarne i ruoli, caratteristica che aumenta in modo esponenziale il numero di composizioni "utili" su cui fare affidamento.

Mario +Rabbids Sparks of Hope: non siete più costretti ad avere personaggi fissi in gruppo stavolta. Sbizzarritevi
Mario +Rabbids Sparks of Hope: non siete più costretti ad avere personaggi fissi in gruppo stavolta. Sbizzarritevi

Se, infatti, nel primo Mario + Rabbids Kingdom Battle ci si trovava obbligati a usare Mario e un Rabbid in squadra, stavolta avrete la possibilità di portare in combattimento ogni possibile combinazione di personaggi, e sinergie come quella tra Rabbid Mario e Peach, o anche semplicemente le combinazioni difensive dalla lunga distanza dei fratelli Mario, sono ancora incredibilmente efficaci; con l'ausilio degli Spark giusti potete però fare del tutto a meno di personaggi di supporto, massimizzare l'aggressività di certe specializzazioni, o persino concentrarvi su una strategia difensiva offrendo un sensibile aumento dei danni a chi di norma si chiude a riccio. È una bella varietà, che migliora in modo significativo l'esperienza.

Attenzione comunque: questo tipo di flessibilità totale tende ad arrivare piuttosto in là nella campagna, e durante le prime battute la tendenza resta quella di abusare di certe abilità combinate per arginare qualunque capacità offensiva dei nemici. I designer del gioco hanno quindi messo in campo una soluzione semplice, ma incredibilmente efficace: spingere a un cambio costante di squadra attraverso missioni molto più diversificate della media. Nella campagna troverete ad attendervi combattimenti molto variabili, da semplici mappe da percorrere per raggiungere una specifica zona a quadri ricchi di nemici spugna, passando per obiettivi multipli da eliminare con un colpo, fino a nemici invulnerabili di cui liberarsi a forza di scivolate e lanci fuori dallo schermo. Non siamo più davanti a uno strategico completabile esclusivamente a forza di barriere di Peach e pugni atomici di un rabbid baffuto: la progressione è studiata per spingervi, almeno in parte, a sviluppare tutti i protagonisti (che livellano a pari velocità, che li usiate o meno) e a sperimentare di continuo.

Gli Spark di Mario +Rabbids Sparks of Hope sono più numerosi e flessibili di quanto ci aspettassimo, ma ovviamente rendono difficile bilanciare il tutto
Gli Spark di Mario +Rabbids Sparks of Hope sono più numerosi e flessibili di quanto ci aspettassimo, ma ovviamente rendono difficile bilanciare il tutto

Questa è dunque la massima evoluzione possibile della formula congegnata da Ubisoft Milan? Non proprio. Quando aumentano i fattori in campo aumentano esponenzialmente anche i problemi di bilanciamento, e con Sparks of Hope purtroppo il lavoro fatto sulla matematica dei sistemi e sulla progressione non è purtroppo sempre sopraffino. Partiamo dall'inizio... e con "inizio" intendiamo proprio le prime battute della campagna: questo seguito infatti è sempre diviso in mondi, ma non vanta più un avanzamento lineare con capitoli specifici e una precisa progressione delle battaglie, bensì delle mappe aperte esplorabili con obiettivi multipli, dove solo gli scontri legati alla storia principale seguono un ordine preciso, mentre una buona fetta delle missioni secondarie è sempre affrontabile a piacere (con immancabili sblocchi extra una volta superati certi eventi primari).

Tenendo in considerazione tali cambiamenti, dobbiamo dire che Sparks of Hope inizia fin troppo col freno a mano tirato, mettendo in campo un mondo introduttivo davvero limitato nelle possibilità offerte, che vede addirittura i team utilizzabili fermi a due personaggi e un singolo Spark per un bel po', e scontri comunque fin troppo basilari anche quando la squadra arriva a tre scelte disponibili. Il tedio iniziale, peraltro, non viene affatto limitato dalla nuova strutturazione dei livelli, perché mentre le missioni principali e alcune delle secondarie più significative (di norma quelle che offrono Spark nuovi se completate, per intenderci) hanno una difficoltà incrementale ben calcolata e godibilissima, capita fin troppo spesso di imbattersi in scontri spaventosamente facili o non congegnati con lo stesso livello di cura, specialmente nei primi due pianeti.

I tentacoli di oscutiferio di norma segnalano le battaglie più interessanti di Mario +Rabbids Sparks of Hope
I tentacoli di oscutiferio di norma segnalano le battaglie più interessanti di Mario +Rabbids Sparks of Hope

Ok, non si tratta invero di una magagna particolarmente grave, perché gli scontri originali e interessanti superano nettamente di numero quelli più banali; avremmo però ugualmente gradito la totale eliminazione dei mostriciattoli vaganti in giro per la mappa, che normalmente offrono combattimenti della durata media di un paio di turni al massimo e sono spesso legati a missioni di eliminazione che ci hanno dato l'impressione di essere riempitivi inutili. Nel complesso era ovvio come fosse impossibile con una struttura più aperta mantenere la stessa concretezza e parabola della difficoltà presenti nel primo gioco, eppure spiace lo stesso vedere come fino alla fase conclusiva del secondo pianeta il sistema di Sparks of Hope non riesca a esprimersi al meglio, toccando i suoi picchi solo verso metà campagna per via del raggiungimento del perfetto equilibrio tra limiti delle abilità offerte al giocatore e ostacoli messi in campo durante le missioni.

Le combinazioni di Mario +Rabbids Sparks of Hope sono tantissime
Le combinazioni di Mario +Rabbids Sparks of Hope sono tantissime

Perché, come spiegato prima, gli Spark non sono solo utili: hanno il potere di cancellare letteralmente le poche debolezze di composizioni del team già difficilmente arginabili. Ciò significa che un giocatore con una discreta esperienza nel genere può rendersi letteralmente invincibile in certe mappe negli ultimi pianeti, con un minimo calcolo della posizione e dei tempi di recupero delle abilità, e build sensate dei personaggi. Persino gli incontri con i boss, in media nettamente più imprevedibili ed elaborati rispetto alle battaglie comuni, sono risultati per lo più una passeggiata di salute.

Va detto, il team ha trovato comunque il modo di arginare questi abusi del sistema in alcune specifiche battaglie delle fasi finali (che non vogliamo assolutamente spoilerarvi), tuttavia le soluzioni trovate sono delle parziali forzature nel map e nell'encounter design, che sottolineano come raggiunto un certo livello di sviluppo semplicemente le nuove opzioni offerte siano scappate di mano a chi doveva contenerle.

Alcuni dei nemici che si incontreranno di Mario +Rabbids Sparks of Hope
Alcuni dei nemici che si incontreranno di Mario +Rabbids Sparks of Hope

Se inoltre vi state chiedendo quanto la situazione venga modificata dall'aumento della difficoltà, non sperateci troppo: statistiche superiori dei nemici e una maggiore aggressività al massimo livello di sfida aiutano, ma certe "combo" semplicemente vi permettono di tenere a bada qualunque minaccia, specie considerando che l'intelligenza artificiale mantiene le stesse debolezze già sottolineate. Nel complesso, per farla breve, siamo davanti a un titolo dove la creatività generale controbilancia degnamente i problemi di bilanciamento e le sviste legate alla progressione, che però spreca in parte il suo potenziale e avrebbe potuto mantenere i suoi picchi per tutta la durata della campagna con qualche sensato rimaneggiamento. Chissà che tali sbalzi non vengano appianati con patch future o negli inevitabili DLC.

Esplorazione, art direction e narrativa: la magia è ancora qui

Seppur più estesi, i mondi di Mario +Rabbids Sparks of Hope mantengono molto del fascino del predecessore
Seppur più estesi, i mondi di Mario +Rabbids Sparks of Hope mantengono molto del fascino del predecessore

Non fatevi ingannare dal fatto che abbiamo scelto di metterli come ultimo argomento della recensione: anche in questo secondo Mario + Rabbids art direction e narrativa sono elementi quanto mai importanti, specie se si considera l'ampliamento generale del gioco e il maggior focus su mappe estese ed esplorazione. La storia, in particolare, ha fatto grossi passi avanti, dato che Sparks of Hope contiene molti più dialoghi e, seppur il grosso della narrazione appartenga ancora alla voce del robottino fluttuante Beep-O, ora anche i rabbid si esprimono a parole, non solo a forza di versi e buffe espressioni. Il rischio di perdere molta della semplice e dritta al punto comicità dell'originale era concreto, ma è stato raggiunto un ottimo equilibrio finale, anche grazie al sempre ottimo lavoro degli animatori e degli artisti dei team coinvolti.

Nel complesso le vicende, che girano attorno alla minaccia galattica di una potente creatura di nome Cursa, scorrono con i toni scanzonati e piacevoli di una prevedibile fiaba con al centro le icone di Nintendo, solo che chiunque si sia occupato dei testi ha chiaramente cercato di dar forma a personaggi e situazioni in grado di strappare un ghigno soddisfatto a giocatori di tutte le età, e la missione, a nostro parere, è riuscita.

Mario +Rabbids Sparks of Hope ha molti più dialoghi, ma i personaggi restano incredibilmente espressivi
Mario +Rabbids Sparks of Hope ha molti più dialoghi, ma i personaggi restano incredibilmente espressivi

Tornando ad animazioni e art direction, ritroviamo in Mario +Rabbids Sparks of Hope molta dell'immaginazione e della simpatia che rendevano l'originale speciale, seppur i mondi meno "concentrati" appaiano a tratti leggermente più blandi rispetto alle più limitate ambientazioni viste in passato. Graficamente, se non altro, Sparks of Hope ha fatto passi avanti notevoli, e ci è parso in generale molto più ricco di dettagli sia durante il giocato che nelle cutscene. Gli unici singhiozzi riguardano alcuni cali di frame rate durante le scene più concitate e qualche inaspettato (ma se non altro raro nella nostra esperienza) bug. Abbiamo avuto un singolo crash durante la nostra prova e un paio di menu bloccati ci hanno costretto a resettare la situazione attraverso degli espedienti; nulla di realmente preoccupante, ma è chiaro come la scala maggiore abbia portato anche a un maggior numero di complicazioni tecniche.

Per quanto riguarda l'esplorazione, invece, la abbiamo trovata più piacevole rispetto al passato: i pianeti di questo Mario + Rabbids sono nettamente più elaborati rispetto ai grossi corridoi del primo capitolo, eppure la loro navigazione non ci ha mai irritato o annoiato particolarmente, al di fuori di un paio di quest tirate forse un po' per i capelli. Certo, i caricamenti continui in alcune fasi forse andavano tenuti in considerazione (specialmente quelli di un certo labirinto, con molteplici cambi di location), eppure abbiamo affrontato con piacere tutti i puzzle, e la loro presenza nella campagna ci è parsa integrata con abbastanza sagacia da non farceli mai percepire come delle secche spezzate di ritmo o delle forzature per allungare il brodo al pari dei nemici in roaming.

Avrà pure le energie di un bradipo in letargo, ma in Mario +Rabbids Sparks of Hope Rabbid Rosalina è devastante se usata a dovere
Avrà pure le energie di un bradipo in letargo, ma in Mario +Rabbids Sparks of Hope Rabbid Rosalina è devastante se usata a dovere

Persino dal punto di vista della musica non ci sono lamentele di sorta: i nomi messi in campo per la colonna sonora sono ben più che semplicemente prestigiosi - un trio composto da Grant Kirkhope,Yoko Shimomura e da Gareth Coker è un dream team di artisti, nessuno sano di mente potrebbe mai affermare il contrario - e nonostante vi siano poche melodie davvero epiche nel mix, dato che si è optato per musiche molto più piacevoli e ambientali, ci siamo trovati a canticchiare i temi del gioco più volte di quanto sia legale fare.

Non ci sono insomma reali punti a sfavore in alcuno di questi aspetti appena trattati, quindi preferiamo concentrarci su una mancanza che a nostro parere avrebbe aggiunto molto al gioco, e non stiamo parlando del multiplayer competitivo prevedibilmente assente, che avrebbe creato complicazioni enormi nello sviluppo e nel già non facile bilanciamento generale. No, in tutta sincerità avremmo voluto vedere un editor di mappe, perché il nuovo sistema di movimento, unito alla buona varietà di nemici disponibili e alla creatività dei fan, avrebbe potuto dar vita a contenuti di gran valore. Forse arriverà in futuro, la speranza questo seguito, dopotutto, la ha nel titolo.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.4
Lettori (43)
8.0
Il tuo voto

Pur stiracchiato dalle comprensibili nuove ambizioni dei suoi creatori, Mario + Rabbids: Sparks of Hope è una chiara riconferma, che riesce ad ampliare in modo sensibile le già brillanti meccaniche del predecessore e a offrire ancora una volta un'esperienza di gran valore su Nintendo Switch per qualunque tipo di appassionato. Peccato non ricatturi completamente la magia di Kingdom Battle, per via di una progressione meno impeccabile e di un bilanciamento che non riesce a reggere del tutto gli smottamenti delle tante novità introdotte. Consigliatissimo, ma crediamo che il potenziale di chi sta alle redini del progetto possa arrivare a vette più alte di questa.

PRO

  • Il rinnovato sistema di movimento e l'aggiunta degli Spark aggiungono notevole varietà al sistema
  • Ricco di scontri estremamente variegati e ben congegnati
  • Art direction sempre impeccabile e colonna sonora notevolissima

CONTRO

  • A un certo punto il bilanciamento cede malamente davanti alle troppe opzioni offerte dagli Spark
  • Parte con il freno a mano tirato, e la progressione non è sempre calcolata a dovere
  • L'IA non sfrutta in toto il nuovo sistema di movimento