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Mech Arena: Robot Showdown, la recensione dell'arena shooter per mobile

Mech armati fino ai denti che si affrontano all'interno di un'arena? Un concetto poco originale, ma che funziona sempre. Ecco la recensione di Mech Arena: Robot Showdown

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   22/08/2021

La recensione di Mech Arena: Robot Showdown parla di enormi robot che si sfidano all'interno di diverse arene con l'obiettivo di conquistare punti di controllo oppure, semplicemente, di eliminarsi a vicenda finché una delle due squadre in campo non raggiunge il punteggio necessario a ottenere la vittoria.

La formula non è insomma delle più originali, e anche in ambito mobile abbiamo visto decine di produzioni similari provare a portare a casa il risultato, costruirsi una base d'utenza solida e creare dunque una piattaforma in grado di sostentarsi attraverso le inevitabili microtransazioni, che in questo caso servono per accelerare la progressione e hanno per forza di cose dei risvolti pay-to-win.

Gameplay

Mech Arena: Robot Showdown, uno scontro diretto durante il match
Mech Arena: Robot Showdown, uno scontro diretto durante il match

Sono appunto queste derive del modello freemium a mettere un po' i bastoni fra le ruote di Mech Arena: Robot Showdown, perché al di là di tali aspetti, che cominciano a farsi sentire pur in maniera lieve dopo le prime ore, il titolo sviluppato da Plarium Global è davvero, davvero solido. Anzi, per dirla tutta, è sorprendente come tutti gli elementi si incastrino alla perfezione per dar vita a un'esperienza oltremodo piacevole.

Si parte con un unico mech, ma il nostro roster alla fine potrà contare su cinque differenti modelli che avremo modo di personalizzare e potenziare come meglio crediamo, e che rappresentano di fatto la nostra "energia" durante i match: quando tutti i nostri robot saranno stati distrutti, per noi sarà il game over. Prima di arrivare alla resa, tuttavia, potremo giocarcela sfruttando l'equipaggiamento e le abilità speciali di ognuno di essi.

Il sistema di controllo touch, pressoché perfetto, presenta uno stick analogico virtuale riposizionabile nella parte sinistra dello schermo e la possibilità di ruotare la visuale a piacimento agendo invece sulla parte destra, dove si trovano i pulsanti per aprire il fuoco con entrambe le armi montate sulle braccia del mech oppure con solo una di esse. Qui subentra infatti il concetto di ricarica indipendente, che può fare la differenza fra la vittoria e la sconfitta in uno scontro diretto.

Non c'è insomma il fuoco automatico nel momento in cui si inquadra un bersaglio, ma considerati i ritmi piuttosto cadenzati dell'azione ciò non rappresenta un problema. Per darvi un'idea, Mech Arena: Robot Showdown è più vicino a World of Tanks Blitz che non a un qualsiasi hero shooter competitivo, dunque non vi troverete a schivare rapidamente i colpi bensì a spostarvi (spesso lentamente!) dietro un riparo per evitare di subire troppi danni.

Struttura

Mech Arena: Robot Showdown non conta moltissime arene, ma sono tutte ben differenziate
Mech Arena: Robot Showdown non conta moltissime arene, ma sono tutte ben differenziate

I robot sbloccabili sono al momento quattordici, ma le armi risultano decisamente più numerose e fanno la differenza in battaglia, andando a influenzare in maniera sostanziale il nostro approccio al combattimento. Si passa infatti dalle mitragliatrici ai lanciamissili, dai laser ai cannoni a energia, con timing di fuoco e resa differenti. La possibilità di montare uno strumento piuttosto che un altro dipende dallo sviluppo del mech, regolato dai crediti e dagli oggetti guadagnati in battaglia.

Tutta la parte relativa ai potenziamenti riprende la tradizionale progressione di questo genere di giochi, che come detto a un certo punto viene per forza di cose viziata da risvolti pay-to-win. Tuttavia il matchmaking sembra fare ordine da questo punto di vista, mantenendo gli equilibri all'interno delle tre modalità di gioco a nostra disposizione: Zuffa Punti Controllo, Combattimento Mortale 5V5 e Combattimento Mortale 2V2.

Realizzazione tecnica

Mech Arena: Robot Showdown, ecco un punto di controllo da conquistare sulla mappa
Mech Arena: Robot Showdown, ecco un punto di controllo da conquistare sulla mappa

Al di là dei numeri e delle meccaniche che caratterizzano l'esperienza di Mech Arena: Robot Showdown, il gioco viene senz'altro supportato in maniera importante da un comparto tecnico di eccellente fattura, che consente di regolare la qualità grafica e il frame rate (su iPhone 12 Pro abbiamo potuto impostare tutto al massimo senza problemi) per ottenere un colpo d'occhio notevole e la fluidità necessaria a garantire anche la migliore precisione di tiro possibile.

È tutto molto bello da vedere, i colori pastello che dominano le arene ricordano i già citati hero shooter e i mech appaiono ben differenziati, sebbene il loro design vada ad attingere a un'estetica che nel corso degli anni è stata fondamentalmente abusata in qualsiasi maniera e risulta dunque un bel po' inflazionata: non aspettatevi robot molto originali o soluzioni particolarmente fresche.

Conclusioni

Versione testata iPhone
Digital Delivery App Store, Google Play
Prezzo Gratis
Multiplayer.it
8.0
Lettori (2)
7.9
Il tuo voto

Mech Arena: Robot Showdown è uno sparatutto competitivo davvero solido e ben realizzato, che trae insegnamento dalle varie produzioni similari disponibili su iOS e Android per consegnarci un impianto a cui fondamentalmente non manca nulla, con un ottimo sistema di controllo touch, una grafica fluida e dettagliata, una manciata di modalità sempre piene di utenti da sfidare e un matchmaking che durante i nostri test non ha mai dato segni di incertezza. Per estetica, meccaniche e struttura il titolo targato Plarium Global non è certo originalissimo e ad un certo punto gli elementi pay-to-win fanno inevitabilmente capolino, ma in linea di massima gli sviluppatori hanno confezionato un gran bel prodotto.

PRO

  • Gameplay solido e piacevole
  • Ottima realizzazione tecnica
  • Matchmaking efficace, tanti utenti online

CONTRO

  • Non chiedetegli originalità
  • Inevitabili risvolti pay-to-win
  • Comparto sonoro un po' troppo essenziale