In La grande bellezza di Paolo Sorrentino, un disincanto Carlo Verdone dice: "Che cosa avete contro la nostalgia, eh? È l'unico svago che resta per chi è diffidente verso il futuro, l'unico". Rassicurante, familiare, la nostalgia è un porto sicuro ma, spesso, anche canaglia: è difficile vedere chiaramente il presente, e ancora meno il futuro, se filtriamo la realtà attraverso le sue lenti. Non è un caso quindi che, come insegna il Don Draper di Mad Men, i geni del marketing usino da anni questo sentimento per vendere di tutto: se l'acquirente sente di avere un legame sentimentale con l'oggetto in questione, BAM!, lo compra senza nemmeno pensare. Da almeno dieci anni, questa strategia è arrivata prepotentemente anche al cinema, con un uso sistematico dell'"effetto nostalgia per gli anni '80": da Super 8 di J.J. Abrams a Guardiani della galassia di James Gunn, passando per la serie Stranger Things, gli '80 sono tornati prepotentemente di moda. Il culmine di questa operazione è certamente Ready Player One: chi, se non Steven Spielberg in persona, avrebbe potuto dare forma alla più spettacolare celebrazione del decennio di cui ha contribuito a plasmare l'immaginario?
La Disney, sempre un passo avanti a tutti, ha avuto anche lei il suo momento di revival anni '80: nel 2012, con Ralph Spaccatutto, è letteralmente entrata dentro a uno dei suoi oggetti simbolo, i cabinati delle sale giochi, facendo del proprio campione il cattivo del gioco Felix Aggiustatutto, Ralph Spaccatutto appunto, usando sapientemente con le icone amate da generazioni di giocatori. A sei anni di distanza dal divertente primo capitolo, Rich Moore e Phil Johnston, promosso co-regista, hanno ripreso Ralph e la piccola Vanellope, personaggio creato appositamente per il film originale, e hanno stravolto le carte in tavola: Ralph spacca Internet, nelle sale italiane l'1 gennaio 2019, non è più un'operazione nostalgia, ma un'opera immersa nel presente, molto più complessa e geniale della prima.
Immaginare il volto di internet
Diventati amici inseparabili, Ralph e Vanellope, personaggio del videogioco di fantasia Sugar Rush, in cui è un pilota dal talento peculiare, essendo dotata di un glitch che le permette di battere con facilità gli altri concorrenti, si ritrovano di fronte a un'emergenza: il volante del cabinato di Sugar Rush si è rotto e, per evitare che venga smantellato, i due partono alla volta di eBay per recuperare l'unico pezzo compatibile al mondo. Sparati direttamente nel world wide web (nella sala giochi è appena arrivato il wi-fi), Ralph e Vanellope si ritrovano in un mondo vastissimo, così vasto che sembra infinito. Amazon, eBay, Instagram, Pinterest, Facebook, persino Wikipedia: Disney ha dato forma a tutti i colossi di internet, compreso ovviamente Google, di cui immagina il volto, la barra ovviamente, usata ogni giorno da milioni di persone, incarnata da un tipo occhialuto e saccente, che ha la brutta abitudine di finire le frasi degli altri come più gli aggrada. Un'operazione incredibile: design e umorismo si fondono alla perfezione e sembrano dare una faccia a queste entità astratte, che ormai ci accompagnano nelle vita quotidiana quasi come fossero degli esseri viventi.
Imparare a ridere dei propri errori (come delle principesse)
Un'operazione non casuale: Disney lancerà a gennaio 2019 la sua piattaforma di streaming (e, guarda caso, Apple e Netflix sono i grandi assenti del film), Disney+, e con Ralph spacca internet ha realizzato un film in cui praticamente spiega questo passaggio. Dai dinosauri, i cabinati anni '80, si passa direttamente al futuro, fatto di informazioni condivise, un futuro, che è già presente, in cui film, giochi, libri, foto e pensieri possono essere scambiati facilmente con milioni di persone, passando istantaneamente dall'altro capo del mondo. Non solo: nella parte forse più geniale del film, Vanellope arriva nel sito Oh my Disney e incontra i personaggi di Star Wars, baby Groot, perfino Stan Lee, e fa un pigiama party con le principesse Disney. Questa scena, che da sola vale la visione del film, ha una quantità tale di livelli di lettura che meriterebbe uno studio (nonché uno spin-off di cui abbiamo bisogno): da una parte Disney celebra se stessa, attraverso le sue icone più amate e riconoscibili; poi ci mostra quanto è potente il suo immaginario e quanto è difficile competere con un catalogo che ha nel suo arco saghe incredibili come quelle di Star Wars e degli Avengers, senza contare i classici di animazione e la neo acquisizione di 20th Century Fox; infine si prende intelligentemente in giro da sola, raccontando i forti cambiamenti socioculturali che stiamo vivendo scherzando consapevolmente sul vecchio modello di principessa. Sono finiti i tempi in cui le principesse pensavano solo a pettinarsi i capelli e a mettersi bei vestiti. I loro capelli sono sempre splendidi (beate loro!), ma l'abbigliamento casual ha preso il sopravvento e una scarpetta di cristallo può diventare un'arma. I costumi cambiano appunto.
Il futuro è una corsa pericolosa
A rimarcare la necessità di andare oltre la nostalgia è poi il videogioco Slaughter Race, in cui Ralph e Vanellope arrivano per rubare l'auto di Shank (che in originale ha la voce di Gal Gadot, altra scelta non casuale visto che, con il ruolo di Wonder Woman, è diventata il nuovo simbolo dell'evoluzione dei personaggi femminili al cinema), che ha l'aspetto di una principessa Disney ma indossa stivali con borchie, giacca di pelle e preferisce sentire il vento tra i capelli mentre guida invece di stare a pettinarseli in continuazione. Giudicato pericoloso e squallido da Ralph, il videogioco fa invece impazzire Vanellope, che capisce di volere qualcosa di più: "In questi videogiochi moderni nessuno ti dice cosa fare" urla entusiasta all'amico. Ed è vero: i videogiochi ormai sono delle esperienze più che un semplice divertimento, basti pensare a Red Dead Redemption II, in cui quella che sembra soltanto una cavalcata può trasformarsi in qualcosa di completamente inaspettato, che si distacca dall'obiettivo seguito.
Il futuro è incerto, a volte è pericoloso, ma se non si corre il rischio, se non si cambia, non si potrà mai arrivare a vederlo: continueremo a cullarci nella nostalgia come Ralph, che non riesce a capire i sogni di libertà di Vanellope.
Le cose più importanti non finiscono, evolvono
Consapevole di questo, pronta ad affrontare la nuova fase Disney+, la casa del Topo (che compie 90 anni quest'anno) celebra la sua storia, la comprende, ha imparato dai suoi errori ed è pronta a fare il grande passo ancora più forte di prima. Certo, nel mezzo ci sono anche le insidie di internet, il dark web, il cyberbullismo, gli haters (prima regola di internet: non leggere mai i commenti, dice l'Algoritmo di una YouTube camuffata a Ralph), il pericolo di scambiare i social per la vita reale. Ma i più forti, i più intelligenti, sapranno scavare dentro se stessi e capire la differenza: internet non è un demonio, come non lo è il progresso, ma un'opportunità eccitante, se bene usata, per sfruttare al meglio tutte le nostre potenzialità. Le cose davvero importanti, come l'amicizia e il rispetto per i propri sogni sono universali, eterni, destinati a non finire mai, ma semplicemente a evolversi, come è giusto che sia, e come succede da quando i primi uomini si sono uniti intorno al fuoco per raccontare una storia.
Conclusioni
Multiplayer.it
8.0
Abbandonando l'effetto nostalgia, Ralph spacca internet si lancia nel presente, cercando di intravedere il futuro, grazie a una storia più matura e complessa rispetto a quella del primo capitolo, che cerca di dare un volto a internet, entità sempre più presente, ed essenziale, nella vita di tutti. Contro ogni pronostico, Ralph spacca internet è migliore dell'originale.
PRO
- Rispetto al primo film, la storia è più complessa e interessante, aprendo infiniti spunti di riflessione
- Il design, i colori e l'animazione sono incredibili
- La scena delle principesse Disney entra di diritto nella storia del cinema
CONTRO
- Se proprio dobbiamo trovare un difetto, prima del finale la storia perde un po' di ritmo, ma si riprende molto in fretta