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Red Dead Redemption 2, la recensione dell’open world western Rockstar

Godetevi la recensione di Red Dead Redemption 2: ci sono voluti tantissimi anni, ma finalmente la prossima frontiera dell'open world è arrivata sul mercato

RECENSIONE di Pierpaolo Greco   —   25/10/2018
Red Dead Redemption 2
Red Dead Redemption 2
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Non è passato neanche un mese da quando abbiamo avuto l'opportunità di giocare per la prima volta Red Dead Redemption 2 e siamo giunti al momento dell'attesa recensione: un progetto mastodontico che, si vocifera, abbia richiesto a Rockstar Games tra i sei e gli otto anni di sviluppo, qualcosa in più del tempo che che è trascorso da GTA V, l'ultimo progetto in ordine cronologico della software house americana. In tutti questi anni lo sviluppatore non è rimasto però con le mani in mano e, oltre ad aver portato sul mercato svariate riedizioni del quinto capitolo di Grand Theft Auto, ha supportato in modo attivo la componente multiplayer del suo franchise più famoso: quel GTA Online che si è rivelato essere una vera e propria gallina dalle uova d'oro. Una sorta di gioco nel gioco che, di fatto, ha permesso a GTA V di raggiungere quasi i 100 milioni di copie vendute sfondando il tetto dei 6 miliardi di dollari di fatturato se si tiene conto anche del valore delle microtransazioni legate proprio alla componente multiplayer. Una cifra da capogiro che non ha rivali in nessun altro campo dell'intrattenimento e che ci permette di collocare la portata e il valore di Red Dead Redemption 2 ancora prima di lanciarci nella sua recensione. Non è un caso infatti che tutti aspettassero questo nuovo open world di Rockstar per vedere e comprendere fino a dove si potesse spingere l'evoluzione del genere: nessun'altra software house ha infatti il budget, il tempo e le competenze per potersi lanciare in un simile progetto. E noi fortunati giocatori, oggi possiamo raccogliere i frutti di questo lavoro.

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La storia e i personaggi di Red Dead Redemption 2

È inutile girarci intorno: pur volendo evitare qualsiasi rischio di spoiler è fondamentale sottolineare fin da subito che Red Dead Redemption 2 è, prima di tutto, uno splendido racconto da vivere, leggere, osservare e ascoltare. Questa enorme esperienza single player ruota intorno a una trama articolata, densa, magari non particolarmente ricca di colpi di scena o situazioni completamente inaspettate, ma senza ombra di dubbio magistralmente narrata e in grado di intrattenere qualsiasi giocatore per decine di ore di gioco. È una storia di fratellanza e lealtà ma anche e soprattutto di degrado. Degrado sociale legato a un periodo storico di grandissimo cambiamento della società americana: siamo nel 1899 e il selvaggio West legato all'immaginario cinematografico e librario che tutti conosciamo, si sta per estinguere sotto i colpi di un progresso tecnologico e scientifico ormai inarrestabile. Nascono le prime città moderne, l'elettricità illumina le strade, si comincia a sentire il chiacchiericcio che riguarda un mezzo su ruote in grado di soppiantare il cavallo, la natura incontaminata deve cedere il passo all'urbanizzazione e il concetto di libertà sta mutando di significato.

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Ma è anche una storia di degrado fisico e morale: quella di Red Dead Redemption 2 ruota infatti tutta intorno ad Arthur Morgan, il nostro avatar, e alle sue interazioni con la gang che l'ha adottato fin da ragazzo e con cui passa ogni minuto della sua vita. Una banda criminale guidata da un fuorilegge spietato ma coerente nei suoi ideali morali, Dutch Van Der Linde, il cui carisma ha subito un forte ridimensionamento a causa di un colpo andato a male e lo sta portando ad allentare la presa su quel gruppo altrimenti destinato all'anarchia e all'auto-distruzione. John Marston, Hosea Matthews, Micah Bell, Sadie Adler, sono solo alcune delle figure a cui vi legherete (vi rimandiamo al nostro speciale sui personaggi per approfondire la loro conoscenza) e che vi accompagneranno in questo lungo viaggio dove, a scandire il passaggio del tempo, arriverà anche una coinvolgente rappresentazione videoludica della malattia e del deperimento fisico.

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In concreto, per anticipare una domanda che sappiamo già sarà ricorrente nei commenti, Red Dead Redemption 2 si configura per mere questioni cronologiche, come un prequel al primo capitolo. È difatti ambientato circa una dozzina di anni prima e, pur mettendoci nei panni di un nuovo protagonista, ci porterà a interfacciarci più e più volte con John Marston, eroe del primo episodio. Questo vuol dire che chi avrà giocato il titolo originale apprezzerà gli inevitabili riferimenti, ma anche chi si avvicina per la prima volta alla saga con questo capitolo non faticherà a seguire la storia e, anzi, potrebbe addirittura essere stimolato a giocare successivamente il primo Red Dead Redemption per conoscere la chiusura del cerchio narrativo.

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Prima di passare al gameplay nel dettaglio è fondamentale scrivere qualche informazione su come, nel concreto, questa storia viene raccontata. Di fondo il gioco non si allontana dal seminato del precedente capitolo, ma più in generale dall'interpretazione dei free roaming firmati Rockstar. Le missioni saranno indicate direttamente sulla mappa con il classico cerchietto con all'interno le iniziali del personaggio con cui dovremo interagire. Una nota di colore distingue tra le principali e le facoltative, molte delle quali ci vengono affidate da personaggi inizialmente identificati con un punto interrogativo: gli sconosciuti. Lo stile registico e narrativo è perfettamente aderente alla tradizione Rockstar Games, con cutscene che anticipano e concludono la missione e lunghissimi dialoghi nel corso dello svolgimento della stessa, mentre cavalchiamo per raggiungere la meta della missione. Al tutto si aggiunge un numero impressionante di missioni casuali e contestuali che appaiono all'improvviso mentre ci ritroviamo a girovagare per il mondo di gioco: passanti che chiedono aiuto, accampamenti assaltati, sparatorie che avvengono ai bordi della strada, rapimenti, esecuzioni, strani rituali. Ne abbiamo davvero visti di tutti i colori e dopo più di 60 ore di gioco ci è capitato di essere ancora sorpresi.

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Sì, avete letto bene, le stime sulla durata di Red Dead Redemption 2 ipotizzate da Rockstar sono realistiche: difficilmente riuscirete a finire la storia principale in meno di 50 ore, specie alla prima run, ed è assai probabile che investendo del tempo in una qualsiasi delle attività secondarie offerte dall'incredibile mondo di gioco, ce ne metterete almeno 20 di più con la possibilità di raddoppiare quel numero nel caso in cui vogliate completare al 100% quest'avventura. A titolo informativo, prima di redigere questa recensione, abbiamo investito poco meno di 70 ore nel gioco senza riuscire a completarlo ma fermandoci al 68% della storia principale secondo quanto riportato dai contatori interni.

La nuova frontiera del genere open world

Diciamocelo subito: Red Dead Redemption 2 non è assolutamente un gioco rivoluzionario ma è la perfetta evoluzione di quel genere open world free roaming che nelle ultime due generazioni è rimasto tendenzialmente ancorato ai paletti e alle regole imposte da GTA IV e Assassin's Creed. È indubbio che alcuni titoli recenti abbiano saputo mostrare segni di rinnovamento importanti, ma di base il progresso è stato scandito esclusivamente dai miglioramenti grafici e dall'ingrandimento costante delle aree di gioco o al massimo dal numero di personaggi non giocanti presenti contemporaneamente su schermo. Su questo fronte RDR2 segna un importante cambio di direzione: pur raggiungendo una qualità grafica e artistica che non ha contendenti sul mercato odierno, tenta in tutti i modi di ripulire, rifinire e perfezionare meccaniche rodate, offrendo qualche interessante spunto originale e soprattutto spingendo forte, finalmente, sulle interazioni ambientali e sull'intelligenza artificiale.

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Già a partire dai comandi si nota in Red Dead Redemption 2 un importante cambio di rotta con alcune scelte atipiche che vi costringeranno ad adattarvi al gioco, alcune delle quali non ci hanno pienamente convinto. Se da un lato infatti abbiamo apprezzato la scelta di legare la ricarica al grilletto destro, lo stesso pulsante utilizzato anche per sparare, abbiamo trovato piuttosto macchinoso utilizzare un tasto frontale per l'accelerazione del cavallo con tutto quello che ne consegue in termini di utilizzo contemporaneo dell'analogico destro e degli altri pulsanti. Tra l'altro proprio i comandi sono moltissimi e ci vorranno diverse ore per esserne completamente padroni. Anche perché a nostra disposizione avremo un mare di oggetti, gadget e armi da trovare e gestire: coltelli da lancio, tomahawk, binocolo, lanterna, dinamite e uno splendido lazo utile per inseguire e incaprettare persone e animali.

A sottolineare la volontà di realismo e coerenza che pervade l'esperienza di gioco di Red Dead Redemption 2, potremo portare con noi solo una selezione di tutto questo ben di dio, visto che lo spazio nella bisaccia di Morgan sarà limitato e dovremo costantemente interagire con le borse caricate sulla sella del nostro cavallo per accedere alle armi più ingombranti: una volta scelte le due pistole da inserire nelle fondine e le due bocche da fuoco a canna lunga da caricarci in spalla (o l'arco) saremo al completo quando ci muoveremo a piedi.

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Ma arriviamo finalmente ai tre elementi cardine su cui ruota l'esperienza di Red Dead Redemption 2 e che spostano verso l'alto l'asticella delle interazioni e dell'immersione degli open world. In primis c'è la gestione del destriero che diventa a tutti gli effetti il terzo protagonista del gioco immediatamente dopo Arthur e il mondo in cui avvengono le vicende. Il cavallo è una naturale appendice del nostro avatar come davvero avveniva all'epoca del far West: un uomo senza il suo cavallo era perso e la sua gestione va ben oltre il semplice nutrirlo. Potremo infatti far evolvere su quattro livelli il legame tra noi e il fido compagno di viaggio e questo comporterà delle modifiche non solo nelle mosse "speciali" che potremo fargli compiere ma anche e soprattutto nella sua resistenza e vitalità, nella sua docilità e nella capacità di rispondere al nostro richiamo a distanze via via maggiori (c'è un limite oltre il quale il cavallo non ci sentirà più e ci ritroveremo da soli nell'ambiente di gioco). Dovremo accarezzarlo, stare attenti ai suoi fabbisogni, legarlo ogni volta che scenderemo a terra per visitare un negozio o andare a caccia, pena il vederlo allontanarsi per procacciarsi il cibo o compiere altre azioni in funzione della razza. Ci saranno infatti cavalli più mansueti e resistenti e altri più scattanti e iperattivi, e vederli soccombere durante una sparatoria o una fuga maldestra vi farà percepire un tuffo al cuore con la disperata, conseguente ricerca di un salvataggio da ricaricare per evitare il drammatico epilogo che vuol dire, tra l'altro, la perdita di numerose ore spese per portarlo al massimo livello.

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In seconda battuta c'è il nuovo sistema di interazione con l'ambiente e soprattutto con i personaggi che letteralmente pervade e irradia l'intero gameplay di Red Dead Redemption 2: tenendo premuto il grilletto sinistro mentre non si sta tenendo in mano un'arma e si sta osservando qualcuno, apparirà un menu contestuale con tutta una serie di scelte che determineranno il comportamento di Arthur. Questo sarà dipendente da un numero enorme di fattori, in primis il tipo di legame che c'è tra Morgan e l'altra persona. Potremo salutare i passanti, minacciarli, rapinarli, cercare di allentare la tensione di una situazione, fingere di arrenderci, colpire e agguantare un nemico prima di malmenarlo o strangolarlo. Ma anche avviare missioni, accedere a tutti i menu di compravendita, studiare la fauna e la flora e persino dare comandi basilari nel corso di alcune quest. Non trascurate queste poche righe perché vi possiamo garantire che questo aspetto che nella nostra banale descrizione può apparire secondario, modifica pesantemente il modo di approcciarsi al gioco e di immergersi nel mondo. Niente più dialoghi multipli tra cui scegliere o interazioni predeterminate ma un sistema fluido che aumenta esponenzialmente il grado di libertà offerto al giocatore.

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E poi c'è Arthur Morgan, un protagonista ricco di sfaccettature non solo per quello che concerne la sua personalità ma anche e soprattutto per quanto riguarda la sua gestione che, sotto tantissimi punti di vista, ci ha riportato alla mente la sbalorditiva profondità del mai dimenticato GTA San Andreas. Di base avremo i tre "nuclei" riguardanti l'energia, la stamina e il dead eye, che diminuiranno con il passare del tempo e che richiederanno una cura costante per essere mantenuti al massimo, nutrendo e facendo riposare Arthur. Ma poi ci sono tutta una serie di condizioni che alterano la velocità di diminuzione di questi indicatori: Arthur può essere sotto o sovrappeso, può essere avvelenato, soffrire il caldo o il freddo, essere sotto l'effetto di nicotina o alcol. Mangiare, coprirsi adeguatamente in base al meteo, fare costante attività fisica, avrà concrete ripercussioni sul suo fisico fino a portare a un permanente aumento delle sue statistiche rappresentate dalla barra che circonda i tre nuclei. Questa è quella che concretamente si consuma quando veniamo colpiti, quando ci stanchiamo nella corsa e utilizziamo il dead eye.

La nuova frontiera del free roaming

Red Dead Redemption 2 non si limita a spingere in avanti gli open world ma mostra con una potenza muscolare incredibile cosa significhi davvero realizzare un free roaming. Perché al di fuori della trama e delle missioni, c'è quell'incredibile quantitativo di contenuti assolutamente facoltativi che fanno brillare la nuova opera di Rockstar. E non parliamo del semplice girovagare per i differenti ecosistemi delle nazioni in cui è suddiviso il West ricreato su schermo, tantomeno della componente di caccia e pesca che pure rappresenta un elemento predominante dell'esperienza di gioco libero. Ci sono quasi 200 specie di animali diversi, ognuna con un suo specifico comportamento e una reazione alla presenza di Morgan e degli altri personaggi e animali secondo una catena alimentare realistica. Potremo e dovremo cacciarli per recuperare carni, piume, carcasse, teschi, zanne, ossa e pelli, essenziali per accedere a tutto il potenziamento relativo all'equipaggiamento di Morgan e all'accampamento della gang di Van Der Linde. Quest'ultimo che assume il valore di hub per la gestione delle missioni più importanti e per il mantenimento dei rapporti con i membri della gang criminale attraverso un nugolo di attività che potremo svolgere a nostra discrezione e con i tempi che preferiamo.

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Potremo creare esche per carnivori ed erbivori e tonici per neutralizzare l'odore di Morgan perché sì, il suo odore potrà essere percepito dagli animali se ci ritroviamo a cacciarli sopravento. Ma potremo anche sfruttare i cadaveri di altre specie per attirare il nostro bersaglio e non mancheranno persino esemplari leggendari. Il tutto tenendo sempre conto della qualità dell'animale da cacciare (in un branco ci saranno creature in condizioni migliori di altre) e della modalità con cui lo andremo a uccidere che avrà dirette ripercussioni sulla qualità della carcassa e del pellame, la quale determinerà il prezzo di vendita o la possibilità di sbloccare determinati equipaggiamenti. E ovviamente Morgan non si infilerà tutto in saccoccia, ma dovremo sempre avere bene in mente che il nostro destriero potrà portare con sé un numero molto limitato di bestie obbligandoci tra l'altro a correre in fretta e furia dal macellaio più vicino pena il deperimento della preda.

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E per la pesca vale lo stesso identico discorso con decine di laghi, fiumi e corsi ognuno con le sue tipologie di pesci che possono essere pescati montando esche di svariato tipo. Ma stiamo davvero solo scalfendo la superficie: in Red Dead Redemption 2 il sistema di interazione con l'ambiente di cui vi parlavamo poco sopra, ci permette di compiere rapine di ogni tipo. Potremo rubare al volo cavalli montati da altre persone, saltare su carri e diligenze, persino acquistare il biglietto del treno per il viaggio rapido e poi decidere di rimanere a bordo per rapinare tutti i passeggeri. Malefatte che ovviamente attireranno le forze dell'ordine se decideremo di compierle davanti a dei testimoni attivando una gestione del ricercato che è una diretta evoluzione delle stelle viste in GTA.

In pratica qualsiasi crimine commesso in Red Dead Redemption 2 verrà indagato e a seconda della nostra visibilità sul luogo del fattaccio, il cerchio di indagine sarà più o meno grande. Una volta al di fuori di esso, dovremo rimanere nascosti per un certo numero di secondi per "resettare" lo stato del crimine. Tuttavia questa operazione non eliminerà la taglia pendente sulla nostra testa che sarà ovviamente via via più grande in base ai crimini commessi e differenziata in funzione dello stato in cui li abbiamo compiuti. A quel punto, gli abitanti del posto si rivolgeranno a noi in modi differenti, fino ad arrivare a spararci a vista o a segnalarci alle autorità non appena entreremo in città. Gradi differenti di questa reattività sono legati anche al nostro onore, che sarà dipendente dalle azioni che commetteremo durante le missioni e nel mondo di gioco, e dal vestiario e dalla cura personale di Morgan che potrà apparire più o meno pericoloso in base a come si raderà e sarà pulito. O in funzione degli abiti che indosserà.

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Ma visto che vogliamo davvero esagerare, non possiamo fare a meno di citare alcune delle chicche che ben evidenziano quell'attenzione al particolare, al dettaglio che solo all'apparenza è inutile che, come vi dicevamo in apertura di articolo, solo Rockstar Games può permettersi. La città più importante di Red Dead Redemption 2, Saint Denis, ha un teatro dove, a rotazione, vengono presentati spettacoli di varia natura: da esibizioni di magia a spettacoli acrobatici fino ad arrivare a balletti. Ecco vi basti sapere che chi scrive è riuscito a passare più di un'ora ad assistere a questi rimanendo sconvolto dalla qualità e dal realismo di quanto riprodotto su schermo. Vedere e ascoltare il can can mentre si è seduti a teatro con il pubblico che commenta e applaude è un'esperienza che difficilmente vi dimenticherete, se per qualche motivo troverete il tempo e la voglia di viverla.

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E proprio in quest'ultima affermazione agrodolce si nasconde l'unico appunto concreto e reale che possiamo fare al gioco. Un appunto che non si può definire una critica. Red Dead Redemption 2 è un titolo duro e difficile da digerire per la sua precisa scelta di non ricercare alcun compromesso nella ritmica e velocità del suo svolgimento. È un titolo che si allontana con enorme forza dalle esperienze mordi e fuggi, sempre più accelerate e semplificate negli spostamenti, dei recenti open world. Ha un suo ritmo ben preciso e, di fatto, questo ritmo lo impone al giocatore che può soltanto accettarlo e viverlo. RDR2 vuol dire cavalcare per decine di ore per spostarsi tra una missione e la successiva e rimanere appostati per tanti, lunghi minuti se si vuole cacciare o pescare; vuol dire persino attendere preziosi secondi ogni volta che si vuole perquisire un cadavere o un mobile o anche, semplicemente, raccogliere un fiore. Da questo punto di vista è davvero l'erede naturale del primo Red Dead Redemption e si posiziona all'estremità opposta dell'altro grandissimo progetto Rockstar.

Non chiamatelo insomma GTA nel far West perché mai errore più grande potreste fare. E in un'epoca in cui le avventure single player vengono additate come mosche bianche e le statistiche evidenziano come sempre meno persone concludano i giochi, il nostro più grande rammarico è che molti giocatori non riusciranno a digerire una lentezza che talvolta può diventare esasperante.

4K e aspetti tecnici, uno splendore per gli occhi

All'inizio di quest'anno ci eravamo spesi in lodi sperticate parlando dell'aspetto tecnico di God of War e chiedendoci quale altre titolo avremmo dovuto aspettare per vedere un nuovo punto di riferimento grafico. E alla fine abbiamo dovuto attendere molto meno del previsto perché Red Dead Redemption 2 è, semplicemente, la cosa più bella che abbiamo visto girare su PlayStation 4 Pro, soprattutto se teniamo conto del suo genere di appartenenza e, di conseguenza, della quantità di oggetti che esistono e si muovono nel mondo di gioco. Vederlo girare in 4K (ovviamente in upscale) è davvero uno splendore per gli occhi: ogni singolo scorcio, che sia sulla natura incontaminata, su un territorio innevato, nel mezzo della foresta, o tra i vicoli di un villaggio, raggiunge vette qualitative molto elevate ed è perfettamente coerente con molte delle scelte cromatiche a cui ci hanno abituato le pellicole ambientate nel selvaggio West. Tra l'altro, la possibilità di passare in qualsiasi momento alla visuale in prima persona, potenzia ulteriormente quel senso di immersività garantito dal comparto grafico, persino quando si è in groppa al cavallo o nel bel mezzo di una sparatoria.

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L'orizzonte visivo è sterminato e la cura per l'effettistica non ha semplicemente paragoni con altri prodotti arrivati di recente sul mercato. Fermarsi su una sommità, con le montagne in lontananza, la vallata che si estende a vista d'occhio, gli alberi che ondeggiano al vento, gli animali che pascolano e le nubi che si addensano cupe, lampeggiando per l'inizio di un temporale, sono attimi che vivrete molto spesso nel gioco e che riusciranno ogni volta a stupirvi. Il ciclo giorno-notte è completo e il tempo meteorologico passa con agilità dal sole alla pioggia fino alle bufere di neve e a piccole tempeste di sabbia. Il tutto senza trascurare effetti di nebbia, foschia e fumo legati alle zone più paludose o alle città più industrializzate.

Anche in questo caso l'attenzione al dettaglio è spaventosa e un solo esempio ci basta per dimostrarlo: più avanti nel gioco incontrerete un piccolo accampamento costruito intorno a una gigantesca miniera di carbone. Questa si affaccia sul mare tramite un piccolo porticciolo che le navi utilizzano per sbarcare i barili di petrolio essenziali al funzionamento delle attrezzature di scavo. Passeggiando sulla spiaggia nelle immediate circostanze e guardando le piccole pozze che circondano l'approdo, è possibile scorgere il tipico effetto "arcobaleno" che si crea quando il petrolio si disperde sulle superfici acquose. È un effetto che si verifica solo ed esclusivamente in questa zona e aggiunge ulteriore realismo all'intero titolo.

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In Red Dead Redemption 2 è però la fisica a lasciare davvero di sasso, unita a una gestione delle animazioni che mai avevamo visto in un titolo open world, e a un'intelligenza artificiale che, complice la gestione contestuale delle interazioni, sa davvero sorprendere per le reazioni che è in grado di generare non appena ci ritroviamo ad avere a che fare con le persone. Affrontare una battuta di caccia, per poi dirigersi verso il villaggio più vicino assistendo alle vite svogliate degli abitanti, attaccando briga o cercando di arrotondare i guadagni con qualche rapina, risulterà immediatamente coinvolgente e credibile. Ed è semplicemente splendido entrare in un saloon insanguinati, dopo una scazzottata e assistere alle persone che si girano verso Morgan, interrompendo qualsiasi attività che stavano compiendo mentre la musica suonata dal pianista si ferma all'improvviso. Si percepisce davvero l'idea di un mondo che assiste alle nostre movenze e reagisce al nostro comportamento. Ottima anche la reattività delle sparatorie con una pesantezza dei colpi, delle armi e del protagonista che restituiscono un feeling molto aggressivo.

A dirla tutta continuiamo a non essere pienamente convinti dalla gestione delle coperture attive che, talvolta, risultano troppo macchinose e legnose specie quando bisogna aggirare gli ostacoli. Ci ha lasciato invece stupiti positivamente la stabilità eccelsa del frame rate che su PS4 Pro risulta sempre ancorato sui 30 frame al secondo indipendentemente dalla complessità dello scenario renderizzato. A breve arriverà anche un nostro confronto video con le versioni PlayStation 4 e Xbox One per verificare eventuali differenze tecniche delle altre versioni.

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Sono soltanto due le sbavature incontrate davanti a questo incredibile ben di dio: in primis il passaggio dal giorno alla notte (e viceversa) che talvolta avviene con un cambio di luminosità estremamente accelerato, quasi improvviso, rompendo qualsiasi velleità simulativa. In seconda battuta non possiamo nascondere la presenza di numerosi bug, inevitabili davanti a un mondo così vasto e densamente popolato. Animali che si incastrano e comportamenti assurdi della fisica sono più frequenti del previsto e in almeno due occasioni ci è capitato che delle missioni si bloccassero a causa di interazioni errate dei personaggi. Anche l'audio contribuisce al generale senso di immersività di Red Dead Redemption 2 grazie a degli effetti sonori che letteralmente riempiono l'ambiente e colorano ogni singola cavalcata. Sentirete costantemente gli animali emettere i loro versi e, magari in lontananza, suoni di sparatorie, tuoni, o il lento rumoreggiare delle centrali elettriche. E, ad accompagnare il tutto, un leggero tappeto musicale che, esattamente come avveniva con il primo Red Dead Redemption, sottolinea i momenti più importanti dell'azione e genera un accompagnamento che non è mai incisivo o soffocante (ad eccezione di un paio di momenti realizzati con lo specifico scopo di stupire il giocatore). Come da tradizione Rockstar infine, il doppiaggio è tutto esclusivamente in lingua inglese con interpretazioni magistrali per i personaggi principali. I sottotitoli sono ovviamente disponibili in italiano e, anche in questo caso rispettando le solite scelte della software house, non sono minimamente configurabili nelle dimensioni e nel font utilizzato. Bisogna però dire che abbiamo notato l'uso di un leggero sfondo per farli risaltare negli ambienti più chiari.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Digital Delivery PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 69,99 €
Multiplayer.it
9.6
Lettori (966)
9.4
Il tuo voto

Da quest'oggi il genere degli open world free roaming ha un nuovo punto di riferimento con cui i titoli futuri dovranno necessariamente confrontarsi. Come abbiamo visto nella recensione Red Dead Redemption 2 è un'opera enorme, densa, che setta nuovi standard sotto numerosi aspetti: dal modo di narrare la storia, a come questa viene sperimentata pad alla mano, senza tralasciare un comparto estetico e artistico che sbalordisce e affascina. Ma come tutti i progetti mastodontici, non ammette compromessi e impone una sua precisa esperienza di consumo: un ritmo della narrativa e del gameplay che si allontana con forza dalle esperienze mordi e fuggi a cui il genere ci ha abituato negli ultimi anni. Ed è proprio in quella lunga cavalcata verso la prossima meta che troviamo l'essenza di Red Dead Redemption 2: l'essenza di un titolo eccezionale che merita di essere giocato da tutti.

PRO

  • Il mondo di gioco è credibile, vivo, denso di attività e arricchito da numerosi dettagli
  • Le interazioni con i personaggi non giocanti e l'ambiente restituiscono una libertà senza precedenti
  • Arthur Morgan è un protagonista sfaccettato che si evolve in modo realistico
  • Tecnicamente è eccellente e offre scorci visivi davvero meravigliosi

CONTRO

  • I controlli richiedono un po' di pratica e non risultano sempre comodi
  • Il ritmo dell'azione e della narrativa potrebbe spiazzare i meno pazienti