L'attesa è finalmente terminata e oggi possiamo iniziare a discutere di quello che per molti dovrebbe essere il momento della svolta nel mercato dei PC handheld, fin da quando Valve con il suo Steam Deck ha di fatto portato al successo questa specifica nicchia di mercato. Una nicchia che in realtà non è neanche così piccola, visto che per alcuni analisti viaggia intorno ai 10 milioni di macchine piazzate in giro per il globo, il 50% delle quali rappresentato proprio dal device realizzato dalla casa di Gabe Newell, con tutti gli altri produttori coinvolti in una battaglia senza esclusione di colpi per accaparrarsi la restante metà della torta.
E in una fase indubbiamente stazionaria, quasi stantia, dove, al di fuori degli inevitabili progressi tecnologici e di performance che sono una consuetudine nel mondo PC si fatica a vedere qualche guizzo di genio e sregolatezza, a tentare il colpaccio è la strana coppia Microsoft - ASUS che proprio con la nuovissima ROG Xbox Ally X oggetto di questa recensione, vuole cercare di dare un bello scossone al settore nel tentativo estremo di ridargli un po' di vitalità. Ed ecco quindi che da una partnership che unisce la conoscenza nel campo dell'hardware di ASUS, alla competenza nel software e nella gestione di ecosistemi di Microsoft, emerge un prodotto che ha suscitato enorme curiosità e interesse in tutti i giocatori fin dal suo annuncio: un nuovo anello di congiunzione tra l'esperienza console plug & play ben identificata nella Switch (2) di Nintendo, e tutte le ostiche peculiarità e libertà del mercato PC Windows.
Ma prima di entrare nel vivo del nostro lungo articolo di giudizio, ne approfittiamo per lasciarvi qualche info aggiuntiva sul prodotto. La nuova ROG Xbox Ally sarà disponibile sul mercato in due differenti versioni a partire dal 16 ottobre. C'è il modello base, di colorazione bianca, la cui componentistica è particolarmente vicina alle caratteristiche tecniche della "vecchia" ROG Ally (e di tutta la pletora di handheld arrivate sul mercato due anni fa) e c'è il prodotto di punta, ROG Xbox Ally X, di colorazione nera nonché oggetto di questa recensione, che dovrebbe rappresentare il nuovo punto di riferimento dell'intero mercato. Entrambe sono basate sui nuovi system on chip di AMD, la serie Z2, ma si posizionano su due fasce di prezzo e di pubblico ben distinte: ROG Xbox Ally viene infatti lanciata sul mercato al prezzo di 599€, rappresentando una sorta di punto di ingresso che appare però un po' troppo sbilanciato verso l'alto, mentre ROG Xbox Ally X viene proposta a 899€, un cartellino estremamente interessante che è lo stesso dell'Ally X lanciata da ASUS un anno fa ed è di 100€ superiore al prezzo di lancio dell'originale Ally. Ma siccome non vogliamo confondervi ulteriormente le idee a causa della terrificante nomenclatura adottata da ASUS e Microsoft, andiamo oltre e iniziamo il lungo viaggio della recensione.
Caratteristiche tecniche di ROG Xbox Ally X
Come dicevamo poco sopra, la nuovissima ROG Xbox Ally X è costruita tutto intorno alla nuova serie di System on Chip realizzati da AMD che ricadono sotto lo stendardo dello Z2. In particolare la macchina più prestigiosa di Microsoft e ASUS è l'unica, al momento, basata sul modello più potente, lo Z2 AI Extreme che è anche l'unico ad avere la componente NPU attiva, ovvero il processore dedicato ai calcoli per l'intelligenza artificiale che consente alla macchina di sfruttare le capacità di Copilot in ambito Windows 11.
Il SoC si compone di due anime: abbiamo la componente CPU che è rappresentata da 8 core su architettura Zen 5 (per intenderci la stessa architettura che troviamo nei processori desktop AMD Ryzen serie 9000), capaci di raggiungere un clock massimo complessivo di 5 GHz e di elaborare fino a 16 thread contemporanei; e una componente GPU che è invece strutturata in funzione di 16 core su architettura RDNA 3.5 che porta le potenzialità grafiche della macchina in prossimità dell'eccellente Radeon 890M, ovvero la punta di diamante per ciò che concerne i SoC AMD montati sui laptop serie Strix Point. La componente video viaggia a un massimo di 2.7 GHz di clock in boost, è capace di superare gli 11 TERAFLOPS di potenza bruta di calcolo e consente di allocare fino a 16 GB di RAM a suo uso esclusivo. L'intero SoC è costruito con processo produttivo a 4 nanometri nelle rinomate fonderie di TSMC ed ha un TDP dichiarato che copre una finestra che va dai 15 ai 35 Watt a seconda dei preset utilizzati. Ma di questo parleremo più avanti.
Decisamente più contenuto è invece il miglioramento sul fronte delle memorie: ROG Xbox Ally X presenta infatti 24 GB di RAM di tipo LPDDR5X distribuiti su due banchi da 12 GB e capaci di viaggiare a 8000 MT/s (per riferimento, Ally X dello scorso anno presentava la stessa tipologia di RAM ma "limitata" a 7500 MT/s), mentre sul fronte dello storage troviamo un'unica configurazione con 1 TB di SSD con collegamento NVMe su slot PCIe 4.0 e fattore di forma 2280, quello più tradizionale per intenderci, e che può essere agilmente sostituito in autonomia.
Se si continua a guardare ad Ally X del 2024 non c'è nulla di particolarmente nuovo anche sul fronte delle porte e dei collegamenti di rete. ROG Xbox Ally X supporta infatti il Wi-Fi 6E con protocollo 802.11ax su tripla banda e si ferma al Bluetooth 5.2, offrendo poi un attacco minijack per cuffie e auricolari, uno slot di ingresso per schede microSD UHS-II e due porte USB-C, una 3.2 Gen 2 e una compatibile Thunderbolt 4, entrambe capaci di trasmettere il flusso video attraverso DisplayPort 1.4 con supporto al Freesync e il Power Delivery fino alla revisione 3.0. Tutte le porte di I/O sono collocate sulla parte superiore della macchina e anche stavolta troviamo il lettore di impronte digitali, chiaramente compatibile con Windows Hello, affogato nel tasto di accensione.
Ultimo elemento che merita un approfondimento è la batteria, ovviamente cruciale per un dispositivo di questo tipo: quella integrata nel device è da 80 Wh, agli ioni di litio e con 4 celle che, presumibilmente e indovinate un po', è la stessa di Ally X. La macchina supporta la ricarica rapida a 65 Watt ed è in grado di raggiungere il 50% della carica in circa 25 minuti con una carica completa dallo 0 al 100% che impiega invece 80 minuti. C'è però un elemento cruciale da tenere in considerazione: per la prima volta nella storia delle Ally, la confezione di vendita non contiene il caricabatterie e neanche un cavo USB-C: bisogna quindi avere in casa un alimentatore o comprarlo in autonomia tenendo conto del fatto che ROG Xbox Ally X può essere alimentata anche con un adattatore da 40 watt senza però che si sblocchi il preset Turbo a 35 Watt ed è in grado di supportare caricabatterie che si spingono fino a 100 Watt con un aumento sensibile delle velocità di ricarica. La scelta è stata probabilmente adottata in ottica di contenimento dei costi di vendita, nascondendosi dietro alle norme della comunità europea per la riduzione dei rifiuti elettronici. Non è infatti un caso che la confezione abbia il suo bell'alloggio separato dove, presumibilmente, veniva inserito l'alimentatore ed è assai probabile che sul mercato americano, dove il device costa sensibilmente di più, questo sia compreso.
Chiaramente il sistema operativo è Windows 11 con la nuovissima versione ancora in fase di preview che comprende l'esperienza a schermo intero di Xbox che si può avviare in automatico all'accensione del device.
Design
Microsoft e ASUS hanno chiaramente cercato una sorta di incontro ideale tra una Ally X e un controller di Xbox nel disegnare la nuova ROG Xbox Ally X. Ad una primissima occhiata è infatti molto facile notare le similitudini con la precedente handheld della casa taiwanese ma contemporaneamente sono molto evidenti le differenze. La macchina nel suo modello di punta X, è infatti di colorazione nera e praticamente tutta la parte frontale, compresa la disposizione di pulsanti e griglie e la parte superiore dove sono alloggiate le porte e i tasti del volume e di accensione, sono presi di sana pianta da Ally X. E lo stesso si può dire anche del retro che è praticamente inalterato sia per quello che riguarda i bottoni aggiuntivi che per tutta la disposizione di inserti per l'aerazione e per le piccole note estetiche.
Sono, da un lato, alcuni dettagli a cambiare come il motivo grafico adottato sulla scocca superiore che è interamente liscia, oppure la tipologia di zigrinatura utilizzata per aumentare il grip dei manubri, e dall'altro, è la forma stessa di questi ultimi a rappresentare l'unico elemento di rottura con la linea Ally e a mostrare la partnership con Microsoft che ha da sempre dichiarato di voler simulare l'impugnatura e la presa di un pad Xbox in modo che risultasse "incastonato" nel device di ASUS. E se di fatto si tratta di un semplice dettaglio, dell'unico vero elemento distintivo rispetto al passato, qui si annida tutto il sostanzioso miglioramento ergonomico di questo dispositivo rispetto ai precedenti modelli.
Nonostante infatti ROG Xbox Ally X sia un prodotto grande e pesante, a tratti enorme se considerate che arriva a pesare 715 grammi, circa 80 grammi più di Steam Deck, 200 grammi più di Switch 2 e persino 40 grammi in più di Ally X, tenerla in mano è un gran piacere: il device è infatti molto stabile, estremamente ben bilanciato e particolarmente maneggevole anche quando lo si vuole trasportare con una mano sola, proprio in funzione dei due enormi manubri che ricalcano alla perfezione la sensazione di utilizzo di un joypad Xbox. Non capiterà mai di avere fastidio ai polsi o di far scivolare di mano l'handheld, ma chiaramente è essenziale tenere presente che sono sempre 700 grammi da sostenere e, specie durante lunghe sessioni di gioco, magari sdraiati, qualche fastidio o formicolio è inevitabile. Su questo fronte è chiaro che Switch 2 di Nintendo giochi completamente in un altro campionato anche per una questione di spessore, ma chi è abituato a maneggiare l'handheld di Valve, o un qualsiasi altro dispositivo di questa tipologia sfornato da Lenovo, ASUS, MSI e compagnia bella, non solo si troverà a casa, ma avrà finalmente tra le mani un prodotto davvero piacevole e comodo da impugnare.
A dirla tutta, c'è un singolo elemento che non ci ha convinto del design e riguarda il particolare orientamento dei manubri che fa sì che quando ROG Xbox Ally X è poggiata su una superficie piana risulta leggermente inclinata verso il basso, ma nella parte superiore, in un modo che non avviene praticamente mai in qualsiasi altro dispositivo similare. Per intenderci, lo schermo invece di essere rivolto e angolato verso chi guarda è "all'indietro" con qualche ripercussione sulla leggibilità se per esempio vogliamo utilizzare il device mentre lo teniamo appoggiato su un tavolo, magari per navigare tra i menu con il touchpad.
A titolo informativo, le dimensioni sono pari a 29 x 12 x 5 cm e, visto che anche qui un confronto è d'obbligo, Steam Deck è praticamente identica se non fosse per un cm in più di larghezza, mentre Switch 2 è circa due cm e mezzo più stretta ma, soprattutto, è spessa un terzo, nonostante presenti uno schermo evidentemente più grande. Ma su quest'ultimo elemento ci arriviamo tra un attimo.
Per quello che concerne gli input, abbiamo i due analogici asimmetrici che adottano la tecnologia Hall Effect per azzerare i fenomeni di drifting e presentano un anello LED configurabile, una croce digitale, i quattro pulsanti frontali A, X, Y, B, che non sono retroilluminati e hanno una particolare finitura trasparente con un leggerissimo colore rosso di sfondo, due grilletti con corsa analogica, due dorsali con microswitch e due pulsanti posteriori molto piccoli e non particolarmente comodi per via del posizionamento, che possono essere completamente configurati. Ci sono poi ben cinque pulsanti speciali: i classici menù e opzione che troviamo su tutti i pad di questa generazione, il tasto dedicato all'Armoury Crate di ASUS, quello libreria che accede al sottomenu dedicato alle applicazioni dell'app Xbox e ovviamente il pulsantone Xbox.
Sono tantissimi bottoni che richiederanno un bel po' di pratica prima che sia ben chiaro a cosa servono e cosa fanno, soprattutto perché alcuni di questi, tipo quello Xbox e quello libreria, hanno anche funzionalità aggiuntive se premuti a lungo. È chiaro che si tratta di un compromesso necessario a mettere in evidenza che in questa partnership ci sono due aziende, ognuna con il suo desiderio di spazio e visibilità, però la semplificazione dei metodi di input speciali è un qualcosa che andrà trovato in future revisioni dell'hardware.
Display
E arriviamo alla più importante e imponente nota negativa di questo prodotto: il display. Per la terza volta, dopo ROG Ally e Ally X, ci ritroviamo davanti al medesimo pannello LCD da 7 pollici con risoluzione Full HD 1920 x 1080, aspetto di forma 16:9 e refresh rate a 120 Hz con compatibilità piena al FreeSync Premium, ovvero al Variable Refresh Rate. Non c'è supporto all'HDR e siamo ancora fermi ai 500 nit di luminosità massima che, in condizioni di uso reali, viaggiano intorno ai 400 abbondanti. La copertura colore è del 100% per il solo protocollo sRGB, mentre quello Adobe si ferma al 75% secondo i dati dichiarati da ASUS. Chiaramente il display è un touch screen a 10 punti.
Ora, è indubbio che dei miglioramenti sotto al cofano ci sono, sia in termini di consumi energetici che di resa dei colori e della luminosità rispetto al pannello montato sulle precedenti versioni di Ally e non vorremmo lanciarci troppo nel dibattito in merito all'uso, nel 2025, di uno schermo IPS invece che OLED. Optare per un IPS vuol dire tenere bassi i costi di produzione e garantire il Variable Refresh Rate che è un elemento cardine per un pannello da gioco perché significa ridurre a zero i fenomeni di tearing e fluidificare enormemente il movimento degli elementi su schermo specie quando i frame per secondo renderizzati sono pochi o molto instabili. Come è stato detto più volte su queste pagine e come hanno confermato proprio la casa taiwanese e Microsoft, un pannello OLED con refresh rate elevato e VRR integrato avrebbe fatto lievitare il prezzo della macchina e, soprattutto, avrebbe consumato molto di più con ripercussioni importanti sull'autonomia. D'altra parte, è la stessa scelta operata da Nintendo con Switch 2 e osservando il mercato odierno degli handheld, i concorrenti con schermo OLED hanno evidenti limitazioni prestazionali (Steam Deck) o prezzi completamente sbilanciati (Legion Go 2).
Il problema è nella scelta di reiterare sulle dimensioni così contenute e su una luminosità appena accettabile. Quest'ultima, se si considera la natura del prodotto, ovvero un portatile che nasce per essere portato in giro, utilizzato all'aperto, in un parco, in spiaggia o magari all'interno di un locale che, inevitabilmente sarà immerso nella luce artificiale proiettata dall'alto, può rappresentare se non un problema, almeno un fastidio specie quando si gioca a qualcosa che ha molti testi su schermo e magari non particolarmente grandi. E questo capita molto spesso con i giochi PC. Ma sono le dimensioni a lasciarci davvero interdetti: arrivare nel 2025 con uno schermo da 7 pollici, tra l'altro circondato da cornici enormi e asimmetriche, le stesse di Ally e Ally X, è davvero un peccato, quasi un autogol per un device che spinge così forte su qualsiasi altro elemento della sua componentistica. E dopo aver visto gli 8 pollici di Switch 2 e MSI Claw, o persino i 7 pollici e mezzo di Steam Deck OLED (senza voler scomodare i quasi 9 pollici di Legion Go 2), è davvero complesso, quasi doloroso, dover ritornare ad uno schermino che proprio stona all'interno del valore complessivo di ROG Xbox Ally X.
Audio
Per quanto riguarda la componente audio del device, abbiamo due speaker posizionati lateralmente e che sparano aria dalla parte frontale della macchina, attraverso le due griglie. Questi altoparlanti dovrebbero avere una potenza di 2W (non siamo riusciti a trovare dati precisi in merito) e sono certificati Dolby Atmos. Hanno una buonissima escursione sonora e, soprattutto, una pressione molto elevata che gli consente di raggiungere volumi consistenti senza alcun tipo di distorsione. I bassi ci sono, anche se non rappresentano il punto di forza del sistema sonoro.
Quest'ultimo è invece rappresentato dalla qualità generale dell'esperienza audio che fa il paio con l'eccezionale sistema di raffreddamento montato in ROG Xbox Ally X che risulta sempre estremamente silenzioso anche sotto carichi di lavoro molto pesanti. Come non ci capitava da tempo (e come non capita purtroppo mai con i laptop da gaming), è davvero un piacere giocare con la macchina di ASUS e Microsoft senza utilizzare delle cuffie, ma appoggiandosi esclusivamente all'audio trasmesso dagli speaker che, tra l'altro, offrono un ottimo posizionamento stereo anche e soprattutto grazie al protocollo Atmos. E questo si nota in particolare se scegliamo di vedere un video YouTube o, addirittura, una serie su Netflix.
Davvero una nota di merito su questo fronte.
Condizioni di test
Per testare al meglio ROG Xbox Ally X abbiamo sfruttato la consueta combinazione di benchmark sintetici e gaming che utilizziamo quando dobbiamo giudicare le prestazioni di un handheld su base PC Windows. Da un lato quindi ci siamo affidati a 3DMark, PCMark 10 e Cinebench 2024 e dall'altro abbiamo fatto girare Cyberpunk 2077, Returnal, Shadow of the Tomb Raider, F1 24 e Assassin's Creed Shadows, facendo anche una serie di sessioni di gioco a Hades 2 e Hollow Knight: Silksong, più una manciata di titoli utilizzati nel "tempo libero".
Il nuovo handheld può essere configurato su tre diversi profili energetici utilizzando Armoury Crate e la sovrapposizione rapida che può essere lanciata con un paio dei tasti speciali: un settaggio silenzioso che viaggia a 13 Watt, uno prestazioni che arriva a 17 Watt e quello turbo che spinge il SoC a 25W. Quest'ultimo si potenzia a 35W, che è poi il massimo raggiungibile dal System on Chip, nel momento in cui colleghiamo il device alla rete elettrica. Per i nostri test ci siamo focalizzati sul settaggio di mezzo, quello prestazioni che, a nostro parere, rappresenta lo scenario più equilibrato di uso reale anche in funzione dell'autonomia che si vuole ottenere dalla macchina. Ovviamente abbiamo fatto tutta una serie di test aggiuntivi sfruttando anche gli altri profili energetici per potervi dare alcuni riferimenti e commentare l'effettivo range di funzionamento e l'efficienza dello Z2 AI Extreme costruito da AMD.
Per quanto riguarda le impostazioni grafiche utilizzate nei giochi, abbiamo sempre mantenuto la risoluzione nativa dello schermo, il Full HD a 16:9, quindi 1920 x 1080, con il refresh rate a 120 Hz utilizzando i preset grafici bassi o Steam Deck a seconda del titolo, e la tecnologia di upscaling FSR con settaggio bilanciato e impostando la VRAM a 8 GB.
La versione di Armoury Crate utilizzata è la 2.1.9.0 con driver AMD Adrenalin 25.10.25.17.
La versione di Windows 11 è la 24H2 con build 26100.6725 che è quella attualmente in fase di preview e che consente di avere accesso alla nuova interfaccia gaming ottimizzata con l'esperienza Xbox a schermo intero che si può avviare all'accensione del dispositivo e che evita l'avvio del desktop di Windows.
Benchmark sintetici
Autonomia
Quando si parla di autonomia, è chiaramente necessario ed essenziale fare una distinzione perché un handheld come ROG Xbox Ally X può essere evidentemente utilizzato in funzione di due scenari d'uso molto diversi tra loro.
Da una parte abbiamo chi si approccerà a questa macchina come sostituto integrale di un PC e lo utilizzerà quindi per farci girare titoli Tripla A massicci, capaci di spremere ogni singolo watt e TERAFLOPS che questo device è in grado di erogare. Dall'altra abbiamo invece chi lo sfrutterà come complemento a un PC classico o una console, magari per giocare in mobilità l'indie del momento o appoggiandosi addirittura al gioco in streaming, che sia casalingo o in cloud sulla rete. Ci sarà persino qualcuno che sfrutterà il prodotto per "lavorare" e fare le classiche attività leggere che si possono svolgere con un PC, finanche guardare film in streaming o video su YouTube, collegando la macchina a un monitor esterno.
Nel primo caso bisogna tenere conto di consumi medi reali che viaggiano intorno ai 36 Watt con il profilo massimo, quello Turbo e si attestano sui 26 Watt se si accettano i piccoli compromessi del preset energetico medio, quello Prestazioni che, a nostro parere, rimane sempre la scelta migliore soprattutto nel rapporto performance/autonomia. Questo si traduce, a conti fatti, in circa 135 minuti di autonomia con i consumi massimi e un valore di 200-210 minuti con il profilo medio, ovvero quasi 3 ore e mezza per giocare un Elden Ring, Cyberpunk 2077, Kingdom Come Deliverance 2, Clair Obscur Expedition 33 e qualsiasi altro gioco massiccio recente. A nostro parere si tratta di numeri straordinari se teniamo conto di una risoluzione Full HD e soprattutto un frame rate che è sempre al di sopra dei 30 FPS, molto spesso anche con impostazioni grafiche medie.
Se però ROG Xbox Ally X viene sfruttata soprattutto per videogiochi leggeri (chi siamo noi per giudicarvi se avete 900€ da spendere per giocare all'indie del momento?) o, ancora meglio, per appoggiarsi al cloud gaming, allora è chiaro che gli 80 Wh della batteria diventano un lusso incredibile. Tutti i titoli indie che abbiamo provato ci hanno permesso infatti di utilizzare il profilo energetico minore, quello Silenzioso, senza alcun tipo di ripercussione su fluidità e qualità grafica con consumi reali che si aggirano intorno ai 15W garantendo più di 5 ore di autonomia sfruttando i 120 Hz dello schermo. Ma se si opta, ad esempio, per un dimezzamento del frame rate bloccando il display a 60 Hz, senza poter notare reali differenze nell'esperienza concreta di gioco, eccolo lì che ROG Xbox Ally X è in grado di scendere fino a 8 Watt reali di consumo raddoppiando di fatto la sua longevità e consentendo di superare agilmente le 9 ore di autonomia.
Il nuovo SoC di AMD è talmente efficiente che in più di un'occasione l'utilizzo di Windows per svolgere normali funzioni da ufficio con uso del browser e dei principali applicativi Office, ci ha portato a consumare in media tra i 5 e i 7 watt con il primo valore che è molto stabile se ad esempio si guardano dei video, e il secondo che si raggiunge aumentando il carico del sistema operativo ad esempio nel gioco in cloud gaming. Questo vuol dire, in soldoni, superare senza problemi le 11 ore di uso di ROG Xbox Ally X, prima di doverla mettere sotto carica.
Tra l'altro con un miglioramento sensibile anche nella gestione dello standby di Windows che ha portato nei nostri casi a perdere appena due punti percentuali di carica dopo una notte di riposo.
Temperature e rumorosità
Quanto appena detto sull'autonomia si unisce a una gestione delle temperature e quindi della rumorosità che è assolutamente eccellente. ROG Xbox Ally X si appoggia ad un sistema di dissipazione che sfrutta due ventole da 8 mm, ognuna composta da 77 palette, capaci di generare un vortice d'aria consistente e forzato che aspira il fresco dalla parte posteriore, lo fa circolare sull'unico grande heatpipe centrale e sullo schermo per poi far uscire l'aria calda sfruttando le feritoie superiori e un sistema di alette in metallo che evitano di trasmettere il calore sui grilletti e i pulsanti dorsali. L'ottimizzazione della dissipazione è talmente ottima che tutte le zone dello chassis che entrano in contatto con le mani del giocatore, non cambiano praticamente mai di temperatura.
Il risultato è un handheld che non solo mantiene temperature d'esercizio particolarmente contenute che si aggirano tra i 65 e i 73 gradi durante il gaming, anche intenso, e che abbiamo visto superare gli 80° di picco solo con gli stress test di Cinebench 2024, ma anche e soprattutto risulta sempre estremamente silenzioso grazie alle suddette ventole. Queste hanno una modalità zero decibel quando il device è con il profilo energetico Silenzioso e in ambiente Windows, mentre viaggiano intorno ai 5000 RPM a pieno carico emettendo un fruscio molto leggero e mai sibilante, che risulta facilmente copribile anche solo dagli speaker della macchina.
Insomma sul fronte autonomia e rumorosità, è davvero difficile lamentarsi di ROG Xbox Ally X.
Esperienza d'uso con Windows 11 Gaming
Prima di lasciarvi al giudizio finale, vogliamo aggiungere un paio di considerazioni a latere sull'uso della nuova macchina di ASUS e Microsoft, soprattutto in funzione della tanto chiacchierata e declamata esperienza Xbox a schermo intero che, di default, è l'applicazione che si avvia non appena accendiamo il device. Pur risultando ancora un cantiere aperto - noi stessi durante l'intensa e breve prova necessaria per mettere in piedi questa recensione, abbiamo dovuto assistere a tonnellate di aggiornamenti e anche a qualche piccola modifica estetica e di funzionalità in corsa - è evidente come poter utilizzare un handheld su base Windows che finalmente permette di accedere a tutte le funzionalità gaming senza passare da menu di avvio, barre delle applicazioni e touch screen per inserire pin e comandi vari, è una bella svolta.
Forse però ci aspettavamo qualcosina di più ed è chiaro che su questo fronte l'azienda di Redmond deve ancora lavorare per ritoccare il più possibile l'esperienza d'uso e trovare quel compromesso ideale che renda sì ROG Xbox Ally X un oggetto facile da utilizzare, immediato e con un approccio il più possibile "console-oriented", ma non generi delle frustrazioni o una sensazione di assenza quando si vuole provare a fare altro e ci si ritrova a dover passare alla consueta esperienza desktop di Windows che rimane, purtroppo, drammatica da utilizzare con uno schermo da 7 pollici.
Sul fronte delle prestazioni ad esempio non abbiamo notato reali differenze e quegli annunciati 2 GB di RAM risparmiata o quegli FPS guadagnati con alcuni giochi, per ciò che riguarda i nostri test, sono rimasti delle pure comunicazioni all'insegna del marketing. Probabilmente le migliorie maggiori si vedranno quando questa versione ottimizzata di Windows arriverà ad esempio sulle vecchie Ally oppure su altri handheld meno prestanti e che si appoggiano a 16 GB di RAM complessivi o addirittura meno. Con ROG Xbox Ally X, un SoC nuovo di zecca e una dotazione di 24 GB di RAM ad altissima velocità di trasferimento, probabilmente le ottimizzazioni non riescono ad essere evidenti.
Allo stesso tempo continuano ad esserci alcuni problemi di coerenza nella stabilità delle prestazioni agendo sui benchmark o passando da un gioco all'altro nella stessa sessione, ma anche qui è assai probabile che si tratti di un peccato di gioventù. Non sono mancati crash, app che non si riescono a chiudere con la nuova interfaccia, giochi che talvolta non si avviano o che richiedono di agire su specifici settaggi prima di poterli utilizzare correttamente (ad esempio per qualche giorno abbiamo avuto importanti problemi di fluidità se tenevamo attivo il VSync) e l'esperienza di aggiornamento di app e sistema operativo, oltre che dell'Armoury Crate, rimane spezzettato tra troppe schermate e applicazioni diverse, risultando non sempre chiarissimo e lasciando sempre in testa l'interrogativo "avrò gli ultimi driver installati?". Su questo fronte Steam Deck e Switch 2 giocano in un altro campionato, ma almeno si stanno facendo degli evidenti passi in avanti nella direzione giusta.
E tra l'altro al momento la nuova esperienza Xbox pur fungendo da contenitore unico di tutti i giochi installati nel sistema è comunque limitata alle "sole" applicazioni considerate ufficiali da Microsoft. Per intenderci Steam, GOG Galaxy, Battle.net, Ubisoft Connect e l'Epic Games Store, con tutti i loro videogiochi, possono essere avviati e gestiti direttamente da dentro l'app Xbox, così come il browser Edge, ma se si vuole utilizzare un altro browser, oppure aprire Spotify, un qualsiasi emulatore o GeForce Now, si è obbligati a passare al desktop di Windows invalidando l'esperienza "ottimizzata" fino al prossimo riavvio del sistema operativo e senza che sia comunque possibile creare delle "scorciatoie" all'interno dell'applicazione Xbox. Di nuovo, siamo certi che nel tempo il tutto verrà ampliato con l'introduzione di sempre più applicazioni ottimizzate, però per ora il cantiere resta a cielo aperto e bisogna sempre guardarsi bene intorno per evitare di cadere in qualche buca.
Ah, per chi se lo stesse chiedendo, l'implementazione di Copilot Gaming è presente e accessibile tenendo premuto a lungo il tasto Libreria; tuttavia, al momento si presenta come un orpello che faticherete a integrare nella vostra vita da giocatori. A parte che molto spesso la voce artificiale si alterna tra italiano e inglese a seconda della complessità delle vostre domande con risultati molto fastidiosi, ma poi nell'uso reale la gestione dei suggerimenti o dei consigli in game è estremamente limitato e funziona solo con i giochi supportati. E anche per ciò che concerne la gestione del sistema operativo, sembra sempre che manchi qualcosa o che ci siano limitazioni poche chiare in merito a quello che si può concretamente fare. Giusto per darvi un'idea, siamo riusciti una volta soltanto ad avviare un gioco, in tutti gli altri tentativi Copilot si è sempre rifugiato dietro un triste "sembra che il gioco X non sia installato". Chiaramente detto in inglese.
Conclusioni
Multiplayer.it
8.0
Siamo contenti e soddisfatti di ROG Xbox Ally X? Sì, assolutamente: Microsoft e ASUS hanno sfruttato al massimo le loro competenze per portare sul mercato un dispositivo che funziona bene, è comodo da utilizzare, ha le giuste prestazioni quando servono, ed è incredibilmente ottimizzato quando a contare sono l'efficienza e la gestione dei consumi. Con interessanti ripercussioni sul fronte dell'autonomia e della silenziosità della macchina.
Allo stesso tempo ci aspettavamo qualcosa di più? Sì, assolutamente: quando c'è da spingere sulle performance, sembra che lo Z2 Extreme sia frenato mentre il display risulta davvero anacronistico, quasi un'anomalia rispetto al resto della componentistica. Nel 2025, dopo aver speso 900€, si fatica a essere soddisfatti di questo elemento che chiaramente è centrale nell'intera esperienza d'uso. E anche sul fronte software si capisce che le nuove ottimizzazioni di Windows 11 sono solo il primo passo su una strada ancora bella lunga ma, se non altro, che va nella direzione giusta.
C'è quindi una promozione a pieni voti ma, forse, per la rivoluzione del settore handheld dobbiamo ancora aspettare qualcos'altro o qualcun altro.
PRO
- Il design dei manubri è eccellente e rende la macchina molto comoda nonostante il peso
- Incredibilmente efficiente sul fronte dei consumi e quindi dell'autonomia
- Anche sotto stress rimane sempre molto silenziosa
- Ottimo il comparto audio
CONTRO
- Il display è più che mai una nota stonata all'interno di tutta la componentistica
- Windows 11 Gaming è solo agli esordi e si notano ancora molti compromessi
- Ci aspettavamo un salto maggiore nelle performance con il preset massimo
- Non avere un alimentatore nella confezione è, quantomeno, sgradevole