Dopo diverso tempo in accesso anticipato, ecco la recensione di Songs of Conquest. Questo è un titolo decisamente particolare che farà senza alcun dubbio la felicità di tutti gli orfani di Heroes of Might & Magic e degli appassionati di giochi da tavolo. Dalla mai dimenticata serie Ubisoft, Songs of Conquest prende diverse idee e buona parte della struttura ludica, ma senza aver paura di dire la sua modificandone e arricchendone diversi aspetti.
Alla conquista!
Songs of Conquest è composto da diverse meccaniche che insieme creano questa grande avventura contro l'eroe o gli eroi di turno. La partita inizia nei pressi della nostra città: un piccolo accampamento con due soli spazi per strutture aggiuntive, ma che potremo migliorare fino al livello 5 e con diversi edifici che ne specializzeranno la produzione. La mappa può essere predefinita, totalmente casuale o una di quelle create con il potentissimo editor a disposizione nel gioco. In Songs of Conquest avremo pieno controllo sul nostro eroe che potremo guidare con il mouse attraverso un comodo sistema punta e clicca tipico degli strategici. Nella mappa troveremo un po' di tutto: prigionieri da liberare, armi e armature con le quale equipaggiare il proprio eroe, occasioni e imprevisti che potranno farci guadagnare denaro o convincere nuove truppe ad unirsi alla nostra causa. Potremo anche conquistare villaggi minori e altre zone in grado di fornirci ulteriori bonus o per esempio la capacità di migliorare l'esercito.
Man mano che esploreremo e combatteremo i nemici che si pareranno davanti a noi, diventeremo più forti, fino a quando non saremo definitivamente pronti per muovere l'attacco agli altri eroi presenti nella partita che potranno essere guidati sia dalla IA, non male ma a volte un po' troppo ingenua, sia da altre persone. Il titolo supporta fino ad otto eroi contemporaneamente ed è possibile anche giocare in squadra, oltre che contro. Si esplora, ci si fortifica, si torna alla città per curarsi e costruire nuove strutture utili o per migliorare quelle già esistenti, nel mentre si allestisce un esercito anche in base all'uso di incantesimi su cui potremo più o meno puntare durante le battaglie. Il legame tra magie ed esercito è dato dall'associazione di ogni truppa a un tipo di mana che verrà prodotto all'inizio di ogni turno. Per organizzare l'assalto perfetto però non avremo tutto il tempo necessario: mentre noi ci fortifichiamo, lo stesso faranno gli altri eroi.
Magie ed esagoni
Se non fosse per il sistema di combattimento e altre funzioni laterali, Heroes of Might & Magic e Songs of Conquest assomigliano da molto vicino a uno dei board game più amati e complessi in circolazione: Mage Knight. Qui però non si combatte con delle mosse scelte attraverso la nostra mano di carte, ma quando incroceremo le armi con dei nemici Songs of Conquest si trasformerà a tutti gli effetti in un gioco di strategia con esagoni da rispettare e comandi rigorosamente a turni. Il sistema calcola diversi fattori come le coperture, l'elevazione del terreno che naturalmente avvantaggerà le classi con attacchi a distanza; tenete conto che gli attacchi prevedono sempre una risposta da parte del difensore, quindi è necessario scegliere con cura i propri obiettivi. Le truppe sono molto varie e possono essere composte da ogni tipo di umano e creatura, inclusi potentissimi draghi anche molto belli da vedere.
Un bardo in campagna
Questa è la struttura di base di una partita classica a Songs of Conquest, ma il gioco in questione propone anche quattro diverse campagne dalla durata variabile che vi impegneranno per oltre una quarantina di ore. Ogni campagna si concentra su una delle quattro fazioni diverse, o meglio sulle gesta del loro eroe. Sono tutte e quattro molto divertenti e servono da ottima introduzione alle diverse meccaniche presenti nel gioco. Le storie che faranno da sfondo alle gesta degli eroi non sono particolarmente ispirate, ma se la cavano benone come semplice pretesto fantasy. La particolarità delle campagne è che ciascuna missione si concluderà con una straordinaria canzone cantata a voce da un bardo... anche da ciò deriva il nome del gioco sviluppato da Lavapotion.
Gioco e rigioco
Songs of Conquest è anche molto, molto bello da vedere e da ascoltare. Le musiche sono suadenti, ipnotizzano; lo stile della sua pixelart è incredibilmente affascinante e, cosa più unica che rara, davvero molto riconoscibile. Privo di problemi visibili o in grado di romperne le meccaniche, a parte qualche sbavatura nella IA e l'interfaccia della porzione strategica che inizialmente lo fa apparire meno interessante di quel che in realtà è, Songs of Conquest debutta con una versione 1.0 davvero in splendida forma. Le quattro campagne sono divertenti, ma il meglio questo gioco lo riserva nelle sua modalità conquista dove con pochi click potremo iniziare una nuova partita da portare avanti un'ora, un giorno o una settimana intera. È impegnativo, ma non così tanto, lo si può tenere tranquillamente in backgroud per un paio di mosse ogni trenta minuti di excel ed è naturalmente affine alla portabilità: sembra effettivamente fatto apposta per Steam Deck, non che la sua grafica perda fascino su schermi più grandi.
Conclusioni
Songs of Conquest è un gioco che non ci aspettavamo: praticamente un nuovo Heroes of Might & Magic con un sistema di magie totalmente diverso e molto più interessante e una struttura più snella e dinamica. Si lascia giocare come un gioco di ruolo, ma poi dentro ci infila di tutto: gestione della città, strategia militare, tattica. E poi grafica e sonoro, entrambi di altissimo livello. Un generatore di avventure che potrebbe portarvi via trenta ore come duecento, se rimarrete invischiati nelle sue meccaniche. Siamo poi solo all'inizio: Songs of Conquest potrebbe continuare a crescere con nuovi contenuti e chissà, magari un giorno superare il suo mastodontico padre spirituale. Il gioco, tradotto in italiano, è disponibile all'acquisto su Steam, GOG ed Epic Store
PRO
- Grafica e sonoro di grande qualità
- Gameplay che da dipendenza
- Quattro campagne e tante modalità single player e multiplayer
CONTRO
- Il feedback dei click, soprattutto in combattimento, è da rivedere
- La grafica è così carica che a volte si fa fatica a riconoscere certe caselle
- In un titolo così rigiocabile, le variabili non sono mai abbastanza