18

Star Wars: Andor, analisi dell'episodio 1x10

Ribellioni, fughe, tradimenti, complotti e morti ammazzati: non è Il Trono di Spade ma l'episodio 1x10 di Star Wars: Andor.

RECENSIONE di Christian Colli   —   09/11/2022

Il trittico di episodi firmato dallo scrittore Beau Willimon e il regista Toby Haynes si conclude con la prevedibile evasione di Cassian Andor, che non è un grande spoiler per chi conosce anche soltanto minimamente Star Wars e sa che il protagonista, interpretato da Diego Luna, non sarebbe rimasto per tutta la vita su Narkina 5, dato che ha un ruolo di primo piano nel film Rogue One: A Star Wars' Story. La serie TV però ce la sta mettendo tutta per farci capire come Cassian sia diventato un ribelle spietato nella lotta contro l'Impero, pur lasciandolo quasi costantemente in secondo piano: l'abilità di raccontare un microcosmo di comprimari senza sacrificare del tutto il personaggio che dà il nome alla serie è cosa rara, ma è quello che sta succedendo in questa nuova produzione Disney+, che non a caso vanta un team di incredibile talento sul set e dietro le macchine da presa.

Nella nostra analisi di Star Wars: Andor 1x10 troverete inevitabilmente delle anticipazioni, perciò ripassate dopo aver guardato l'episodio, perché in questi quarantacinque minuti circa di TV c'è stato qualche colpo di scena davvero inaspettato.

Una sola via d'uscita

Star Wars: Andor, Andy Serkis interpreta Kino Loy
Star Wars: Andor, Andy Serkis interpreta Kino Loy

L'episodio si potrebbe tagliare idealmente in due parti che si mischiano a vicenda, e una delle quali è a sua volta frammentata: c'è quello che succede a Narkina 5 e poi c'è quello che succede in tutto il resto della galassia. L'evasione dal carcere Imperiale di massima sicurezza ('nsomma?) è l'evento centrale dell'episodio, il climax di questo penultimo arco narrativo in seno alla stagione, e la regia monta una crescente tensione fin dall'inizio. Finora Andor è stata una serie in cui tutto poteva accadere: se escludiamo il protagonista, Mon Mothma e Saw Gerrera, ogni altro personaggio è completamente inedito nell'Universo Espanso di Star Wars, e infatti ne abbiamo visti cadere già parecchi. Verrebbe da pensare che Cassian porti un pelino di sfiga.

D'altra parte, il protagonista assoluto nella prigione non è stato neanche lui, sebbene ci abbia messo il carico da cento, ma Kino Loy: casomai ce ne fosse ancora bisogno, Andy Serkis ci regala una performance d'eccezione per tutto l'episodio, impiegando la sua straordinaria capacità di mimica facciale per rappresentare i sentimenti contrastanti nell'animo del suo personaggio.

A scanso di equivoci, Andor 1x10 non è il classico episodio in cui i personaggi pianificano un'evasione, perché quest'ultima è a dir poco improvvisata, rimarcando il livello di disperazione dei prigionieri che si trovano di fronte a un'unica opportunità - la sola via d'uscita che dà il titolo all'episodio - per salvarsi. L'evasione è praticamente una strage, parliamoci chiaro, da una parte e dall'altra. La maggior parte dei compagni di squadra di Cassian e Kino neanche arriva alla suddetta uscita, ma gli Imperiali non se la passano certo meglio, e vederli rannicchiati dietro una porta, terrorizzati, a sperare che nessuno si accorga di loro, da una parte è esaltante, dall'altra fa pensare a chi ha vissuto situazioni simili, per esempio nelle tante sparatorie che fanno notizia negli Stati Uniti, e viene una stretta allo stomaco.

Willimon e tutti gli altri scrittori che l'hanno preceduto su Andor sembrano avere una missione: farci capire che neppure i buoni sono buoni fino in fondo, che ci sono sfumature di grigio più scuro che chiaro. Basta una sola scena - Cassian che con noncuranza uccide a bruciapelo un Imperiale disarmato - per farci capire che questo non è il solito Star Wars. Rivedremo mai Andy Serkis? Ironicamente, sì: basterebbe rimettere su la trilogia sequel, visto che si era prestato al motion capture del misterioso Snoke, e vi possiamo assicurare che la rete si è già riempita di ipotesi bislacche che vorrebbero ricollegare il suo destino incerto al clone deforme di Palpatine.

Altrove...

Star Wars: Andor, Mon Mothma deve prendere una difficile decisione
Star Wars: Andor, Mon Mothma deve prendere una difficile decisione

Questa settimana ci ha convinto meno la gestione di alcune sottotrame, come quella di Ferrix, in cui Bix Caleen compare per pochissimi secondi, reduce non si sa come dalle torture imperiali, e la madre di Cassian è appena nominata. È una scena brevissima che quasi non ha senso e sembra montata un po' troppo a forza per ricordarci che esistono anche questi personaggi e che li rivedremo in futuro. L'episodio 10 ne trascura parecchi: Dedra Meero, che praticamente è l'antagonista principale della stagione, fa solo capolino per una scena o due, mentre di Syril Karn o Vel Sartha questa settimana non c'è traccia.

Anche la ricerca di fondi di Mon Mothma si riduce a un'unica scena, ma questa è veramente magistrale: è uno scambio di battute essenziali, tra la senatrice di Chandrila e il suo ricco ospite, fatto di allusioni e sottintesi. Una scrittura sopraffina che lascia lo spettatore sulle spine, a unire i puntini e trarre le sue agghiaccianti conclusioni, con una Genevieve O'Reilly a dir poco incredibile nel veicolare la rabbia e la rassegnazione di una madre e di una donna.

Star Wars: Andor, alzi la mano chi pensa che Luthen Rael sia un Jedi
Star Wars: Andor, alzi la mano chi pensa che Luthen Rael sia un Jedi

E infine abbiamo avuto anche uno Stellan Skarsgård magistrale come sempre, nel suo monologo a fine episodio. Nelle viscere di Coruscant quelle sfumature di grigio diventano nero pece, nel confronto tra un sedicente ribelle che agisce come i nemici che vorrebbe distruggere, e un Imperiale che sotto sotto è uno di noi. Non è la prima volta che Star Wars rappresenta l'umanità dell'Impero, specialmente nell'Universo Espanso: basti pensare a romanzi come Lost Stars, in cui si esploravano le dinamiche sociali nella macchina bellica imperiale, o la trilogia Aftermath, in cui uno dei protagonisti era un ex Imperiale pentito. Il monologo di Luthen Rael è praticamente il manifesto dell'Alleanza Ribelle, ma le parole scelte con cura ci dicono tutto quello che dobbiamo sapere su questo misterioso personaggio.

Star Wars: Andor non è una serie TV che cavalca il fanservice; anzi, di fanservice in dieci episodi ne abbiamo visto pochissimo davvero, perché semplicemente non ne ha avuto bisogno. E abbiamo sempre affermato che non servono Jedi e Sith per raccontare una buona storia di Star Wars. Tuttavia, è difficile credere che i Jedi superstiti all'Ordine 66 non abbiano avuto voce in capitolo nella nascita di una prima ribellione contro l'Impero: le parole di Luthen ci hanno fatto pensare che lui sia stato un Jedi, a un certo punto della sua vita, ma se Tony Gilroy deciderà di accendere qualche spada laser lo scopriremo nelle prossime due settimane.

Conclusioni

Star Wars: Andor continua la sua lunga striscia positiva con un episodio che mostra i muscoli nella scrittura e nei dialoghi straordinari, un po' meno nella gestione delle sottotrame minori e dei comprimari che non riescono ad avere tutti lo stesso spazio. Questa settimana, tuttavia, la serie Disney+ punta i riflettori sull'ambiguità del bene e del male, e semina alcuni indizi sul finale che vedremo tra due settimane, proprio mentre negli Stati Uniti cominciano le riprese della seconda stagione, prevista per il 2024.

PRO

  • La scrittura di alcuni dialoghi è incredibile
  • Serkis, Skarsgård e O'Reilly da applausi

CONTRO

  • Alcuni comprimari e antagonisti meriterebbero più spazio
  • Il montaggio un po' confuso di alcune sottotrame