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Streets of Rage 4, la recensione

A ventisei anni dall'uscita del terzo episodio, Streets of Rage 4 segna il clamoroso ritorno del picchiaduro a scorrimento creato da SEGA: la nostra recensione

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   29/04/2020

La recensione di Streets of Rage 4 ci riporta fra le strade piene di rabbia del classico SEGA, a combattere a nocche scoperte contro bande di spietati criminali. È passato un bel po' di tempo dall'ultima volta, ma Axel Stone e Blaze Fielding non sono invecchiati più di tanto e stavolta devono affrontare la battaglia più difficile di sempre, contro i due terribili figli di Mister X e l'impero del male che hanno creato.

Al loro fianco due nuovi alleati, la giovane rocker Cherry Hunter (figlia di Adam) e il guerriero con le braccia meccaniche Floyd Iraia (allievo del Dottor Zan), a comporre un roster di quattro elementi che però vedremo arricchirsi di partita in partita grazie al verificarsi di eventi specifici e all'accumulo di punti vita, che consente di sbloccare versioni vintage dei personaggi classici (con le loro mosse, special incluse) ma anche rivisitazioni moderne di cui però preferiamo non parlare per evitare di rovinarvi la sorpresa.

Realizzazione tecnica: uno stile differente

La prima cosa che salta all'occhio di Streets of Rage 4 è ovviamente lo stile grafico di Ben Fiquet, che abbiamo già potuto apprezzare in Wonder Boy: The Dragon's Trap ma che chiaramente si distanzia molto dal character design più rappresentativo per la serie originale, quello firmato da Ayano Koshiro per il secondo capitolo (ne abbiamo parlato in un approfondimento dedicato alla storia di Streets of Rage). Lo smarrimento, tuttavia, dura il tempo di una scazzottata: Fiquet è un artista talentuoso e, al netto di animazioni di qualità variabile, abbiamo molto apprezzato la reinterpretazione attempata di Axel Stone, così come quella di altri personaggi provenienti dal passato e della new entry Cherry Hunter, che nei fatti si muove e agisce in maniera molto simile a suo zio Skate.

Inevitabili stereotipi a parte, anche la nuova Blaze Fielding ci è piaciuta, mentre abbiamo trovato meno riuscito il design di Floyd Iraia, ultimo personaggio aggiunto al roster di base e forse per questo un po' meno curato sul fronte dei movimenti; cosa che si traduce anche in un repertorio colpevolmente più limitato, laddove invece c'era un grande potenziale per dar vita a un combattente devastante, tecnico e sfaccettato come il Max dei bei tempi.

Alla fine di ognuno dei dodici stage che compongono la campagna, la cui durata è di circa tre ore al livello di difficoltà normale, si può assistere a una cutscene in stile comics che enfatizza ancor di più le abilità di illustratore di Fiquet, con alcuni disegni straordinariamente dinamici affiancati ad altri che invece brillano molto meno, sembrando quasi abbozzati.

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Il mix tuttavia funziona e ci trasporta di volta in volta in un'ambientazione differente, anche qui con una grande attenzione agli iconici scenari di Streets of Rage. Il background artist, Julian Nguyen You, ha dato continuità al progetto cominciando naturalmente da una location urbana per poi portarci in commissariato, a combattere fra i container di una nave nel porto della città, sui tetti di un treno in corsa, nei tunnel delle fogne, nel mezzo della Chinatown, all'interno di locali malfamati e sui tetti dei palazzi, e poi ancora in un museo d'arte moderna.

La varietà insomma non manca, i riferimenti agli episodi classici sono numerosissimi e il percorso stilistico che porta dalla trilogia originale a questo curioso sequel, pur con alcune riserve, ci è sembrato convincente.

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Sul fronte dei nemici è stato fatto un ottimo lavoro di diversificazione, anche se ovviamente nei primi stage ci si imbatte in molteplici cloni e bisogna attendere di procedere fra le missioni perché vengano rivelati tutti gli avversari disponibili. Anche e soprattutto in questo caso gli sviluppatori hanno ripescato tutti i villain originali, adattandone il design al nuovo stile, riproponendone il repertorio, aggiungendo svariate new entry e introducendo tutta una serie di variazioni sul tema. Un discorso del tutto simile può essere fatto per quanto concerne boss e mini-boss, con tanti ritorni dal passato ma anche figure completamente inedite, alcune più riuscite di altre.

Si respira insomma una bella atmosfera, enfatizzata da effetti audio perfettamente adatti al contesto e da una colonna sonora firmata da Olivier Deriviere (Vampyr, A Plague Tale: Innocence, Dying Light 2), che si è occupato di collaborare con Yuzo Koshiro, Motohiro Kawashima e altri artisti per confezionare sonorità in grado di riportare alla mente gli episodi classici ma al contempo proporre nuovi temi e nuove interpretazioni.

Gameplay: si picchia bene?

Appurata la bontà del comparto tecnico, la domanda che tutti si stanno ponendo, specie i nostalgici del franchise, è se in Streets of Rage 4 si picchia bene. La risposta è un convinto sì, e non poteva essere altrimenti: la resa degli impatti rappresenta un elemento chiave per la serie e un nuovo capitolo debole da questo punto di vista avrebbe avuto ben poco senso.

Il gioco non rivoluziona in alcun modo l'esperienza originale, sia chiaro: le meccaniche che troverete in questo picchiaduro a scorrimento, disponibile a un prezzo di appena 24,99 euro, sono quelle che probabilmente già conoscete ma che sono invecchiate dannatamente bene, a giudicare dal divertimento e dalla soddisfazione che si prova a prendere a pugni i nemici, anche e soprattutto in modalità cooperativa.

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Abbiamo giocato e rigiocato la campagna sfruttando soprattutto tale feature in locale, per un massimo di quattro partecipanti (laddove online la co-op è limitata a due, stranamente), ma il gameplay risulta perfettamente godibile anche in solitaria, sebbene così sia più complicato avere ragione dei boss che sfruttano la distanza per sottrarsi ai colpi, e che in coppia invece si riesce a intercettare più rapidamente.

Il repertorio di mosse a disposizione di Axel Stone e dei suoi amici riprende quello degli episodi classici di Streets of Rage, con una combo di base a cui si aggiungono calci volanti, un attacco alternativo (due volte avanti e pugno), un colpo alle spalle (A e B insieme, il trigger destro o il pugno tirando lo stick al contrario), un ricco set di prese con quattro varianti, una spettacolare Ultimate e un totale di tre special (da fermi, in movimento e in salto) che consumano energia vitale quando utilizzate, energia che però si può recuperare se subito dopo mettiamo a segno qualche cazzotto.

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Ci sono poi gli immancabili oggetti che è possibile raccogliere e utilizzare, anche qui con tanti ritorni e qualche new entry: dai coltelli alle spranghe, dalle mazze alle spade, passando per lance, taser, manganelli, mattoni, granate e ampolle piene di liquidi chimici corrosivi o infiammabili. All'atto di selezionare i personaggi si può scegliere se attivare o meno il "fuoco amico", ma nella furia della battaglia meglio avere un pensiero in meno ed evitare incidenti.

Infine i contenuti: se è vero che la campagna di Streets of Rage 4 si completa nel giro di tre ore al livello di difficoltà normale (ce ne sono cinque, inclusa la leggendaria "mania"), è anche vero che l'esperienza fa della rigiocabilità il suo punto di forza, spronandoci a portare a termine i dodici stage più volte per sbloccare tutti i personaggi.

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Dopodiché è possibile tornare in ogni singolo livello completato, accedere a una modalità Arcade in cui provare a battere il gioco con un singolo tentativo e senza la possibilità di continuare (che, a proposito, in co-op viene garantita unicamente quando entrambi i personaggi sono stati sconfitti, rimandandoci giustamente all'inizio dello stage), cimentarsi con la modalità Boss Rush, con un Versus che francamente lascia il tempo che trova (i picchiaduro a scorrimento non sono fatti per questo, e si vede) e il già citato multiplayer online cooperativo.

È presente infine una galleria in cui ammirare i vari artwork sbloccati fino a quel punto e le schede relative a ogni personaggio, con tanto di statistiche vecchio stile, con le stelle a indicare i valori di potenza, tecnica, velocità, salto e resistenza.

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La versione PC, oggetto di questa recensione, gira sulla configurazione di prova a 4K reali e 60 frame al secondo stabili, con tutte le regolazioni al massimo. Le opzioni disponibili consentono di scalare la risoluzione al fine di ottimizzare le prestazioni sui sistemi meno potenti, nonché di agire sui singoli aspetti della grafica: frame skip, preset generale, ombre, soft shadows, occlusione ambientale, riflessi, dettagli di ambiente e sfondo, particellari e dettagli in primo piano, con anche dei filtri applicabili al tutto per donare all'esperienza un'atmosfera diversa.

Simpatica inoltre la possibilità, dai menu, di cambiare l'icona relativa ai pasti piccoli e grandi che è possibile trovare negli scenari per il recupero della salute, selezionando il cibo preferito fra mele, pizza, pollo allo spiedo, arrosto, ramen e così via.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core i5 6600K
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 1080 Ti
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 10

Requisiti minimi

  • Processore: Intel Core 2 Duo E8400, AMD Phenom II X4 965
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTS 250, AMD Radeon HD 6670
  • Memoria: 4 GB di RAM
  • Hard disk: 8 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 7 a 64 bit

Requisiti consigliati

  • Processore: Intel Core i5 o superiore
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 960, AMD Radeon HD 5750
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Hard disk: 8 GB di spazio richiesto
  • Sistema operativo: Windows 7 a 64 bit o superiore

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop, Windows Store
Prezzo 24,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (29)
8.3
Il tuo voto

Streets of Rage 4 è esattamente come speravamo che fosse: un accorato omaggio a un'epoca scomparsa, che non prova a rivoluzionare la formula originale bensì la mantiene intatta, consegnandoci un'esperienza che alla prova del tempo si conferma immediata e molto divertente. Il nuovo stile grafico si muove fra alti e bassi, regalandoci delle chicche ma anche qualche mancanza produttiva dettata dalle limitazioni di un team di sviluppo così piccolo; eppure riesce nel non semplice tentativo di farsi apprezzare anche dai nostalgici, non fosse altro per i tantissimi riferimenti agli episodi classici. Fantastico il gameplay: gli impatti sono ottimi, i nemici numerosissimi e in cooperativa non si vorrebbe mai smettere di giocare. Considerando i contenuti e il prezzo estremamente contenuto (il titolo è anche disponibile su Xbox Game Pass!), è chiaro che ci troviamo di fronte a un piccolo, grande gioiello.

PRO

  • Immediato e divertente
  • Stile grafico efficace e gradevole
  • Prezzo accessibile e molto rigiocabile...

CONTRO

  • ...ma non ci vuole molto per completarlo
  • Alcune animazioni lasciano a desiderare
  • Ci aspettavamo di più da Floyd