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Temple Run: Puzzle Adventure, la recensione

Il celebre Temple Run torna in forma completamente nuova come un puzzle game in stile match-3, vediamo come se la cava nella recensione di Temple Run: Puzzle Arcade.

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   22/09/2021

Anche l'ambito mobile ha ormai i suoi pilastri e tra questi possiamo piazzare tranquillamente anche Temple Run, motivo che ci spinge a guardare con un certo interesse a questa recensione di Temple Run: Puzzle Adventure, che ripropone il titolo in una forma completamente diversa da quanto visto in passato. Possiamo vedere un certo parallelismo tra i due giochi: l'originale riprendeva la formula già ben definita dell'endless runner e la perfezionava con un ottimo bilanciamento, ambientazioni interessanti e una buona caratterizzazione. Tutto questo pur non inventando praticamente nulla

Anche in questo caso siamo ben lontani da un'esplosione di originalità, visto che Puzzle Adventure segue pedissequamente lo standard del puzzle game in stile match-3, senza provare ad aggiungere o cambiare alcunché di significativo, ma mettendo in scena un'ottima esecuzione del canone storico. Il collegamento con l'originale sta tutto nell'ambientazione, oltre a una vaga base narrativa che fornisce un minimo pretesto per una successione di livelli da portare a termine associando gemme dello stesso colore.

La storia, ridotta ai minimi termini, ci vede seguire le peripezie dell'archeologa avventuriera Scarlett Fox, capitata insieme a noi in una sorta di dimensione parallela ricca di tesori, trappole e rovine misteriose. Insieme ad altri due personaggi, dobbiamo proseguire all'interno dei vari scenari completando i livelli in forma di puzzle, raccogliendo progressivamente la quantità di stelle necessarie per avanzare, aprire porte, attivare meccanismi e conquistare forzieri pieni di oro e gemme.

Non c'è nessuna struttura adventure, nonostante le apparenze: la parte narrativa, con i protagonisti che esplorano le ambientazioni e le rovine misteriose, è semplicemente una sorta di mappa da navigare automaticamente all'avanzare nei puzzle, fornendo soltanto una sorta di fil rouge in grado di dare un po' di caratterizzazione a quello che sarebbe altrimenti un rompicapo un po' impersonale.

Gameplay e associazione di gemme

Temple Run: Puzzle Adventure, la meccanica di base richiede la classica associazione di gemme colorate
Temple Run: Puzzle Adventure, la meccanica di base richiede la classica associazione di gemme colorate

La meccanica del gameplay è quella classica del puzzle game in stile match-3, proponendo peraltro anche in questo caso il ritorno alle buone vecchie gemme colorate. Rappresentato con una grafica semplice e pulita, il piano delle fasi puzzle è una sorta di scacchiera sulla quale cadono gemme colorate, che dobbiamo associare in base al colore creando file di almeno tre gemme uguali oppure disponendole a quadrato, con la possibilità di muoverle di una casella adiacente a quella in cui si trovano inizialmente. Assolutamente nulla di nuovo: anche in questo caso si fa leva su un meccanismo ormai rodato da decenni di puzzle game videoludici, incentrato sulla naturale tendenza del cervello umano a trovare soddisfazione, in qualche modo, nel mettere in ordine e veder sparire file di oggettini colorati, possibilmente effettuando combinazioni a catena in modo da massimizzare il punteggio. Per potenziare gli effetti, è possibile ricorrere a bombe e bonus vari, oltre a power-up attivabili a piacere ma in quantità limitata, in grado di liberare ampie aree del piano di gioco, in modo da facilitare l'esecuzione.

Anche in questo caso vengono posti degli obiettivi all'avvio di ogni livello, solitamente legati all'eliminazione di determinate quantità di gemme di vari colori, oppure alla conquista di oro e oggetti disseminati all'interno dei livelli, sempre attraverso la sparizione di linee di gemme circostanti.

Temple Run: Puzzle Adventure presenta una mappa che ricorda un po' l'originale endless runner
Temple Run: Puzzle Adventure presenta una mappa che ricorda un po' l'originale endless runner

Il tutto deve essere raggiunto all'interno di un numero limitato di mosse, cosa che determina la vera e propria sfida di Temple Run: Puzzle Adventure, che nei livelli più avanzati può dare del filo da torcere, dopo un'introduzione decisamente agevole per tutti. È insomma un gioco molto simile a ZooKeeper World, altro titolo introdotto in questi giorni su Apple Arcade, ma quest'ultimo si dimostra più originale nella continua introduzione di varianti ed elementi di sfida aggiuntivi in ogni livelli, a differenza di Temple Run che invece si attiene in maniera più fedele alla tradizione classica del match-3. Come elemento indubbiamente positivo dobbiamo menzionare la totale mancanza di microtransazioni, attese forzate e trappole varie da acquisto compulsivo, vista la distribuzione attraverso Apple Arcade.

Conclusioni

Versione testata iPad 4.0
Digital Delivery App Store
Multiplayer.it
6.5
Lettori (1)
7.6
Il tuo voto

Temple Run: Puzzle Adventure gioca sul sicuro e si limita a riproporre la formula più tradizionale del puzzle game in stile match-3, senza apporre praticamente alcuna novità o modifica al canone classico. Questo comporta una mancanza pressoché totale di originalità nel gioco, ma anche tutti i punti di forza tipici di questo genere, che non mancano di emergere anche in questo caso: facilità di approccio, senso di soddisfazione nell'eliminazione delle gemme, assuefazione e progressione assicurata da un gran numero di livelli. Così come Temple Run prendeva la meccanica rodata dell'endless runner e la proponeva pulita e ben oliata, Puzzle Adventure fa più o meno la stessa cosa con questo tipo di rompicapo, trovandosi però alle prese con una concorrenza più agguerrita, in grado di fornire delle alternative anche più incisive e originali, come abbiamo visto proprio nei giorni scorsi con ZooKeeper World.

PRO

  • Il buon vecchio puzzle game in stile match-3 funziona sempre alla perfezione
  • L'ambientazione di Temple Run è ben integrata, sebbene influisca poco o nulla nel gameplay
  • Tutto molto curato, dalla grafica al bilanciamento "docile"

CONTRO

  • Sostanzialmente nulla di nuovo
  • Fin troppo cauto a fornire seri elementi di sfida
  • Inevitabilmente monotono